Prima lettura del 26 settembre 2025

In quali condizioni voi la vedete?
Ag 1,15b-2,9

"L’anno secondo del re Dario, il ventuno del settimo mese, per mezzo del profeta Aggèo fu rivolta questa parola del Signore:
«Su, parla a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote, e a tutto il resto del popolo, e chiedi: Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla ai vostri occhi?
Ora, coraggio, Zorobabele – oracolo del Signore –, coraggio, Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese – oracolo del Signore – e al lavoro, perché io sono con voi – oracolo del Signore degli eserciti –, secondo la parola dell’alleanza che ho stipulato con voi quando siete usciti dall’Egitto; il mio spirito sarà con voi, non temete.
Dice infatti il Signore degli eserciti: Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le genti e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti. L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo del Signore degli eserciti. La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace». Oracolo del Signore degli eserciti".


Il profeta ha il compito di infondere coraggio specialmente nei periodi più confusi in cui i cuori si sentono disorientati per la paura di un futuro incerto e minaccioso. È il servizio che il profeta Aggeo fa al suo popolo, reduce dall'esilio a Babilonia e incapace di fare le scelte giuste per ripartire in una patria lacerata e impoverita di tutto. 
Egli grida ad un popolo che ancora non si sa prendere le sue responsabilità, mostrando le vere priorità della vita.  
Il profeta è come un allenatore davanti ad una squadra scarsamente motivata. Ripartire dall'alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo è il tonico energizzante sempre necessario. La memoria è al servizio di una prospettiva futura che ha fondamenta solide nelle opere di Dio e nella sua fedeltà senza fine.

"Su, parla a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote, e a tutto il resto del popolo, e chiedi".
Le domande del profeta sono necessarie, risuonano come una sveglia in tutto il popolo partendo proprio da coloro che governano e dovrebbero avere a cuore le sorti di tutti.
Non si può stare tranquilli mentre intorno si vede distruzione e morte. Non si può pensare solo al proprio orticello ritirandosi negli angusti confini dei fatti propri. La Parola di Dio, che il profeta inculca come un cuneo nelle coscienze, è portatrice di una sana inquietudine che impedisce al cuore di arenarsi, di lasciare le cose come sono. Andare per la propria strada è possibile se il cammino dei fratelli e delle sorelle che si affacciano nella nostra vita, fosse anche di un altro continente, ha la possibilità di proseguire nella pace e nella prosperità.

"Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore?"
Aggeo fa appello alla saggezza nata dai fatti del passato, e si rivolge a coloro che non si lasciano prendere dal momento presente come se tutto l'esistente scomparisse. Ricordare il bene e il bello di cui si è stati testimoni ci spinge a fare rinascere qualcosa di simile nel tempo dove tutto questo non c'è o è stato cancellato e impedito. E' memoriale, cioè celebrazione di lode e spinta a riaccendere la speranza.
Guerre, deportazioni, distruzione, hanno bisogno di parole gridate e gesti profetici concreti per impedire alla coscienza individuale e collettiva di rimanere sopita nel disinteresse.
Non si tratta di nostalgia ma di trovare nuova forza per camminare verso il futuro e per sostenere chi ci sta vicino, molto spesso terrorizzato del futuro. 

"Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla ai vostri occhi?".
Il presente non regge il confronto con il passato! Questo constata Aggeo e il suo non è disfattismo, ma consapevolezza che le cose non stanno andando per il meglio.
Sono domande che ci interrogano profondamente, che tolgono quella parvenza da slogan da film come "andrà tutto bene". 
Il futuro è nelle mani del Signore e tutto sarà ricapitolato nel suo progetto d'amore. Questo non ci impedisce di guardare con onestà ai nostri giorni, di prendere consapevolezza che il bene comune è affare nostro, nostra premura, necessita di cura, attenzione, rinuncia alla paura per trovare e contagiare la gioia che la Scrittura ci annuncia.
Non siamo chiamati a restaurare un antico splendore, ma a guardare avanti, motivati dalla certezza di non essere soli nel combattere il male che attanaglia i nostri fratelli più deboli e indifesi.
La promessa ci rincuora: "La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace". Preghiamo che ciò avvenga presto.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 43 (42),3-4
Commento del 01/05/2023

Vangelo di Lc 9,18-22
Commento del 27/09/2024

Commenti

  1. Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma.
    Il profeta Aggeo infonde coraggio.
    Sempre,nelle angustìe ,NON SIAMO SOLI,..coraggio c'è in ns.Papà.

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  2. La gloria,
    lo splendore,
    ricordano Dio,
    ma non sono Dio.
    La sua gloria
    e il suo splendore,
    nessuna tenebra
    li offusca.

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