Salmo del 10 luglio 2025
Sal 105 (104),18-21
18 Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
19 finché non si avverò la sua parola
e l'oracolo del Signore ne provò l'innocenza.
20 Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
21 lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi".
Il Salmo 105 è un esercizio di memoria nella fede che diventa preghiera affinché lo sguardo si apra ad un futuro possibile e pacificato.
Pregando si contempla Dio in azione mentre fa opere meravigliose a vantaggio dell'umanità. Noi possiamo dire con certezza di non appartenere ad un Dio assente, lontano, distratto.
Il salmista invita a meditare giorno e notte la Parola di Dio per crescere nella relazione e nell'intimità col Signore. Forte risuona l'invito a cercare con perseveranza e fiducia: è lui che libera, è lui che cura, è lui che salva.
"Gli strinsero i piedi con ceppi
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l'oracolo del Signore ne provò l'innocenza".
Il Salmo ripercorre la vita del saggio Giuseppe. La Genesi si chiude col racconto più lungo (cfr. Gn 37-50), una lunga storia che vede il prologo della vicenda dei patriarchi con il terribile peccato dei figli di Giacobbe che odiavano Giuseppe, il penultimo figlio.
Eppure da questa vicenda drammatica emerge la vicinanza di Dio che continua a seguire il popolo di Abramo in Egitto nella prigionia di Giuseppe, che, da prediletto di Giacobbe, diventa schiavo e succube in terra straniera.
Le parole del sognatore Giuseppe sono un cibo che dona sollievo al faraone, angustiato per incubi a cui non sa dare risposta. Egli non solo spiega i sogni, ma mostra la soluzione al pericolo della carestia globale del paese che nessuno aveva previsto.
"Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi".
Il faraone libera Giuseppe per l'incredibile lettura di una visione notturna che inquieta la sua vita.
L'amministrazione di questo figlio di Abramo diventerà un vanto e tutti i popoli si passeranno, di bocca in bocca, la fama dei suoi gesti.
Sarà ricordato come un amministratore avveduto, ascoltato da tutti, capo di palazzo nella gestione dei beni della terra. Porterà la fecondità del popolo prediletto da Dio in Egitto.
"L'oracolo del Signore ne provò l'innocenza" e la verità di ciò che diceva quando "si avverò la sua parola". Per mezzo di lui anche la fecondità di un piccolo popolo diventa motivo di lievito nel bene presso tutti coloro che ne vengono a contatto.
La storia di Giuseppe è quella di uno schiacciato dalla vita, di un disperato schiavo in terra straniera che viene sciolto dalle catene e diventa benedizione per i suoi padroni.
Per il nostro cuore, di benestanti occidentali, questa storia diventa la parabola di come il Signore valorizzi le potenzialità di chi meno ci aspettiamo, facendo degli oppressi, dei profughi e degli ultimi della terra, la nostra vera ricchezza e la nostra salvezza.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gn 44,18-21.23-29; 45,1-5
Commento del 08/07/2021
Sal 105 (104),16-24
Commento del 05/11/2020
Vangelo di Mt 10,7-13
Commento del 11/06/2025
Lo fece liberare.
RispondiEliminaAiutami a spogliarmi dei fardelli di un mondo..che fa il mondo........
Io voglio essere sempre qui,ad Ascoltare quello che è bello per me;la TUA guida giornaliera;
il mondo,la mentalità mondana,mi apparirà sempre più effimera.
Amen
"L'oracolo del Signore
RispondiEliminane provò l'innocenza".
È detto di Giuseppe
ingiustamente incarcerato.
La Parola profetica
ha portato giustizia.
La Parola di Dio libera.
Manda Signore la tua Parola
nelle nostre vite.