Prima lettura di domenica 7 settembre 2025

Conoscere il volere di Dio
Sap 9,13-18

"Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza»".

La sapienza è dono. La sapienza divina è pura grazia. Tutta la Bibbia sottolinea con forza la dimensione della gratuità sapienziale. 
La pagina della liturgia di oggi pone domande fondamentali che normalmente evitiamo perché mettono in discussione le nostre convinzioni religiose tutt'altro che solide e l'arroganza di saperne più di tutti.

"Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? Chi sonda profondamente i desideri del suo cuore?
Domande che smontano la nostra illusione di "conoscere" bene Dio, di sapere cosa pensa, cosa vuole, solo perché siamo persone religiose.
È in effetti il contrario: più il credente medita la Scrittura, più si rende conto che è necessaria una continua ricerca, un continuo discernimento. 
Niente è definitivo nell'esperienza col Padre, si progredisce sempre, come per Gesù che "cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,52)
Solo questa è vera sapienza, cioè la scoperta che esiste un gusto della vita che trasforma il nostro cuore e la nostra mente, per il quale vale la pena di mettersi in ricerca.

"I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni".
Mai dimenticare una cosa così ovvia e caratteristica della nostra limitatezza creaturale. I nostri sono sempre piccoli e incerti passi, il nostro percorso ha bisogno di essere continuamente rettificato. 
Incertezza, incomprensione, equivoco, sono presenti in tutti, sono i limiti che inficiano il nostro conoscere perfetto .

"Perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni".
È la nostra natura, di creature fatte di carne e sangue, che prende il sopravvento in ogni sano proposito. 
Tutto è appesantito dalla nostra storia fatta di errori e illusioni. 
Non possiamo illuderci che quando ci soffermiamo nella letio divina siamo totalmente lucidi e capaci di cogliere la complessità della rivelazione. 
Le nostre tante preoccupazioni ci tolgono lucidità di giudizio e serenità nella comprensione. 
Ecco allora la grazia: la Sapienza che ci sovrasta ci viene incontro; come dono immeritato, ci permette di andare oltre la nostra povertà e di percorrere i sentieri preziosi che portano al Padre.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Sap 9,13-18
Commento del 04/09/2022

Salmo 90 (89),12-14

Commento del 28/09/2024

Seconda lettura di Fm 1,7-20
Commento del 12/11/2020

Vangelo di Lc 14,25-33
Commento del 08/11/2023

Commenti

  1. "Quale uomo può
    conoscere il volere di Dio?"
    Amarti è la via.
    Chi ama conosce.
    Tu mi ami.
    Tu mi conosci.

    RispondiElimina
  2. Chi può immaginare cosa vuole il Signore?
    E' un pò come riscoprire le mie conoscenze di studi compiuti negli anni'70 e rivalutarli alla luce delle realtà attuali!
    Ma l'intimo,il meccanismo,la chimica di certi eventi sfuggono alla logica umana.
    Così per TE o mio papà.
    Ti conosco per quello che TU riveli nelle Scritture.
    Grazie

    RispondiElimina
  3. Perché mi dovrebbe interessare il volere di Dio? Per essere alla pari? Per compiacerlo?Per anticiparlo? Tu vuoi tu puoi mio Signore a me resta solo di amarti. Clorinda

    RispondiElimina
  4. Signore donami la tua Grazia, la tua Saggezza.

    RispondiElimina

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