Vangelo dell'11 maggio 2023

La vostra gioia sia piena

Gv 15, 9-11

"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»".

È difficile parlare dell'amore, ma specialmente di quello divino per l'umanità. Il capitolo 15 del Vangelo di Giovanni, nei versetti che precedono il brano di oggi, ci regala una preziosa immagine che rende la via della comprensione più semplice.
E' una similitudine cara a Gesù, quella della vite e dei tralci. È così che il Maestro spiega ai suoi discepoli il rapporto stretto che lo lega a loro.
Il Padre è il custode e il vignaiuolo amorevole di ciò che ha piantato e fatto crescere per mezzo del Figlio.
Ognuna delle parole di Gesù in questo capitolo ha la forza di chi questo amore lo sperimenta, lo vive. Per questo leggere e rileggere la Parola fa bene al cuore ed è un balsamo per la fede.

"Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi".
È proprio quello che viene da chiedersi: perché Gesù parla del rapporto tra lui e il Padre, così profondo, intimo, mistico direi? Ed ecco la risposta: parlare del suo rapporto da Figlio e del suo amore per noi gli procura grande gioia!
E' come una mamma che trova un'occasione per parlare di suo figlio: se può esprimere liberamente ciò che prova, dagli occhi, dal sorriso già si capisce quanto lo possa amare!
Qui è la gioia del Vangelo che investe ogni uomo e ogni donna incondizionatamente, immeritatamente. E condividere con noi questa notizia buona, questa scoperta di essere amati, dà tutto il senso della missione di Gesù.
E' un'esultanza contagiosa: la fede nel Figlio ci fa gustare la stessa gioia divina e spinge anche noi a condividerla con i fratelli.

"E la vostra gioia sia piena".
Non si parla qui della gioia di un momento, quella che cogliamo da tante piccole cose nella vita. Qui si parla di gioia piena: il sostantivo in greco di gioia è "charà", e piena viene da "plères".
"Gioia" contiene tutte le sfaccettature della felicità perché questo è l'intento dell'annuncio di Gesù: beatitudine, serenità, completezza. A questo porta la misericordia, il perdono, l'unità ristabilita tra il Padre e noi.
L'annuncio evangelico non è morale; per entrarci bisogna fare esperienza di una relazione che porta felicità.
Ed è "piena": in greco è chiaro che sia il punto culminante di un piacere, di una maturazione, di un appagamento che dura nel tempo.
L'annuncio di Gesù è che la nostra "gioia sia piena", abbia proprio il gusto di quella cantata nei Salmi: "gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra" (Sal 15, 11).

È la gioia del "per sempre" che già possiamo assaporare qui, il centuplo di gran lunga superiore a tutte le soddisfazioni passeggere, perché contiene l'eternità, la qualità eccelsa, sublime, divina.
Entriamo in questa gioia piena del Figlio che ci raggiunge, facciamoci contagiare della vita che il Signore vuole per ognuno di noi, ed è certo: "una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo" (Lc 6, 38).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di At 15, 7-21
Commento del 19/05/2022

Salmo 96 (95), 2-3
Commento del 29/12/2022

Vangelo di Gv 15, 9- 11
Commento del 06/05/2021