Vangelo del 23 gennaio 2019

Tendi la mano! 
Mc 3, 1-6

"In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo".
Gesù entra in sinagoga, e non gli riservano l'onore, come era avvenuto a Nazareth, di stare al centro per leggere e commentare la Parola, ma è al centro di occhi inquisitori e orecchie avverse.
La sinagoga, luogo di culto, assemblea di credenti riuniti attorno alla Thorá, diventa aula di tribunale.
Già da Mc 2, 13 ss cresce il controllo e l'avversitá delle autorità religiose, prima perché mangia con pubblicani e peccatori, poi per le spighe raccolte il giorno di sabato.
Ogni gesto fa crescere l'ira e la certezza che il suo annuncio è pericoloso per la religione e il culto a Dio e nel brano di oggi arrivano a cospirare per portarlo a morte!


È sabato, divieto di ogni attività, ma un uomo con la mano "inaridita", paralizzata, è venuto anche lui al culto.
La mano in positivo indica potenza, azione, tatto, comunione, contatto, ricezione e donazione.
Quest'uomo ha una mano che impedisce tutto questo, che lo rende menomato nel fronteggiare i pericoli e incapace di contatto, percezione della fisicità del prossimo, malato, impuro e impotente.
Le mani sono indispensabili per rispondere al comando di Dio creatore di soggiogare e dominare la terra.
Quanta grandezza canta il salmista sull'uomo perché Dio gli ha dato potere sull'opera delle sue mani!(cfr. Sal 8,7)
Di sabato, giorno del Signore, tutti gli occhi sono su questo uomo e su Gesù. 

Ma non sono occhi che aiutano l'uomo ad relazionarsi, non sono mani che lo sostengono nella fatica, sono occhi e cuori inariditi che usano il dolore e la sofferenza dell'uomo per condannare il medico venuto a guarire.
Scena descritta da Marco con pochissime parole, ma che dicono tutto il dramma della chiusura e del disprezzo.
Un uomo che ha la mano inaridita, dentro la sinagoga, non la può alzare verso il Signore per la lode e Gesù è venuto perché l'umanità dia gloria al Padre.


"Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!»."
La parola greca che nella Bibbia si traduce come “resurrezione” è anástasis, cioè mettersi in piedi (alzarsi) nuovamente.
Non è solo cura di una menomazione: è tutto l'uomo che va riportato ad una vita piena e completa.
E viene messo in mezzo, lì dove doveva stare chi proclamava la Parola nella sinagoga.
Il posto centrale è dato dal Cristo all'uomo nuovo risanato, reso capace di proclamare le meraviglie di Dio.


"Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo:
«Tendi la mano!»".
Gesù è sempre il maestro e un rabbino che insegna fa prima di tutto domande.
Questa è una domanda che tante volte si sono sentiti fare i presenti alla scuola della Parola. Avevano imparato tutto su cosa era lecito e cosa non era lecito fare il giorno di sabato.
E il sabato non era permesso curare!
Ma Gesù rilancia domande a cui tutti dobbiamo rispondere: è lecito per la legge di Dio fare del bene e salvare?
O è lecito alla stessa legge di Dio fare del male e uccidere?
Chi è il nostro Dio?
Uno che porta vita o uno che la toglie?
Un Salvatore o un accusatore?
Il Salmo 104, dopo aver fatto l'elenco di tutti i doni di cui è piena la terra, dice:
"Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.
Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere."(Sal 104, 27-29)
Il salmista intuisce che nelle mani di Dio c'è il potere di fare entrambe le cose, ma in Cristo questo potere è rivelato solo a favore del bene e della vita.

Guardandosi intorno non trova misericordia di fronte alla morte, non trova volontà salvifica, ma solo condanna. 
E diventa triste di fronte alla durezza del loro cuore e arrabbiato contro la morte che è palpabile in un luogo che dovrebbe annunciare vita.
Comunque ordina all'uomo per il quale è venuto, che lo ha attirato in quanto malato:
"«Tendi la mano!».
Egli la tese e la sua mano fu guarita."
Con questo gesto, Gesù insegna con autorità che la Legge è compiuta e incarnata: non più sequela ottusa di norme, ma rivelazione di volontà salvifica ad un'umanità destinata, se lasciata sola, al rinsecchimento del cuore e alla morte.
Ordina, con la sua parola potente all'uomo che ne è impossibilitato, di tendere la mano, di tornare a chiedere e a dare.

La sua mano riceve il dono mentre il cuore degli accusatori si indurisce ancora di più...
"E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire."


Di fronte alla Parola, sembra dire Marco, le nostre orecchie non sono indifferenti: possono aprirsi e accogliere, o possono diventare ancora più chiuse e portare a decisioni di morte.
Sempre molto incisivo e attuale il Vangelo, ci invita a interrogare il nostro cuore e a capire la direzione presa di fronte al bisogno, alla sofferenza e al grido di aiuto dei fratelli.

