Salmo del 3 settembre 2025
Sal 52 (51),9-10
ma ha confidato nella sua grande ricchezza
e si è fatto forte delle sue insidie».
10 Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio,
confido nella fedeltà di Dio
in eterno e per sempre".
Il Salmo 52, come il Salmo 1, mette in scena il giusto e l'empio paragonandone le vita.
Mentre i primi sembrano prevalere, è l'esito da guardare alla luce della sapienza biblica.
La preghiera nasce da una domanda terribile: che guadagno c'è nel fare il male? Se la misura è quella del momento la risposta è di un certo tipo, ma, con lo sguardo più lungo, la risposta è necessariamente altra.
Usare l'intelligenza, la lingua e altri strumenti preziosi di cui disponiamo per fare il male è una vera tragedia. L'umanità è dilaniata e segnata dalla morte provocata da potenti che, vilmente, schiacciano e succhiano il sangue di bambini, donne e vecchi inermi.
Il salmista, che conosce la fedeltà di Dio e ha risposto in lui la sua fiducia, ha come orizzonte la sua promessa.
Cammina sulla via del bene senza ambiguità e col desiderio crescente di godere per sempre della compagnia del suo Dio.
«Ecco l'uomo che non ha posto Dio come sua fortezza,
ma ha confidato nella sua grande ricchezza
e si è fatto forte delle sue insidie».
È l'empio per la Scrittura colui che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Si vanta della sua forza e delle sue ricchezze e disprezza l'aiuto e il consiglio di coloro che seguono il Dio vivente.
Davanti ai soprusi di una violenza inimmaginabile in questo secolo, a cui stiamo assistendo tutti sgomenti per la determinazione di distruggere con le bombe e con la fame un intero popolo rinchiuso in una striscia di terra che è diventato un lager, gridiamo al Signore: "fino a quando?" (Ap 6,10).
La Scrittura risponde decisa: per l'uomo che vive nella sterilità, il ricordo sarà cancellato con disprezzo e non ne rimane traccia (cfr. Sal 1,4).
"Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio".
Chi guarda al Signore riconosce dove sta il male, non si fa abbindolare da lingue ingannatrici, né abbagliare dai metodi del mondo.
Davanti all'albero ormai secco dell'empio, il giusto risplende. L'immagine dell'albero delle olive rende pienamente l'idea in una terra mediterranea come la Palestina .
È un albero millenario l'ulivo, sempre rigoglioso, dispensatore di un tesoro liquido: l'olio.
Anche per i nemici interiori, l'immagine è calzante: ciò che genera benessere e vita, ha un seguito, una fecondità e una ricchezza. Il resto inaridisce e si perde.
"Confido nella fedeltà di Dio
in eterno e per sempre".
È l'uomo saggio, che sa discernere e riconoscere la vitalità e fecondità che vengono dalla fedeltà del Signore e dell'affidarsi a lui. È l'uomo che ha costruito la sua casa sulla roccia e non la vede franare neanche davanti all'arroganza dei prepotenti.
La Parola conforta questa sapienza che
è presente in ognuno di noi e ci rassicura: ciò che è radicato nel Signore arriverà a fruttificare e regalerà fecondità e grazia. Per sempre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Col 1,1-8
Commento del 06/09/2023
Salmo 52 (51)
Commento del 04/09/2019
Vangelo di Lc 4,38-44
Commento del 04/09/2024
"Confido nella fedeltà di Dio
RispondiEliminain eterno e per sempre".
Pace nel cuore.
Libertà nella mente.
Speranza nella vita.
Questi i doni
di questa preziosa Parola.
Come olivo verdeggiante nella casa di Dio!
RispondiEliminaFammi abitare la TUA casa,sempre!
Amen
🙏🙏🙏
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