Salmo del 5 giugno 2021
Passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente
Dal Sal 91 (90)
"Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».
Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui»".
"Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido»".
Questo credente, vissuto anni e anni prima di noi, ci rivela la sua sicurezza, l'áncora a cui si aggrappa proprio quando la tragicità della vita sembra prevalere.
"Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.", ci ricorda anche il Salmo 23 al v. 4.
Passare tutte le notti, la Notte, quella che ci fa più paura, la madre di tutte le notti, all'ombra dell'Onnipotente non è impossibile!
"Mio rifugio e mia fortezza".
Rifugio e fortezza sono i nomi di Dio che ci trasmettono uomini di fede ispirati dall'esperienza di sicurezza e riparo che gli viene dall'accompagnamento continuo dell'Emmanuele, il Signore vivo e presente in mezzo ai suoi figli.
Nel cammino faticoso della vita egli è l'approdo per riprendere le energie necessarie a sopportare pesi che altrimenti ci schiaccerebbero.
Ed è fortezza nella battaglia, sia nel senso che dà la forza per resistere, sia come luogo fortificato, roccaforte di salvezza, inespugnabile dal male.
"Mio Dio in cui confido".
Un profondo senso di fiducia cresce in chi ha sperimentato di non essere solo nella lotta. Può essere duro affrontare un problema, può sembrare insormontabile una prova, ma se il cuore di sente aggrappato ad una roccia solida, personale, sua, non naufraga nella tempesta.
Passare "la notte all’ombra dell’Onnipotente" è la frase che secondo me riassume tutta la tragicità della vita, confortata dalle ali protettive del Padre.
"Addá passá 'a nuttata" diceva giustamente Eduardo de Filippo, affidando la propria speranza al mattino successivo, ritenendo il dramma limitato a quella sola notte.
Essere nella notte e sentirsi comunque avvolto, non da tenebre impenetrabili, ma dall'ombra dell'Onnipotente vuol dire che la luce sovrasta, c'è anche se non la vedo. Quella che pensavo fosse notte era invece la coltre che mi proteggeva!
La nube nel deserto, per gli israeliti in fuga e senza un riparo, era protezione e strada sicura su cui camminare.
Nonostante la vita sia difficile, lotta che ci sfianca e ci spaventa, i Salmi ci portano a guardare oltre, a sentirci già salvi tra le braccia del Padre, già nella luce, già seduti nei cieli, in Cristo! (cfr. Ef 2, 6).
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura da Gen 28, 10-22
Commento dell'08/07/2019
Salmo 91 (90)
Commento del 02/10/2019
Vangelo da Mt 9,18-26
Commento del 06/07/2020
"Lo libererò, perché a me si è legato".
RispondiEliminaChe parola veramente parlante!
Quante cose belle in un rigo.
Legarsi al Signore è sciogliersi da ogni schiavitù.
Legarsi al Signore è liberante.
Ogni legame lega.
Quello con il Signore scioglie ogni legame che ci imprigiona.
"Lo libererò, perché a me si è legato".
Legarsi per essere veramente libero.
Il Signore è amico della mia libertà.
Mi lego a lui per non restare prigioniero di legami illusori.
"Lo libererò, perché a me si è legato".
Tu mio liberatore,
mi lego a te,
felice.
"passerà la notte all'ombra dell'onnipotente"
RispondiEliminaSI
le mie notti,sono le TUE
Questo mi basta ed avanza!
Grazie