Vangelo del 15 gennaio 2019

Il Figlio, impronta del Padre!
Eb 1, 1-6

Veramente profonda la lettera agli Ebrei proposta nella prima lettura della liturgia!
Con immagini calzanti rivela l'inimmaginabile e il non comprensibile (cioè non imbrigliato e ridotto dal nostro intelletto) perché stá parlando della realtà di Dio Padre che non è mai stata vista da nessuno.
Nell'antichità, vedere qualsiasi divinità, guardarla faccia a faccia (ciò che succedeva col faraone che era ritenuto figlio di un Dio), era imprigionarne la sostanza, cioè impadronirsene e sminuirla. Perciò era vietato, pena la vita!
Ma questo è inconcepibile per noi, creature che vivono di visione, che ripongono sul guardare la certezza di giudizi "veri e razionali" perché passati dall'esperienza oculare.
Blaise Pascal, nei "Pensieri" scriveva che se una cosa è incomprensibile, non implica che non esista. L’uomo sa così poco di cosa sia Dio e non sa neppure cosa è egli stesso. Incapaci di conoscere chi siamo, non possiamo che conoscerlo da Dio!
Il nostro Dio è rivelatore di se stesso e di noi!
Ed è un Dio unico, sempre diverso dagli idoli vuoti e muti, perché vivo e parlante!
Pur non visibile ha parlato in molti modi diversi per farsi conoscere, alla ricerca continua di parole, visioni, segni per entrare in contatto con gli uomini.
L'unico vero ricercatore, l'unico amante instancabile e appassionato dell'uomo sì è dimostrato lui nella storia della salvezza!
Questa continua entrata nel mondo raggiunge il culmine e si realizza perfettamente nel Figlio.
Le immagini della lettera agli Ebrei dicono quanto sia necessario guardare al Cristo per colmare il desiderio che abbiamo del Padre.

Irradiazione della sua gloria:
A me viene in mente Mosè che, ogni volta che ritornava dal monte Sion dopo essere stato al cospetto di Dio, aveva il volto così brillante che doveva coprirselo per non intimorire gli ebrei. Eppure Mosè non lo aveva mai visto in faccia!
A maggior ragione il Figlio, in preghiera costante, in rapporto continuo col Padre, è il suo viso rivolto a noi.
Nella trasfigurazione gli apostoli sono presi da timore proprio perché comprendono quello che stava succedendo., Cioè che il loro amico, il loro rabbuní, è irradiazione di Altro!

Impronta della sua sostanza:
Mi viene in mente quando vediamo un bambino identico al padre o alla madre e diciamo che è la sua fotocopia! Che non significa semplicemente una somiglianza esteriore, ma vogliamo indicare quanto anche nel carattere, negli atteggiamenti quel bambino assomiglia al genitore.
E quando vediamo un'impronta sulla sabbia, possiamo, da quella, immaginare e  identificare se è passato un uomo, una donna, se è alto, basso, leggero o pesante ...
Guardare al Figlio è l'unico modo per scoprire tutto ciò che del Padre avevamo intuito, senza poterne fare esperienza.
L'impronta indica ciò che manca, ciò che non si vede ma c'è!

Sostiene con la sua parola potente:
colui che sostiene il mondo con la parola è il Padre!
In questo compito creatore e continuatore di vita è coadiuvato dal Logos, sua parola, generata prima di ogni altra parola pronunciata.
"Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,
lui lo ha rivelato." (
Gv 1, 18)

Veramente queste poche righe della lettera agli Ebrei ricordano e rimandano al credo annunciato nel Prologo di Giovanni!

Commenti

  1. DIO NESSUNO LO HA MAI VISTO

    "Ciò che nel Figlio è invisibile è il Padre, e ciò che è visibile nel Padre è il Figlio" (Ireneo).

    1Tm 6,14: "...il Beato e unico sovrano, il re dei regnanti e Signore dei signori, che il solo che possiede l'immortalità, che abita una luce inaccessibile, che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere".

    "Se mi passa vicino e non lo vedo,
    se ne va e di lui non mi accorgo".
    (Giobbe 9)

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    1. Quello che scrive Ireneo è veramente rivelatore!
      La visibilità del Padre si realizza sicuramente col Figlio. Lui ce lo ha rivelato, cioe ha tolto il velo su tante cose del Padre che erano prima sconosciute.
      Egli è l'Epifania del Padre!
      Ma non avevo riflettuto sul fatto che anche del Figlio tante cose sfuggono e sono un mistero!
      E questo ignoto del Figlio, da gustare e scoprire per tutta l'eternità, è il Padre! Meravigliosa intuizione!☺️

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  2. DIO NESSUNO LO HA MAI VISTO