Commenti

  1. LO SGARDO DI GESÙ

    Gesù guarda in giro: in greco è periscopene, periscopio. Cioè a 360 gradi. Sono interessanti questi sentimenti di Gesù - Marco con molta sobrietà li annota (abbiamo visto "con compassione" con il
    lebbroso, abbiamo visto Gesù che si meraviglia della fede - un altro sentimento); qui vediamo due sentimenti contrapposti: ira e
    tristezza. Ed è bello che ci siano tutti e due, poi vedremo anche altri sentimenti, quali paura e angoscia, oltre che gioia. Qui c'è ira e tristezza. Sembrano sentimenti contradditori: è arrabbiato o triste?
    Sono due sentimenti, per noi sono contradditori. Sarebbe bene che ci fossero insieme. E spiego: ira per il male, tristezza per chi è nel male. Ma vera ira per il male. Noi invece, deflettiamo in tristezza e non reagiamo contro il male, oppure ci arrabbiamo contro chi ha fatto il male distruggendo anche chi l'ha fatto, poverino, che è la
    prima vittima. Qui invece c'è ira per il male e tristezza per loro che hanno il cuore duro.
    Così, se vuoi bene a una persona, davvero il suo male ti dà fastidio, ti fa arrabbiare. Però non t'arrabbi con lui, con lui senti compassione, tristezza, ti fa pena, lo senti tu. Non so se capite, non
    c'è la semplice remissività. Non solo mi dispiace, ma anche mi arrabbio, però non contro la persona, contro il male. C'è un'animosità contro il male, che è giusta, se no, si rimane sempre
    nel proprio guscio, tranquilli, però c'è una tristezza che fa sì che non è che se la prenda con chi è nel male, ma gli dispiace. S'arrabbia perché gli dispiace. Ci sono vari tipi di reazione, qualcuno reagisce in
    modo diverso, chiaramente. Dipende dal suo temperamento, ma è
    interessante. Ha i due temperamenti opposti, ha sia la durezza
    contro il male, sia la tenerezza e la sofferenza per chi lo fa.
    (Silvano Fausti )

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  2. LA LEGGE E LA CROCE

    A conclusione di questa ultima discussione, il risultato è che io farisei, che rappresentano i tutori della legge, sono gli esperti della legge e gli erodiani, che sono quelli che detengono il potere, si
    alleano. Legge e potere si alleano per uccidere la libertà del Vangelo.
    Quindi qui già si delinea il destino di Gesù: sarà ucciso dalla legge e dal potere. Che sono le due forme fondamentali di paura
    dell'uomo: la legge con cui controlla, il potere che gli dà il controllo effettivo.
    Sono i due motivi della durezza di cuore: l'uomo ha il cuore duro perché è chiuso dentro la legge e il potere, il possesso.
    Chiuso. Non sa amare, non sa donare, non sa vivere.
    E Gesù porterà sulla croce la maledizione della legge e del
    potere e proprio così ci libererà dalla legge e dal potere. Perché il nostro Dio è uno che è stato ucciso dalla legge e dal potere, per cui non c'è più legge o potere che tenga! (Silvano Fausti)

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  3. IDOLATRIA NELLA FEDE

    Il sabato e ogni norma religiosa possono diventare un idolo cui sacrificare il buon senso. Così la straziante scena della guarigione dell'uomo dalla mano paralizzata è emblematico dello stato di lucida follia cui può condurre ogni fanatismo, in questo caso quello religioso. Anche solo immaginare che Dio sia più contento del rispetto esteriore del sabato che del ritorno alla vita normale di un paralitico indica una grettezza di visione che lascia sbalorditi.
    (Paolo Curtaz)

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    1. Paradossale che l'uomo, spinto sempre a salvarsi la vita, si faccia autogol tenendosi stretto un idolo che condanna e fa uccidere gli altri!
      Si sacrifica una vita a questo idolo senza trovare pace e ristoro!
      Sì, questo lascia sbalorditi e non capisco la perizia e la fatica di alcuni di tenerlo in piedi, come gli idoli muti di Isaia.
      Quanta fatica ad avvalorare la tesi di Dio che condanna e non ci si arrende all'amato che vuole portare alla felicità!

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  4. È allucinante vedere l uomo cosi impregnato di legge e potere.....due cose così negative e nocive da renderti cieco e insensibile.
    Gesù è l uomo della vita e la dà in abbondanza senza se e senza ma e però , l uomo invece vuole trasformare questo sentimento vitale in morte. Signore vieni presto nella mia vita malata e rendila fruttuosa, apri il mio cuore chiuso ai bisogni degli altri e rendimi capace di dare vita e gioia ai miei fratelli.

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  5. Beato l uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori , ma il cui diletto è nella legge del Signore e su quella legge medita giorno e notte.

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  6. Mi fa tristezza e rabbia anche a me così dipinta nella sua verità la scena di questo vangelo. Come è realistico ancora oggi! Ci sono persone che riducono in catene e non vogliono che quelle catene siano spezzate. Come se ci fosse un diritto a rendere schiavi, è pazzesco tutto ciò. Così come è pazzesco che ci siano persone ( e io ci cado sempre in questa categoria) che si fanno imprigionare da tante cose e non si lasciano liberare, che preferiscono la tristezza e stare arrabbiati e delusi. Guardarsi la pancia, la mano inaridita piuttosto che girarsi, convertirsi, spostare lo sguardo verso. Mi colpisce che Gesù dice all'uomo "vieni qui in mezzo". E quello va. Stava aspettando chissà da quanto qualcuno che avesse il potere di liberarlo da tutto sto meccanismo mortale che lo aveva annientato. Lo desiderava quasi quanto la morte, forse. Signore grazie per non esserti arreso, perché sei il Liberatore, il Salvatore.

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    1. Molto belli i vostri commenti, mettono ancora più in luce la schiettezza con cui Marco ha descritto la scena che mette in luce, come in un quadro di Caravaggio, i personaggi che vengono tirati in ballo uno alla volta!
      Mi facevate pensare al fatto che la legge puo essere una scusa dietro cui nascondere la nostra chiusura e la paura di essere bel mezzo!
      Gesù distrugge anche questa: chiama e la sua autorevolezza salva tutto l'uomo!

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  7. Anche in me c' è dualismo,tra legge e potere!
    E grave,sono io stesso ad avere potere su di me ed a impormi certi comportamenti!

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  8. Sono bloccata....vediamo se riesco a connettermi

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  9. Ogni opera viene recepita in base all”occhio che guarda

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