Vangelo del 18 luglio 2021
"In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose".
Gesù è l'uomo compiuto, senza terrore su Dio, senza quella diffidenza che ci intossica la vita. Per questo mostra pienamente tutta la tenerezza che il Padre emana verso le sue creature.
In questo versetto ognuna delle parole sono profumate di benessere, di quiete e, al solo rileggerle, ci si sente finalmente a casa.
"Venite in disparte".
Il brano porta una tensione, quella della folla che si assiepa in ogni luogo in cui il Maestro insegna. La sua compassione per i loro problemi attira affaticato e oppressi e questo, inevitabilmente, porta ad essere sempre pressati da esigenze di ogni tipo.
Gesù chiama a sé i discepoli. Lui è riposo e cura prima di tutto per chi si prende cura degli altri.
In disparte con Gesù è andare in un luogo appartato, al margine della confusione solita. Per un po' di tempo stare al margine delle cose è riposante, è una emarginazione rivitalizzante. È in questa direzione che il Maestro chiama i discepoli, per un tempo limitato, ma prezioso.
"Voi soli".
È una solitudine condivisa, abitata insieme ad altri. È una bella esperienza di solitudine libera dalle ombre che si possono celare nella solitudine assoluta. È il piccolo gruppo dei discepoli, che insieme a Gesù, vive un momento di vera solitudine, necessaria nello scorrere del nostro tempo, un ritiro rigenerante, un'intimità amante.
"E riposatevi un pò".
Non è il programma di tutta una vita, ma di un po', una piccola porzione di tempo, quella necessaria al riposo, per riprendere fiato, per riordinare le idee e ridare fiato al cuore.
Come in Genesi è descritto pienamente (cfr. Gn 2,2-3), il riposo è il vertice di ogni impegno e di ogni opera creativa.
Mi vengono in mente le parole del maestro Ennio Morricone che ho ascoltato in diretta alle prove di un suo spettacolo e che spesso ripeteva nelle interviste:
"Il silenzio è musica, almeno quanto i suoni, forse di più. Se vuoi entrare nel cuore della mia musica, cerca tra i vuoti, tra le pause. Ogni suono è soltanto la pausa di un silenzio".
Il riposo è così e non è meno importante di ogni azione. Non c'è azione senza riposo, come non c'è musica senza pause di silenzio.
Il riposo è la ricompensa di ogni fatica. È il momento in cui si godono i frutti per cui si è lavorato. È lo spazio in cui Dio parla e il cuore, acquietato, si nutre di lui.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura da Ger 23,5-8
Commento del 18/12/2020
Salmo 23 (22)
Commento del 22/03/2020 e del 22/02/2019
Seconda lettura di Ef 2,12-22
Commento del 20/10/2020
"Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ ".
RispondiEliminaÈ un tempo atteso, sognato, desiderato.
Noi soli con il Signore, in disparte.
Come nel giorno della trasfigurazione, sul monte.
Esiste una chiamata al riposo: venite.
Esiste un tempo di riposo: un po'.
Esiste un luogo di riposo: in disparte.
A queste parole tutto sembra rallentare, fermarsi, trovare pace.
"Venite in disparte,
voi soli,
in un luogo deserto,
e riposatevi un po’ ".
"E riposatevi un po".
RispondiEliminaRigenera,riforma,dà fiducia per un nuovo passo.
Fare carburante.
Questo mi dice,adesso.
Grazie Signore che benedici ANCHE il riposo fisico e mentale.
Gesù ascolta in profondità desideri e bisogni dei suoi amici. I discepoli raccolti intorno a lui condividono quanto è successo nellʼavventura della missione a due. Gesù si prende il tempo che serve perché possano in qualche modo esprimersi e ascoltare, esercitarsi a contemplare la bellezza della buona notizia accolta in diverse case, raccontata da diverse voci.
RispondiEliminaSe i discepoli hanno bisogno di staccare e di riposare un poco, tanti altri invece si attivano, mossi dal desiderio di incontrare la buona notizia, una parola per la loro vita.
Gesù non chiede ai suoi amici di strafare, è sempre lui a precederci con la sua compassione coraggiosa e il suo entusiasmo generoso. E così, in quella folla raccolta intorno a lui, in un luogo inedito che prima era deserto, siamo tutti uguali, discepoli antichi e nuovi, tutti avvolti dalla sete di una parola vera, dalla misericordia del suo affetto.