Prima lettura del 4 luglio 2025
"Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo». Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».
Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio».
[Dopo molto tempo] Isacco rientrava dal pozzo di Lacai Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre".
Abramo è per definizione straniero e pellegrino. Allo stesso modo la sua fede vive nel cammino e cresce nella provvisorietà.
E' il contrario di quello che è ovvio per noi, uomini del ventesimo secolo, arrivati alla sedentarietà per acquisizione di privilegi e benessere che però hanno fatto perdere la dimensione dello stupore davanti alla grazia di Dio che spinge fuori dalla comfort zone, che accompagna verso mete sempre nuove e quindi più divine.
Il cammino con Dio è stata la nota che ha contraddistinto la vita del patriarca. Lutti, battaglie, fatica, mistero, tutto entra nel crogiuolo della fede e viene trasfigurato, illuminato, portando ad una vita inimmaginabile.
La morte della sua amata Sara e la preoccupazione per Isacco, ancora non sposato, entrano con fatica in un'esistenza da nomade, sempre in movimento e precaria come la sua. Eppure Abramo continua a cercare, non si ferma e, nel nome del Signore, si apre davanti a lui la via del bene.
Così il piccolo appezzamento di terra che compra per seppellire Sara diventa un punto fermo importante, la prima proprietà stabile, il memoriale di una vita cresciuta nella fiducia. Il futuro di Isacco suo figlio, diventa il suo futuro, lui che aveva ricevuto la promessa di una discendenza sterminata. Ogni pellegrino ha necessità di queste piccole grandi certezze.
"Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla".
Sara, in cammino con Abramo, finisce i suoi giorni avendo avuto un assaggio della promessa: il figlio e un po' di terra, quella della sua sepoltura.
Quanto dura il nostro cammino di pellegrini nella fede? Tutta la vita, ci testimoniano Sara e Abramo. Ma quello che sembra un ritardo colpevole nella realizzazione della promessa si rivela come la sua realizzazione. E' nel cammino che i due sposi conoscono Dio, è nell'incertezza della progenie che scoprono una fedeltà nuova, provvidente e grandiosa.
La nostra patria non è in questo mondo. La fede e la speranza sono il motore, oggi, della nostra vita di credenti.
"Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo»".
La presentazione di Abramo è veritiera: "Io sono forestiero". Così la sua discendenza, nella fede, resta forestiera in ogni luogo (cfr. 1Pt 1,1).
Siamo tutti di passaggio in questo mondo, tutti in ricerca e tutti accompagnati verso il superamento della nostra finitudine. Perdere questa consapevolezza ci rende vittime di terribili illusioni.
"Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan".
Questa caverna è un punto di riferimento nel mondo in movimento di Abramo, è terra di Canaan, è già primo pezzo di terra promessa!
Mi sono recata in pellegrinaggio ad Ebron, ho visto i sepolcri che ricordano Abramo, Sara, Isacco, Rebecca e Lia. Sono all'interno di un palazzo grandioso che poco ha a che vedere con l'antica Grotta di Macpela. E' un luogo sacro per ebrei, musulmani e cristiani in cui mi sono sentita immersa in questa storia millenaria, ricolma di gratitudine e di tanta emozione.
Possiamo dire che quel primo pezzo di terra promessa, comprato dagli Ittiti per la fine della vita di Sara, non è un luogo di morte, ma diventa un altare, un ponte che guarda al futuro di tutti i credenti che hanno imparato la fede da un arameo errante.
Abramo ci lascia questa certezza: la nostra patria, la nostra terra promessa è il Signore. Ancorati a lui e alla sua fedeltà, i nostri giorni possono fruttificare e andare incontro al nuovo, all'insperato, alla grandiosità della promessa che lui ha preparato per noi.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gn 23,1-4.19;24,1-8.62-67
Commento del 02/07/2021
Salmo 106 (105),4-5
Commento del 07/07/2023
Vangelo di Mt 9,9-13
Commento del 05/07/2024
Commenti
Posta un commento