Salmo del 23 luglio 2020

In lui si rifugia
Sal 34 (33), 2-11

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene".


La liturgia di oggi ci propone alcuni versetti del salmo 34 che abbiamo già meditato il 2 maggio 2019.
Benedire il Signore è risposta alla storia di amore e di amicizia che Dio intesse con ognuno di noi. La benedizione ci precede come una culla accogliente in cui poter crescere.

"Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode".
Mi colpisce la sottolineatura "in ogni tempo".
Com'è difficile per noi pregare nel dolore, nei momenti di lutto, nelle tenebre in cui gli amici, i parenti, compreso il Signore, ci sembrano lontani! Pregare nei momenti positivi viene facile, ma pregare in ogni tempo può essere solo frutto della fede.
Cosa ci vuole dire il Salmo, che forse ogni giorno è colmo della grazia del Signore? Ai nostri occhi non è così!
La Scrittura ci insegna un modo nuovo di intendere la globalità della vita in cui anche la morte è compresa e anche la sofferenza e il male ne fanno parte. Sdradicarli sarebbe come menomare un corpo unitario, recidere una parte dell'esistenza che è tutta nelle mani di Dio e tutta è stata salvata e redenta. Ogni tempo è tempo di grazia, ogni giorno và scoperto in questa prospettiva di fede e merita il nostro grazie.

"Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino".
Il salmista si vanta del suo Dio e il suo messaggio è rivolto ai più poveri ed emarginati, perché sono proprio loro che si rendono conto di quanto il Signore sia colui che cura.
Coloro che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare, che hanno le mani vuote e non possono "sdebitarsi" in nessun modo, ascoltano la buona notizia della salvezza gratis e fanno i salti di gioia!

"Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome".
La gioia e la riconoscenza è così tanta per il salmista che desidera coinvolgere il popolo intero.
Davanti al Signore tutti, onestamente, devono riconoscersi poveri e bisognosi e quindi tutti uniti nell'esultanza della lode.

"Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato".
È proprio questo il motivo della lode: il Signore ha risposto liberando dalla paura della morte.
L'amore scaccia la paura, la fede ci apre gli occhi sulla verità di questo nostro mondo effimero e passeggero.
Mentre la paura spinge ad attaccarsi in modo maniacale alle cose per trovare felicità, scoprire che noi valiamo più di tante "cose", è liberante ed un dono del Signore.

"Guardate a lui e sarete raggianti,

I vostri volti non dovranno arrossire".
Bella questa immagine del passaggio dalla vergogna alla gioia, dal volto di chi mostra disagio alla serenità luminosa di chi si sente accolto dal Signore.

"Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce".

L'angoscia, frutto dei fallimenti passati e dell'incertezza futura, scompare grazie all'affidamento a colui che con il suo amore dà senso alla nostra storia e importanza al
nostro presente. Solo l'essere presenti e consapevoli qui e ora, senza fuggire, senza rimpianti, è la nostra vera vita.

"L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera".

Immagine militaresca che esalta la protezione di Dio per i suoi fedeli. Un esercito forte e rassicurante protegge le mura della città che custodiscono il popolo. Il Signore è il mio custode, dice il salmista, sono in mani sicure.

"Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia".

Un rifugio che ci isoli e protegga dall'esterno è una necessità ancestrale che ci accompagna sempre. Non si vive tranquilli senza la sicurezza che la propria dimora sia sicura.
Qui è Dio il rifugio, la dimora, la casa in cui la vita trova la sua pace e il suo riposo.
Gustare la sua bontà e rifugiarsi in lui è esperienza di beatitudine.

"Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,

ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene".
Tutta la vita cerchiamo di farci leoni per affermare i nostri diritti, cercando di difenderci da chiunque metta in discussione le nostre scelte, anche se evidentemente sbagliate.
La Scrittura non ha dubbi: è una via perdente che ci fa estenuare in una lotta inconsistente.
La constatazione della Scrittura, e di tutti coloro che leggono con sapienza la storia, è che i grandi e i potenti resteranno affamati, ma mai mancherà il nutrimento a chi cerca il Signore e si lascia amare da lui.
Il consiglio vitale per la vita del credente è temere il Signore, fidarsi di lui, riporre in lui la sicurezza e vivere della sua fecondità.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 34 (33)
Commento del 02/05/2019
https://tempodelcanto.blogspot.com/2019/05/salmo-del-2-maggio-2019.html

Commenti

  1. "Ho cercato il Signore: mi ha risposto
    e da ogni mia paura mi ha liberato". Versetto che evoca la liberazione della paura. Liberazione di partenza per ogni altra liberazione. Cercare il Signore è cercare chi mi ha già trovato. Ogni parola verso di lui non è mai inutile. Nella paura allora la medicina è cercare lui perché mi risponda liberando. La paura è un vestito troppo stretto che mi impedisce di respirare e di camminare per la mia via. Da lui desidero esserne spogliato. Essere nudo davanti a lui senza provarne vergogna è inizio di liberazione. Spesso la paura è figlia della vergogna. Lo stesso Salmo lo ripete più avanti. Scoprirmi ascoltato, scoprire la sua compagnia alla mia vita è liberazione dalla paura della solitudine, dalla paura della morte.
    Cercare il Signore e gridare a lui è il mio modo di oggi di entrare nel Regno.

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  2. Benedire, magnificare, guardare, cercare, gridare, gustare, vedere, temere,...tutti verbi che mi aprono sentieri di preghiera personale incontro personale con il mio Dio

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  3. I leoni sono miseri ed affamati.....

    Non solo mi devo difendere dai leoni, ma al tempo stesso posso essere io, un leone per l'altro.
    EQULIBRIO
    L'indole, la pulsione porta a sopraffare chi ti ostacola, ti è diverso....
    Ma plasmato da un ASCOLTO vero, posso tutto e capisco.... anche chi mi aggredisce.
    Tutto ti affido
    Le mie afflizioni, le mie gioie, il mio vacillare
    Guidami sempre
    AMEN

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  4. Vero... É difficilissimo pregare il Signore quando c'è tanta sofferenza intorno a te. Dopo la rabbia viene la resa, menomale cosa potremmo fare noi! Signore dove vado solo tu salvi, solo tu liberi, solo tu guarisci. Questa è la preghiera che faccio spesso nei momenti difficili.

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