Seconda lettura di domenica 11 maggio 2025
"Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastoree li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi»".
Il libro dell' Apocalisse è ricco di segni e immagini che vogliono trasmettere la forza della Pasqua di Gesù. Il Cristo risorto, che ha vinto la morte, coinvolge nella sua vittoria i suoi discepoli, coloro che come lui hanno attraversato la grande tribolazione, la sofferenza e la morte a causa della fede.
È una morte inutile la loro? Il Signore non si cura di tanta sofferenza? Non serve a niente vivere e morire con fede?
Il nostro testo risponde alle domande che bruciano nel nostro cuore, mostrando ai discepoli affranti dalla persecuzione romana e ebraica di essere un popolo vittorioso. Lo si capisce dalle vesti candide e dalle palme, col cuore in festa davanti e insieme al Signore Risorto, che si rivela come l'Agnello ritto in piedi (cfr. Ap 14,1), immolato ma vivente.
La vittoria del Cristo è la nostra vittoria, la sua risurrezione è la nostra: è questo il grande messaggio di speranza dell'Apocalisse.
È un passo che mi commuove profondamente, che dà sollievo al mio cuore e a quello di tutti coloro che soffrono per l'emarginazione, il razzismo, le discriminazioni che piagano il mondo, che violentano la dignità dei fratelli.
La salvezza non è mai esclusiva.
Papa Francesco ha ripetuto sempre "todos, todos, todos". L'amore del Signore è senza confini e senza preferenze. Nessuna parte di umanità è esclusa dall'amore che salva.
Ed ecco l'identità di questo popolo multietnico e multilingue: è stato lavato, purificato, dal sangue dell'Agnello, il Cristo Gesù,immolato senza colpa per la salvezza dell'umanità intera.
La grande tribolazione è la sofferenza di cui nessuno è esente per il solo fatto di entrare nel mondo. Qui Giovanni parla principalmente di quella causata dalla fede in Cristo e nell'amore di Dio.
Rialziamo la testa e camminiamo sicuri dietro all'Agnello che porta i segni della morte, della sofferenza sulla croce, ma che vince la storia, vince per tutti noi.
Prima lettura di At 13, 14.43-52
Salmo 100 (99),1-3
Seconda lettura di Ap 7,2-4.9-14
Commento del 01/11/2023
Vangelo di Gv 10,22-30
"Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare".
RispondiEliminaFinalmente!
Un popolo che sfugge
ai nostri censimenti,
al nostro calcolo,
ai nostri conteggi.
Solo Dio conosce,
solo lui sa.
Lui misura con il metro
esagerato e senza misura
dell'Amore.
Una bella notizia.
Una grande speranza.
Per tutti.
Alleluia!
Rendiamo grazie all amore inesauribile che Dio ha per noi🙏
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