Vangelo del 19 gennaio 2019

Levi, segui me! 
Mc 2,13-17

La lettera agli Ebrei, nella prima lettura del  19 gennaio, ha un'immagine incisiva:
"La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore."
La Parola è veramente una spada tagliente da entrambe le parti che penetra dentro le giunture, dentro ai nostri ragionamenti che con-giungono, cercano di mettere insieme, quello che insieme cozza!
Entra lì, perché la nostra giustizia sia separata e si riveli come opposta alla giustizia di Dio Padre.
Eppure in un cammino di fede ci convinciamo che la sua giustizia la capiamo, che non è poi tanto diversa dalla nostra e che siamo figli in sintonia, ormai arrivati alla verità!
Gli altri che non seguono, non pregano e fanno il male, sono fuori!
Dall'alto della sicurezza di pensarla come il Cristo, ci auto-giustifichiamo: io ascolto, vado a messa, ho ricevuto i sacramenti, medito la parola e la capisco!
Poi arrivano brani come questo del Vangelo di Marco e non ti senti più dalla parte di Gesù, ma dalla parte di chi mormora!


Cito il Vangelo di Marco con la traduzione di Silvano Fausti, che si commenta da sola:
"13 E uscì di nuovo lungo il mare
e tutta la folla veniva a lui
e li ammaestrava.
14 E, andando avanti,
vide Levi di Alfeo
seduto alla gabella
e gli dice:
Segui me!
E, risorto,
lo seguì.
15 E avviene che si sdraia a mensa nella sua casa,
e molti gabellieri e peccatori
giacevano con Gesù e i suoi discepoli;
erano infatti molti
e lo seguivano.
16 E gli scribi dei farisei,
avendo visto che mangia
con i peccatori e gabellieri,
dicevano ai suoi discepoli:
Perché mangia con i gabellieri e peccatori?
17 E, udito, Gesù dice loro:
Non hanno bisogno i sani del medico,
ma i malati;
non venni a chiamare i giusti,
ma i peccatori."


La Parola ti sgama nel sentirti arrivato alla verità, nell'essere maestro degli altri, figlio maggiore che sta sempre col Padre e crede di giudicare con gli stessi suoi occhi.
Basta la festa preparata per il figlio minore che, perduto, è tornato in vita, a discernere e svelare la ribellione e l'ottica ottusa della giustizia umana e della legge.
"Vi darò un cuore di carne", aveva profetizzato Ezechiele, cioè estirpando la legge scritta su pietre che vi ha indurito e fatti giudici degli altri, vi doneró il cuore di fratelli che tornano a battere, risorti!

Il Gesù di Nazareth di Zeffirelli, nelle scene della chiamata di Levi, sottolinea la discrepanza tra l'atteggiamento di Gesù e quello dei presenti, spettatori di questa accoglienza vergognosa!
Non solo gli scribi e i farisei rimangono scandalizzati per la commistione di un uomo che viene da Dio, con un pubblico peccatore che riscuoteva le tasse per gli idolatri romani, ma anche i discepoli, a cui i gli scribi rivolgono la domanda del v. 16, rimangono disorientati.
"Perché mangia con i gabellieri e peccatori?"
Domanda fatta a noi che ascoltiamo, scomoda evidenza che ci distanzia dall'accoglienza del Maestro.
Nel film Pietro è colui che fa più resistenza, colui che viene evangelizzato dallo scandaloso familiarizzare di Gesù con chi è "fuori dalla grazia di Dio!" "
La riconoscenza di Levi, il figlio perduto e malato, converte i discepoli alla misericordia inaugurata con la predicazione del Figlio.
"Non hanno bisogno i sani del medico,
ma i malati; non venni a chiamare i giusti, ma i peccatori".
Inaudito: il Messia ha parole amorevoli per i peccatori, li cerca, ci mangia come familiari e se li porta appresso! E lascia i 99 giusti nel deserto!

Il perdono per grazia, cioè gratis, è la vera rivoluzione di questa buona notizia.
Nulla da comprare, nulla da meritare con sforzi di santificazione personale, nulla da pretendere!
Il giovane ricco che aveva seguito tutta la Legge sin dalla giovinezza, se ne va via triste; il disprezzato pubblicano Levi/Matteo seguirà il Maestro e diventerà evangelista prezioso, anch'esso pescatore di uomini per la vita.

La nostra liturgia prevede, proprio nel momento in cui si riceve la vita del Figlio nell'eucaristia, di riconoscerne il dono immenso, gratuito, non rapportato alla bontà o santità personale.
Non sono degno di partecipare alla stessa mensa del Signore, ma soltanto una parola, la Parola "Segui me", detta a Levi gratis, mi salva!

Commenti

  1. Quanta verità dicono queste parole.....La Parola ti sgama mi colpisce tanto questa frase e ho pensato: che ben venga allora a sgamarmi, a farmi uscire allo scoperto, a buttare via la maschera dell egoismo, della presunzione, del condannare gli altri se la vita che mi ha donato il Signore è verità, carità, benevolenza, dono gratuito perché nascondermi dietro meschine facciate? Ecco vieni Signore ,entra nella mia vita che è tuo dono gratuito, e illuminami con la Tua verità e no la mia.

