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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Prima lettura di domenica 31 ottobre 2021

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Perché tu sia felice   Dt 6, 2-6 "Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore»." La legge di Dio, i suoi precetti, occupano un posto importante nell'esperienza spirituale dell'antico Israele. Tutta la spiritualità biblica è illuminata dal timore del Signore (fiduciosa sottomissione all'amore divino) che si esprime tenendo nel cuore la memoria storica degli eventi salvifici

Salmo del 30 ottobre 2021

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  Per dargli riposo S al 94 (93), 12-15 "12 Beato l'uomo che tu castighi, Signore, e a cui insegni la tua legge, 13 per dargli riposo nei giorni di sventura, finché al malvagio sia scavata la fossa; 14 poiché il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona la sua eredità, 15 il giudizio ritornerà a essere giusto e lo seguiranno tutti i retti di cuore". I salmi contengono espressioni di grande fede ma anche parole coraggiose che forse spontaneamente non useremmo. La preghiera ha sempre bisogno di verità. È dalla vita che nasce ed è alla vita che serve. Anche il dolore e la sofferenza hanno bisogno della grazia trasfigurante della preghiera, perché accoglierli riconcilia la nostra vita con due dimensioni drammaticamente presenti e importanti. "Beato l'uomo che tu castighi, Signore". La beatitudine accostata ai castighi fa una certa impressione. Chi ci castiga spesso è la vita e il nostro animo ferito si sfoga con chi pensiamo ci abbia tradito. Per quest

Vangelo del 28 ottobre 2021

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Guarire di sabato Lc 14, 1-6 "Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole". Ci sono alcune domande nella vita e nella Bibbia che hanno la forza dolorosa di un pugno in faccia. Gesù non ama cavillare e discutere all'infinito come invece amavano fare i rabbini. Il parlare di Gesù è essenziale, incisivo, con parole che rimangono impresse, come i proverbi che ripetiamo quotidianamente. Il dibattito del brano di Luca nasce a seguito di una guarigione che Gesù compie. Non è un giorno qualsiasi, ma è sabato, non si fa nessun lavoro perché

Prima lettura del 28 ottobre 2021

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Familiari di Dio E f 2, 19-22 "Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito". Nella lettera agli Efesini Paolo non esista ad usare termini molto espliciti per sottolineare la nostra intimità con Dio. Cristo Gesù ha abbattuto i muri di separazione tra il cielo e la terra. La casa di Dio è diventata il luogo dove abitano i figli; la sua discesa totale ha fatto traslocare la santità sulla terra, in mezzo agli uomini amati dal Signore. "Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti". Paolo parla ai pagani accolti nella nuova comunità dei credenti perché, qualche versetto prima, aveva annunciato l'abbattimento di un altro

Prima lettura del 27 ottobre 2021

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Lo Spirito viene in aiuto Rm  8,26-30 "Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati". Paolo nelle sue lettere più volte riflette sul rapporto tra la carne (la nostra fragilità, il nostro limite) e lo Spirito di Dio, forza e potenza per l'umanità. Siamo accompagnati, educati,

Vangelo del 26 ottobre 2021

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Finché non fu tutta lievitata L c 13, 18-21 "In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata»." Il Regno di Dio è una preziosa metafora con cui tutta la Bibbia parla della presenza amorevole del Padre nel mondo. Specialmente i Vangeli usano spesso questo termine, e Gesù lo trova come canale privilegiato per illustrarne, con delle parabole, il senso profondo dell'amore di Dio per noi. Le parabole non spiegano ma indicano, mostrano, aprono strade perché il nostro cuore percepisca che la presenza del Regno è a portata nostra, è per noi qui e ora. "A che cosa posso paragonare il regno di D

Prima lettura del 25 ottobre 2021

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Eredi di Dio, coeredi di Cristo Rm 8, 12-17 "Fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria". Il capitolo 8 della lettera ai Romani, che stiamo meditando in questi giorni, è una tra le pagine più intense di Paolo. La paternità di Dio e il dono del suo Spirito vengono annunciati ed esaltati in modo meraviglioso. Il capitolo precedente,