Vangelo del 23 maggio 2025
"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
Gesù chiama amico Giuda che l'ha tradito, Pietro che l'ha rinnegato, gli altri apostoli che sono scappati lasciandolo solo nell'ora del dolore.
"Non vi chiamo più servi ma amici" ci dice oggi il Vangelo di Giovanni. Noi peccatori, inaffidabili, veniamo riconosciuti da Gesù come suoi amici.
L'amicizia di Gesù è mal riposta? Sicuramente!
Ma è salvezza per noi come lo è stata per gli apostoli e discepoli di ogni tempo.
Papa Francesco diceva: "se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento".
Ecco perché chiamare gli apostoli amici, pur conoscendoli bene, dice la fedeltà di Gesù alla loro possibilità di amare e anche alla nostra.
L'amicizia rende pari, introduce in una familiarità e intimità profonda, riscatta da un rapporto fatto di sudditanza e basato sul potere.
"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi".
Ecco la novità di questo Maestro unico: non come gli altri maestri antichi che venivano scelti dai discepoli o pagati per i loro insegnamenti da genitori altolocati. Erano educatori che rispondevano alle aspettative della committenza, adeguandosi ai metodi e ai fini che gli venivano chiesti.
Con Gesù la scelta si ribalta: l'iniziativa la prende lui, senza obblighi, annullando le distanze reverenziali e chiama per nome i suoi discepoli come un innamorato, condividendo tutto con loro.
L'iniziativa della salvezza parte sempre dal Signore; la nostra sequela è risposta a lui che "ci ha amato per primo" (1Gv 4,10).
"E vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga".
Torna uno dei temi più importanti di questo capitolo 15 del Vangelo di Giovanni: il portare frutto rimanendo innestati in Gesù, vera vite.
La cura dell'amico supera il presente, guarda a quello che potrà crescere nei discepol. E' la paterna attenzione di una guida che non impartisce nozioni ma dà gli strumenti per affrontare il futuro.
Il frutto prezioso del Regno, ricordiamolo, è la fede nell'Amato dal Padre e crescere nell'amore vicendevole.
"Perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda".
Come si fa, dopo parole come queste, ad essere ancora ancorati alla visione di un Dio lontano, che ascolta solo se ne ha voglia o che spia cercando di scovare peccatori!
Gesù sa che la nostra vita è una grande e continua richiesta: di intimità, di attenzione, di considerazione, di prossimità, di amicizia, di affetto.
Il Padre ascolta anche le preghiere non espresse, si curva sulla nostra vita per soccorrere la nostra povertà. La sua misericordia non solo ci risolleva dall'angoscia, ma fa di noi i suoi amici, fratelli, sorelle e madri di Gesù, eredità sua che porta frutto e rimane per sempre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 15,22-31
Commento del 12/05/2023
Salmo 57 (56),8-9
Commento del 20/05/2022
Vangelo di Gv 15,12-17
Commento del 07/05/2021
🙏🙏🙏
RispondiElimina"Non voi avete scelto me,
RispondiEliminama io ho scelto voi".
È sempre così.
Tutto comincia da Dio.
Tutto comincia in Dio.
Tutto comincia con Dio.
Amen🙏🙏🙏
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