Prima lettura dell'11 luglio 2021

Il Signore mi prese
Am 7, 12-15

"In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele»".

La vita di ogni profeta è una vita spezzata, ricomincia da una interruzione causata dalla parola di Dio. La vita che scorreva semplice e ovvia, viene fermata da una voce che imprime una direzione nuova, una missione nuova, un orizzonte che prima non si era immaginato.
Ogni profeta può raccontare così, in verità, la sua storia.

"Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele".

Anche Amos, profeta dell' VIII prima di Cristo, si è trovato a fare questa esperienza. E lo racconta a chi contesta la sua missione e lo richiama al suo cuore affinché sia forte davanti la persecuzione.
Non è lui per sua volontà, ma per grazia di Dio l'essere preso da pastore di pecore per diventare pastore di uomini.

"Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge". Amos è un pastore. E nel suo occuparsi del gregge viene chiamato ad altro. Niente più gregge, ma altro che il Signore gli mostrerà. La chiamata del Dio Vivente che parla, la Parola di Dio, lo raggiunge nella sua quotidiana attività di custode di un gregge.

"Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele". 
Una volta "preso" dal Signore, legato a lui, il profeta ascolta la sua parola con il cuore disposto ad obbedire. Ed è mandato a profetizzare sul popolo, cioè a portare la Parola efficace del Signore che rende il popolo capace di accogliere i doni e le spinte verso il nuovo e verso la pienezza.

Mi prese, mi chiamò, mi disse: tre verbi che descrivono l'itinerario spirituale di ogni profeta del Dio vivente.
Il profeta può arrivare al fondo del sue certezze, sentirsi piegato e lasciato nudo da ogni certezza illusoria.
È un percorso necessario, quello della sposa, che sveste gli abiti della sua vita precedente e prende un abito nuovo per iniziare un cammino col suo sposo.
Per questo, come nel Salmo, il profeta può esultare: 
"Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato" (Sal 50, 10).
Il Signore prende con la sua gelosia amante e fa rinascere, fa morire l'uomo vecchio e fa risorgere il nuovo in lui.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 85 (84), 9 - 14
Commento del 07/12/2020

Seconda lettura di Ef 1, 3-6. 11-12
Commento del 08/12/2020  e del 05/01/2020



Commenti

  1. "Il Signore mi prese,
    mi chiamò mentre seguivo il gregge".
    Amos confessa.
    Preso dal Signore in un giorno qualunque, normale.
    Mentre ripeteva i gesti di ogni giorno del suo lavoro
    Il Signore irrompe e prende, seduce, un pastore per farlo diventare profeta.
    Da un gregge all'altro, in nome di Dio.
    È così il Signore.
    È così che nasce un profeta.
    È così che si manifesta la gratuità dell'amore di Dio.

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  2. Non ero profeta.
    E non lo sono oggi.
    Ma a mio modo di vivere posso essere capace di COLPIRE con il NUOVO che il profeta vero ha suscitato in me!
    Grazie

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