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    1. Niente da aggiungere al tuo commento, proprio azzeccato!
      E faccio mia la tua preghiera!

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    2. "Non hanno bisogno i sani del medico, ma i malati!"
      Una amica, nonna calabrese, mi scrive commentando così:
      Nel tempo in cui i medici (ben pagati) sbagliano terapie e malvolentieri visitano i malati, l'annuncio di GESÙ ci sconvolge ,in positivo.
      Non solo ci cura gratuitamente ma lo fa con tanto Amore ...

      Infatti, cara amica, Gesu è il medico giusto che ci serve!

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  2. Segui me!
    E, risorto,
    lo seguì.
    Al centro di questo Vangelo, tre parole su cui fissare il cuore.
    "Segui me!", il famoso "Seguimi" che Gesù ripete spesso, un imperativo (non una richiesta o una invocazione), una "parola creatrice" che fa ciò che dice, che crea, che mette in moto, che accende un fuoco incontenibile. È il tipico parlare di Dio, è parola di Dio, alla quale la Bibbia ci ha familiarizzato fin dal primo "Sia la luce, e luce fu"!
    "Risorto". La Parola fa un effetto, produce una reazione, genera un moto, fa risorgere, risollevare, mettere in piedi, generare energia, provoca una risposta. In una parola riuscita, chiama alla vita, spinge al largo, produce movimento verso il nuovo.
    "Seguí". Finalmente la Parola si vede! Levi segue, si è spostato da "dietro" il banco delle imposte a "dietro" a Gesù. Un uomo lascia il suo mondo di abitudini e inizia una sequela verso dove non sà. Tutto questo noi chiamiamo vocazione, chiamata, sequela. Tutto questo produce la Parola ogni volte che risuona nelle nostre orecchie e scende nel cuore per farci "risorgere".

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    1. Grazie Giorgio!
      Mi colpisce molto quello che dici:
      "Segui! Finalmente la Parola si vede!"
      Perché pensavo, la Parola CI vede!
      Essere visti, chiamati, rialzati da una mano, è vitale, come lo è per un neonato essere visto e coccolato dalla sua mamma.
      Noi siamo fatti per essere visti, chiamati per nome, guidati nel cammino, amati! Essere adulti non significa dover rinunciare a tutto questo, ma, anzi, dare la possibilità al nostro bisogno di essere colmato, lasciare che queste dimensioni vitali di abbracci ci raggiungano.
      E il Signore opera nuova vita proprio convincendoci del suo amore, donandosi a noi, proprio ad ognuno di noi, e rendendoci figli speciali per lui.

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  3. Quando si parla di chiamata, mi viene subito in mente un versetto del Siracide: "Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
    prepàrati alla tentazione" (2,1).
    È la prima cosa che direi a chi mi dice "il Signore mi ha chiamato". Preparati alla tentazione, ad essere provato, a sperimentare un nuovo al quale non sei preparato e che ti supererà come un onda ti supera e ti travolge quando il mare è agitato. La sequela non è solo un cambio di abitudini: prima facevo cosí ora faccio cosà. Nella chiamata è insita una nuova esperienza, una tentazione. Quanto è opportuna l'invocazione del Padre Nostro:“non ci indurre in tentazione", "non abbondonarci alla tentazione". "Non farci entrare nella prova". Il
    Salmo 119,154 così prega: " Combatti nel mio combattimento e salvami" . Per evitare equivoci la lettera di Giacomo (1,12) dice: "Dio non tenta nessuno", nel senso che non provoca il male di nessuno, non spinge verso la distruzione, la morte. Nel Vangelo di Luca (22,28), Gesù così definisce i dodici, quelli che come levi ha investito col "Seguimi": "Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove". Perciò il saggio consiglio del Siracide all'inizio di ogni sequela è imprescindibile e induce a preparare il proprio cuore e tutta la propria vita ad una vita "nuova", che come il vento (Giovanni 3) non saprò più da dove viene né dove va, ma che è totalmente nelle mani del Padre, in balia dello Spirito alla maniera del Figlio.

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    1. Dio non tenta nessuno, non provoca nessuno, non spinge verso la tentazione verso la morte.......molto bello quello che hai detto e vero.È il Dio della vita, del nuovo, del rinnovamento, del rovesciamento, rimescola i pensieri negativi in positivo, rinnova il cuore , illumina il cammino e stravolge la via dell empio, si è proprio così il mio Signore è la vita no la morte.In Lui vi è la vita e anche in abbondanza chi è mai come Te Signore!

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Questa parola struggente che penetra fino alla profondita' delle viscere fino al punto che ti domandi ma io che cosa ho fatto finora? Mi sono lasciato trascinare dagli idoli? O mi sono immerso nell' amore che dio prova x me? Ia parola ti salva ti apre gli occhi e il cuore trasportandoti dove vuole lui

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    1. Grazie, Giovanniv!
      Bel commento!
      Veramente la Parola muove le viscere!

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