    "Oh, tu, l'al di là di tutto,
    come chiamarti con un altro nome?
    Quale inno può cantarti?
    Nessuna parola può esprimerti.
    Quale mente può afferrarti?
    Nessuna intelligenza ti concepisce.
    Tu solo sei ineffabile:
    da te infatti tutte le parole sono uscite.
    Tutti gli esseri ti celebrano,
    quelli che hanno voce e quelli che non l'hanno.
    Tutti gli esseri ti rendono onore
    quelli dotati di pensiero
    e quelli che ne sono privi.
    I desideri e i gemiti di tutti
    verso di te si protendono.
    Tutto ciò che esiste ti prega
    e verso di te ogni essere che sa leggere il tuo universo
    eleva un inno di silenzio.
    In te solo tutto dimora
    e in te, con unico slancio,
    tutto approda.
    Di ogni essere tu sei compimento:
    uno, tutto, nessuno tu sei,
    anche se non sei un essere,
    né l'insieme.
    Tu possiedi tutti i nomi:
    come chiamarti,
    te, solo cui non si può fare un nome?
    Abbi pietà, tu,
    l'al di là di tutto.
    Come chiamarti con un altro nome?" (Gregorio di Nazianzo, Poemi I,1,29).

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  3. "Conosciamo Dio veramente quando crediamo che Dio è molto al di là di ciò che noi possiamo pensare su di Lui" (Tommaso d'Aquino, S.c. gent. I,5).

    "5.Però è più arduo il sentiero di coloro il cui cuore è proteso al non Manifesto, perché una meta impersonale è più difficile da concepire per quanti hanno un corpo e una coscienza legata alle forme."
    (Bhagavadgita XII)

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    1. Com'è arduo infatti! Ma chi è questo autore che hai citato?

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    2. È un testo religioso e poetico pieno di sapienza e con una visione radicale: la vita è una guerra, un combattimento (Efesini 6). Sono 18 canti, che richiedono molta pazienza per essere gustati.

      La Bhagavad Gita "Canto del Beato" è un breve poema sanscrito di appena 700 versi inserito nel grande poema epico Mahābhārata, quest’ultimo contiene praticamente tutte le tradizioni normative, religiose, mistiche e meta-storiche dell’India antica. La Bhagavad Gītā, denominata “il Vangelo dell’India”, è l'opera classica più famosa della letteratura religiosa indiana ed è il testo sacro per gli Hare Krishna.

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  4. "Il desiderio della visione:
    la fede.
    Il desiderio del possesso:
    la speranza.
    Il desiderio dell'amore:
    la carità.
    Con l'attesa, Dio accresce il desiderio. Con il desiderio scava le anime. Scavandole, le rende più capaci di riceverlo".(S. Agostino, Comm. 1Gv 4,6)

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  5. "Gesù è la Parola che è presso il Padre, Dio stesso, vita e luce del creato, che ha posto la sua tenda in mezzo a noi. È il Figlio unigenito, diventato "carne" per narrarci il Padre e restituirci, nel suo, il nostro volto di figli". (Silvano Fausti)

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  6. Provo per un momento a paragonare queste " impronte" nella vita di oggi e mi accorgo che spesso l'impronta del Padre è offuscata da altre orme,che confondono il seguito del figlio, ma sta a noi non farci confondere e riuscire a ritrovare anche se con errori e scoraggiamenti quella che è l'impronta da seguire che ci porterà alla serenità interiore per aver ritrovato e riabbracciato il vero Padre.

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    1. Hai proprio ragione, amico sconosciuto, a noi sembra, a volte, offuscata la presenza e la strada diventa accidentata!
      La Parola ci aiuta a riascoltare la voce del pastore che ci chiama per nome e a rimetterci in cammino sulle sue orme.

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    2. È proprio vero che ci chiama per nome ,in ventitré anni di cammino se non fosse stato per la sua voce che chiama per nome sarei sempre una disorientata o sperduta

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  7. Colgo l'occasione per porgere i miei complimenti per aver messo a disposizione un luogo dove dimorare con calma. Dove è possibile apprezzare piano piano la Sostanza verso cui aneliamo. Grazie Concetta.

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    1. Sì, franzeramel, questo era il senso per cui ho iniziato questa avventura!
      Grazie del tuo dimorare e del tuo apprezzare!😘

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  8. Fa molto riflettere su un fatto. Qual'è la mia identità? Chi sono io? Riconoscersi e non essere ipocriti. Quanto ho costruito un personaggio fuori da me in cui non vivevo più? Il Signore ha distrutto l'idolo quando mi ha fatto vedere che partito dal mio finto ed ipocrita cuore e non dal Suo.

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    1. Se nel Figlio e nei fratelli tante cose sfuggono e sono un mistero, anche una parte di noi è celata a noi stessi.
      Non c'è cammino verso l'altro che non dispieghi aspetti sconosciuti di noi e a noi.
      L'altro è specchio che mi rivela.
      Grazie Marika di questa condivisione!

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  9. Risposte
    1. Grazie Marisa, hai ragione, noi siamo impronta di coloro, preziosissimi, che ci hanno portato alla vita, che per primi hanno guidato nostri passi di bambini sui loro passi!
      ♥️

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  10. Da solo mi assolvo ,il mio operato è in discussione, quando di fronte mi si presenta un' opera non compiuta!

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  11. Offrire il meglio ,il buono sempre ,non solo quando sono inquadrata.quante volte faccio la furba non dando il meglio di me solo perché sono in ombra

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