Prima lettura del 23 luglio 2021

Cristo vive in me
Gal 2,19-20

"Fratelli, mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio.
Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.
E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me'.

Poche parole e un annuncio sintetico che dice tutto il credo di Paolo, che dalla Legge mosaica è stato sradicato per essere trapiantato nella fede nel Figlio incarnato e morto per la salvezza di tutti

"Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me".
Gesù Messia continua a vivere nei suoi discepoli e tutto il suo percorso pasquale diventa profezia del percorso di ogni uomo e di ogni donna in questo mondo.
Il ragionamento di Paolo è semplice e luminoso: il primo Adamo è stato l'inizio della vita per l'umanità, il secondo, l'Uomo completo, Gesù Cristo, è il dono nuovo e definitivo per l'umanità, morta e risorta con lui.
In Adamo tutti abbiamo subito la sua sorte mortale, in Cristo tutti partecipiamo della sua gloria col Padre.

"Sono stato crocifisso con Cristo".
Parole forti, che ci dicono la compenetrazione dell'apostolo delle genti col suo Maestro!
Ma è la condizione che ogni uomo credente scopre: sulla croce di Cristo tutta l'umanità è morta. In lui si è compiuto questo necessario passaggio per ogni uomo ed ogni donna, affinché la morte perdesse il suo potere.
La nostra carne, cioè la nostra vita concreta, è legata in modo indissolubile alla carne di Gesù. La sua morte è la nostra morte. In lui tutti siamo morti, così pure la sua resurrezione è il dono che investe la nostra carne. Ecco perché Paolo può dirlo di sé stesso, catechizzando le sue comunità a familiarizzarsi con questa realtà che la fede rivela ad ogni uomo.

"E non vivo più io".
Chi vive allora oggi se io sono morto con Cristo? Se la mia carne è stata crocifissa chi sono io realmente? L'identità ricevuta in Adamo si trasforma ad immagine del nuovo Adamo che è il Cristo.

"Ma Cristo vive in me".
È il grido che ogni credente forse non può spiegare, ma che sente nel profondo. Cristo vive in me. Io sono portatore del Cristo vivente. Con lui io sono morto, con me lui vive. Morto in lui, per rinascere da figlio. Morto all'uomo vecchio per rivestirmi della vesta candida dei vittoriosi in Cristo!
Questa è la nostra identità rivelata dalla Scrittura, questa sia la nostra forza da scoprire in ogni nostro giorno.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gal 2,19-20
Commento del 23/07/2019

Salmo 34 (33)
Commento del 02/05/2019  e del 23/07/2020

Vangelo di Gv 15,1-8
Commento del 22/05/2019  e del 05/05/2021


Commenti

  1. "Cristo vive in me".
    Ho bisogno di fede per ascoltare questa parola.
    Ho bisogno di ricordare a me stesso la necessità di accogliere questa parola con fede.
    Cristo vive in me, è nella mia vita, la mia vita è vissuta dal Cristo.
    Questo significa cristiano.
    Non più io vivo, ma Cristo vive in me.
    Cristo vive nell'umanità da cui ha preso la carne.
    È in silenzio profondo che ascolto questa parola.
    Meraviglia e gratitudine mi accompagnano in questo ascolto.
    "Cristo vive in me".

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  2. "E non vivo più io".
    Questa è la conseguenza di ciò che scrive Giorgio più sopra.
    Fa che io possa essere veramente pieno di TE!
    Perdere la mia logica.
    Così sia!

    RispondiElimina

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