Salmo del 14 maggio 2025

Si china a guardare 
Sal 113 (112),5-6 

"5 Chi è come il Signore, nostro Dio,

che siede nell'alto


6 e si china a guardare

sui cieli e sulla terra".


La prima delle sette di richieste che Gesù, nell'unica preghiera che ci ha insegnato, ci spinge a fare al Padre Nostro è: "sia santificato il tuo Nome" (Mt 6,9). 

Il Salmo 113 corrisponde perfettamente alla domanda della preghiera di Gesù. E' un canto di lode, esaltazione delle opere del Signore e ci invita ad alzare lo sguardo per guardare oltre il nostro ristretto orizzonte di paura. 

Tanto è lo stupore del salmista nel contemplare le meraviglie del Creatore! 

Il cuore e gli occhi sono pieni di ammirazione e di gratitudine per l'unico Dio che non è distaccato e immobile; pur se la sua realtà sovrasta tutti, egli scende, si fa prossimo, si china come un padre e una madre che si prendono cura del loro bambino. 


"Chi è come il Signore, nostro Dio,

che siede nell'alto".

La Bibbia ripete con insistenza che Dio è Uno ed unico. Siede in alto, in una posizione di dominio sicuramente, ma non usa il suo potere per schiacciare e distruggere.

Stare su di noi ha la doppia valenza di essere alla giusta distanza per non farsi travolgere dalla follia umana e nello stesso tempo vegliare sull'umanità intera come sentinella attenta nelle più cupe notti. 

Nessuno ha un Nome, cioè un potere, che gli possa essere pari, non c'è nessun altro all'infuori di lui che può condurre la storia. 

Per questo Gesù ci spinge a chiedere che la santità del suo Nome sia evidente a tutti, che il canto di lode accomuni tutti gli uomini.


"E si china a guardare

sui cieli e sulla terra".

All'immagine di grande potere ed esaltazione, che potrebbe suggerire distaccamento e lontananza, si unisce quest'altra di grande tenerezza! 

Il Signore paternamente, o ancora meglio maternamente, si china sui suoi figli, scrutandone i cuori, per cercare quei turbamenti che neanche noi riusciamo ad esprimere.

Il bisogno contraddistingue la nostra vita, pur nell'arroganza di non volerlo o non saperlo riconoscere. 

Ma con la tenerezza si riesce a penetrare le porte chiuse, con la compassione il Signore ci raggiunge e ci salva.

Sia santificato il Nome di colui che si è chinato fino a noi nel Figlio e sia benedetto perché il suo Spirito non si arrende alla chiusura ma "intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili" (Rm 8,26).


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Prima lettura di At 1,15-17.20-26 
Commento del 14/05/2024


Salmo 113 (112),3-4 
Commento del 14/10/2024


Vangelo di Gv 15,9-11 

Commento del 11/05/2023


Commenti

  1. "E si china a guardare
    sui cieli e sulla terra".
    È detto di Dio.
    Quanta tenerezza.
    Un segno di paternità.
    Un segno di maternità.
    Si china su di noi.
    È così il mio Dio

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