Vangelo del 20 settembre 2025
"In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse:
«A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza»".
La parabola del seminatore riguarda l'ascolto, la realtà principale della fede.
Ci chiediamo spesso come possiamo ricambiare l'amore di Dio, come esserne degni. L'unica cosa che ci viene chiesta dalla Parola è quella di essere ascoltata.
La fede nasce e cresce proprio con l'ascolto, non certo con i meriti!
Ma l'ascolto trova ostacoli nel nostro cuore come il seme, che ha in sé la spinta a germogliare, ma trova impedimenti nel terreno.
Gesù con molta attenzione ne sottolinea quattro, i principali, dai quali altri ostacoli derivano.
L'ascolto non può essere fatto con superficialità, pur riconoscendo l'efficacia della Parola, perché spesso, sbagliando presupponiamo di saper ascoltare.
La distrazione, la superficialità, le preoccupazioni, ci rubano la gioia e la ricchezza di una Parola non nostra, e quindi inedita per il cuore, pronunciata affinché la vita cresca nel gustare i suoi frutti.
"Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio".
La Parola è un seme, non è una regola, una legge, un giogo opprimente. Troppo spesso trattiamo la Parola di Dio come un manuale di istruzioni o come un codice penale.
Gesù ha una visione diversa e usa immagini che sanno di vita, di crescita, di fecondità.
Per un popolo stanziale, parlare di semi era abbracciare la maggior parte del lavoro e dell'attività agricola. Quanta speranza nei semi sottratti all'alimentazione per riporli nel terreno, quanta fiducia e attesa in un anno affinché il tempo fosse favorevole alla crescita e alla raccolta!
"I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata".
Non ci sono terreni diversi come in genere pensiamo, ci sono modi diversi di accogliere la Parola.
La "strada sono coloro" che ascoltano. Così nelle altre tre ipotesi che Gesù fa nella parabola, il tipo di terreno "sono coloro" che lo seguono.
A secondo dell'ascolto che viviamo Gesù ci mostra il rischio che la Parola di Dio corre in noi.
"Ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati".
Il primo gruppo di ascoltatori è vittima della superficialità, dalla nostra fretta, della nostra presunzione veramente diserbante!
Qui dice che "il diavolo" è il ladro, l'intralcio, il tentatore che non deve neanche fare tanta fatica a trovare parole alternative a quelle di Gesù. Basta solo entrare di soppiatto e rubarle, approfittando della distrazione. E una volta rubato il seme tutto si ferma!
Il primo degli ostacoli all'attecchimento e alla fioritura del seme buono è proprio il rischio di perderlo.
Raccogliamo l'invito sotteso nella parabola: la Parola ha bisogno di essere custodita, tenuta viva, salvata nella nostra memoria, per evitare che con essa ci venga rubato il frutto, il nutrimento della vita.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 1Tm 6,13-16
Commento del 18/09/2021
Salmo 100 (99),4-5
Commento del 17/10/2022
Vangelo di Lc 8,4-15
Commento del 23/09/2023
Aumenta la mia stabilità
RispondiEliminaLa mia dedizione
La mia passione per Te
Ed il TUO seme non cadrà fra i.miei rovi...
Amen
Che la tua parola venga accolta,ascoltata, e messa in pratica da me secondo la tua volontà e non secondo la mia Signore.
RispondiEliminaChe il seme della tua parola possa avere terreno fertile in me Sempre secondo il tuo volere e non il mio🙏
🙏.
A
La parola custodita mi viene in aiuto come un faro in una zona buia ,Clorinda
RispondiEliminaCresca in me
RispondiEliminala Vita che
Tu semini,
con perseveranza
La custodisca e
La concimi
con la Tua Parola
"Il seme è la parola di Dio".
RispondiEliminaLa Parola di Dio è viva,
cresce, porta fecondità,
da frutti deliziosi.
Mi è consegnato un seme,
mi è donata nuova vita.
..."L'unica cosa che ci viene chiesta dalla Parola è quella di essere ascoltata"... Fa che io non abbia la presunzione di saper ascoltare, ma abbia l'umiltà, la docilità e la perseveranza dell'ascolto, la capacità di accogliere la Tua Parola, affinché questo seme, dono del Tuo amore, porti nutrimento alla mia vita
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