Vangelo del 6 maggio 2025
Gv 6,30-35
"In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero.
Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!»"
Un dato di fatto che accomuna tutti è la necessità di nutrirci e crescere. Ma questo non evita il cammino verso la morte. Fatti per la vita ci scontriamo emotivamente , fisicamente e spiritualmente con questo inevitabile passaggio drammatico.
Abbiamo fame di vita, di un cibo vero che ci nutra veramente, che ci liberi dalla fine. Ci occorre un pane di Vita, quello che il Signore, e solo lui, può donarci.
È questo il senso profondo della divisione di pochi pani e pochi pesci alla folla che cercava il nuovo Messia per sfamarsi di Parole che sanno di eternità.
"Non di solo pane vive l'uomo": è la risposta di Gesù al tentatore nel deserto (cfr. Mt 4,4), ma è anche la verità detta su ognuno di noi, la strada mostrata per andare oltre al bisogno del momento e cercare il Pane che sa di vita eterna.
Ci occorre un Pane dal cielo, abbiamo bisogno di Gesù. La sua Parola, la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione, sono pane che nutre tutto noi stessi, è acqua viva che sgorga continuamente per noi.
"I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: «Diede loro da mangiare un pane dal cielo»".
Ci si può accontentare della manna, cioè il pane che il Signore diede all'antico Israele nel deserto, per nutrirli nel momento della carestia? O ci si può accontentare di quella disivione prodigiosa che saziava la folla? Anche loro hanno mangiato e sono morti.
Dio non ripete lo stesso segno, ma fa nuove tutte le cose (cfr. Ap 21,5) e sorprende sempre con manifestazioni del suo amore quotidiane e personalizzate per ognuno di noi.
"Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero".
Gesù chiarisce: Mosè, caposaldo della religiosità ebraica, profeta e condottiero nel periodo più rivelativo per il popolo, non è datore del pane che nutre per sempre.
E' il Padre che può dare "quello vero", cibo celeste perché discende da lui.
Parole fondamentali quelle del Vngelo su cui ci fa riflettere oggi la liturgia. Distinguere, discernere le qualità di cibo che mangiamo, ciò che ci fa crescere, quello che nutre la nostra dimensione spirituale, è fondamentale per non ridurre la nostra esistenza a fagocitare qulsiasi cosa che dia un appagamento momentaneo. Ciò che passa in noi dalla bocca, dalle orecchie, dagli occhi e da tutti i sensi ci nutre, fa di noi persone in divenire.
Le Parole di Gesù sono quelle che, nel marasma delle voci che ci raggiungono, si distinguono come quelle che profumano di vita eterna (cfr. Gv 6,68).
Cibarsi di eternità, ringraziare per i doni continui che ci raggiungono, attingere alla fonte eterna della Parola di Dio, farsi curare su pascoli erbosi del Regno, è il nutrimento adatto a noi, figli del Padre, fratelli del Pastore bello, destinati alla gioia senza fine.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Commento del 16/04/2024
Salmo 31(30),16-17
Commento del 26/12/2023
Vangelo di Gv 6,30-35
Commento del 28/04/2020
Dacci sempre questo pane!
RispondiEliminaSempre.
Non so stare senza il TUO nutrimento;pane per la mia quotidianità;carburante necessario per quello che devo fare;SEMPRE!
Amen🙏🙏🙏
Elimina🙏🙏
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