Salmo del 19 luglio 2021

Furono sommersi
Es 15, 1-6

"Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.

Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!

I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.

La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico".

Il Dio dei padri lo ha annunciato a Mosè e così avviene: ha ascoltato il grido e si muove per liberare il suo popolo.
Il Salmo di oggi prega su questo capitolo fondamentale della storia d'Israele che si è impresso in modo indelebile nella sua coscienza, rivelando che il popolo altri non è che un gruppo di figli strappati dagli abissi della morte.

"I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso".

L'esperienza dell'esodo dall'Egitto si può interpretare in tanti modi. Uno dei più azzardati è vedere tutto come un braccio di ferro tra l'ostinazione faraone, dio dell'Egitto, e il progetto del Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe. Una guerra, un duello, tra due potenti, in cui uno si dice figlio di un dio e il Signore che lega il suo nome a degli uomini, per giunta con una discendenza maltrattata e in cattività!
L'esito mostrerà chi è il vincitore e il vero Dio.

"I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare".

I simboli della potenza militare dell'Egitto vengono scaraventati, come se fossero fuscelli, in fondo al mare, dove solo il Signore può giungere. Gli abissi sono fuori dalla portata degli uomini, simbolo terrificante di tenebre e morte.
È la sconfitta e umiliazione del più grande impero della terra di quell'epoca. Il faraone faceva affidamento sulla sua potenza militare, sulla grandezza secolare dell'Egitto, sulla presunzione di essere divino.
L'arroganza nella Scrittura è stata sempre vista come un pericolo mortale perché non fa fermare prima del limite ontologico, radicato nella nostra natura umana, a cui tutti dobbiamo piegarci.
Gli egiziani, sicuri di vincere contro poveri schiavi in fuga, si schiantano e affogano nell'abisso in cui si sono gettati per la loro cecità.
Nel salmo 33,16-17 è scritto:
"Il re non si salva per un grande esercito
né un prode scampa per il suo grande vigore.
Un’illusione è il cavallo per la vittoria,
e neppure un grande esercito può dare salvezza".

La consapevolezza di riconoscersi impotenti, per tutti, poveri, schiavi, re o super uomini, è la base per accogliere una salvezza che nessuno può procurarsi da solo.
Siamo incapaci, mortali, bisognosi di cure e insegnamenti vital per poter sopravvivere nel cammino.

I mezzi e la forze umane nulla possono davanti al Signore e al suo amore scatenato per la salvezza dei suoi figli.
Il mare, cercato come alleato per fare affogare i profughi, si rivela obbediente al creatore di cielo e terra.
Il faraone aveva scelto i migliori uomini come macchina mortale verso i ribelli. Ma il Signore si era scelto ben altro esercito: quello dei figli che marciano e si affidano al condottiero per eccellenza.
Nella lotta Israele scopre chi è il suo Dio e, nonostante la propria debolezza e fragilità, risulta vincitore per la forza del suo condottiero.
Da questa esperienza nasce una sapienza profetica che sarà una delle più preziose caratteristiche del nuovo popolo.

Si può dire che dall'acqua del Mar Rosso gli Ebrei ne escano resuscitati. L'esperienza "battesimale" non li ha uccisi; sanno di essere nati quel giorno. Adesso il loro Signore è l'indiscusso Dio di tutta la terra. Nessun altro idolo potrà essere tanto forte da strappare i figli dalle sue braccia.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Vangelo della versione di Lc 11, 29-32
Commento del 04/03/2020


Commenti

  1. Si, Mia forza e mio canto è il Signore,
    egli è stato la mia salvezza.

    È il mio Dio: lo voglio lodare,
    il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!.
    Quante volte mio Dio. Mi suona in cuore queste parole, quante volte sono consapevole che sei Tu la mia salvezza?
    Per questo innalzò il mio canto, il mio canto di lode e di ringraziamento.

    RispondiElimina
  2. "I carri del faraone e il suo esercito
    li ha scagliati nel mare;
    i suoi combattenti scelti
    furono sommersi nel Mar Rosso".
    Carri, faraone, esercito, combattenti: tutto in fondo al mare.
    Il Signore annienta i poteri armati, violenti, mortali.
    Il Signore ama la vita, la pace, la gioia.
    Il mare, ad un suo ordine inghiotte ogni strumento di morte.
    Carri, faraone, esercito, combattenti: ne ho bisogno oggi?
    Il Signore ha già aperto le fauci al mare profondo.
    Carri, faraone, esercito, combattenti: li lascerò sprofondare?
    Il Signore vuole piantare nuovi semi di vita, di pace, di gioia.

    RispondiElimina
  3. Il mio DIO salva,sì è sempre attento su questo;
    mi segue,mi insegue,mi affianca;è con me!
    LUI ha a cuore la mia salvezza,la mia qualità di vita.
    Grazie Signore!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019