Prima lettura di domenica 6 luglio 2025

Al petto della sua gloria 
Is 66,10-14

"Rallegratevi con Gerusalemme,

esultate per essa tutti voi che l’amate.

Sfavillate con essa di gioia

tutti voi che per essa eravate in lutto.

Così sarete allattati e vi sazierete

al seno delle sue consolazioni;

succhierete e vi delizierete

al petto della sua gloria.

Perché così dice il Signore:

«Ecco, io farò scorrere verso di essa,

come un fiume, la pace;

come un torrente in piena, la gloria delle genti.

Voi sarete allattati e portati in braccio,

e sulle ginocchia sarete accarezzati.

Come una madre consola un figlio,

così io vi consolerò;

a Gerusalemme sarete consolati.

Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,

le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.

La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi»". 


Papa Francesco faceva distinzione tra ottimismo e speranza. Mentre l'ottimismo è solo una buona premessa per aprirsi al meglio che la vita ci offre, la speranza è virtù teologale, viene dal Signore e ci porta a lui. E se l'ottimismo nei tempi drammatici che stiamo vivendo può essere smentito e frustrato, la speranza è fondata, è aspettativa fiduciosa di bene e non delude (cfr. Rm 5,5). 

Il Papa scriveva: "Io spero, perché Dio è accanto a me: questo possiamo dirlo tutti noi. Ognuno di noi può dire: Io spero, ho speranza, perché Dio cammina con me. Cammina e mi porta per mano".  

Possiamo così riassumere gli ultimi versetti del libro di Isaia, di consolazione e speranza nonostante si rivolgano al popolo schiantato dall'esilio babilonese, depredato di tutto e tornato in una Gerusalemme che è solo ombra di quella meravigliosa del passato. 

Eppure per Isaia quello è il tempo in cui il Signore realizza la sua promessa e si prende cura del suo popolo come una madre fa teneramente con un figlio. 

Il tempo nuovo che il profeta annuncia spinge a superare il lutto e il lamento per aprirsi alla gioia e alla gratitudine. 

Queste parole profetiche ci sono sempre più necessarie, ci ancorano alla luce che sorge sull'umanità e che le tenebre non possono vincere.

"Rallegratevi con Gerusalemme,

esultate per essa tutti voi che l’amate.

Sfavillate con essa di gioia

tutti voi che per essa eravate in lutto".

Invito profetico alla gioia e alla festa perché il Signore si prende cura del suo popolo afflitto. 

Rallegratevi, esultate, sfavillate: il profeta usa tutti i termini possibili per indicare il tempo nuovo che inizia. Chi ha partecipato alla devastazione e ne porta il ricordo  negli occhi, chi è stato schiavo di un padrone straniero a Babilonia, è ora chiamato alla festa. Chi è stato segnato da una sofferenza indicibile, vede quei giorni come cosa passata ed è invitato a dismettere gli abiti del lutto per rivestirsi di quelli della festa.

"Così sarete allattati e vi sazierete

al seno delle sue consolazioni".

Bellissima immagine di maternità premurosa che si aggiunge a quella paterna, mostrandoci Dio Padre e Madre attento ai suoi figli affamati dalle primìvazioni e gravati dalla sofferenza. 
Finito il tempo della carestia spirituale, della privazione economica e identitaria,  il profeta annuncia l'opulenza di un seno pronto a saziare, che diventa culla e accoglienza a lattanti bisognosi di protezione. 

Non sempre il cibo che troviamo sazia profondamente, ci appaga colmando la profonda sete di completezza e accoglienza.

Isaia annuncia che saremo allattati e ci sazieremo! La sazietà viene dal cibo giusto e completo per noi, quello stesso che il seno delle consolazioni del Padre ci dà.

"Succhierete e vi delizierete

al petto della sua gloria".

Ancora l'immagine si completa e si arricchisce mostrando il vero consolatore delle nostre vite, sempre in ricerca di cosa succhiare per sopravvivere.
Qui però non si tratta di sola sopravvivenza: il Signore non dà solo cibo che sazia lo stomaco, delizia i suoi figli appoggiandoli al suo petto!
Dal bisogno alla delizia ne passa tanto di cammino! Isaia è profeta e annuncia questo cambiamento radicale del nostro cercare, il ritrovare la fonte della completezza e la possibilità di succhiare vita per arrivare alla sua gloria.
La promessa si fa messianica e spinge la nostra speranza a guardare fino al Cristo, gioia del Padre, gloria sua e gloria nostra.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Prima lettura di Is 66,10-14 

Commento del 03/07/2022


Salmo 66 (65),5-6 

Commento del 17/04/2024


Seconda lettura di Gal 6,14-18 

Commento del 04/10/2024


Vangelo di Lc 10,1-9 

Commento del 14/02/2025


Commenti

  1. Succhierete e vi delizierete
    al petto della sua gloria!
    Si
    Grande speranza oggi.
    Si
    Ora vivo,ora ne ho bisogno,di succhiare...
    Prego per la Gerusalemme di oggi,è come quella del passo biblico che stiamo meditando!
    Dai fiducia,speranza,nutrimento ai popoli martoriati ,di quelle zone!
    Infondi speranza e fiducia.
    Amen

    RispondiElimina
  2. "Così sarete allattati e vi sazierete
    al seno delle sue consolazioni".
    Consolazione necessaria
    quella di Dio.
    Come una madre,
    ha cura, attenzione,
    gli interessa la nostra vita,
    la nostra fragilità.
    Consolazione che da vita,
    fiducia,
    desiderio di futuro
    e forza per andargli incontro.

    RispondiElimina

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