Vangelo del 29 gennaio 2019

Chi sono i miei fratelli? 
Mc 3, 31-35

"In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre»".
Due modi di stare con Gesu subito 
saltano agli occhi in questo Vangelo:
"... stando fuori, mandarono a chiamarlo".
"Attorno a lui era seduta una folla"

È lampante che l'atteggiamento  in cui vorrei stare io è il secondo.
Io non mi sento parente, tanto meno madre o sorella, ma mi sento parte della folla che vorrebbe essere lì, seduta ad ascoltare il Maestro.
Ma fuori dal cerchio di chi attende le sue parole c'è un mondo che vorrebbe attirarlo al vecchio, alla casa familiare, al conosciuto per trent'anni, al lavoro di falegname... 
È la tentazione di riportarlo alla religiosità consueta, alla vita del buon galileo osservante, meno in balia di un futuro insicuro in cui sta' trascinando anche la madre e i parenti.
Non è facile la via di Gesù, specialmente per loro: è un pericolo, è un azzardo, è contro la morale comune.

Ma la sua risposta l'avevano già sentita a dodici anni:
"Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro." LC 2, 46-50
Brano molto interessante per la nostra riflessione di oggi.
Qui Gesù è sempre al centro, non di una folla, ma di maestri.
È discepolo perché ascolta ed interroga; è anche maestro perché insegna con risposte date con intelligenza.
La risposta data ai genitori mostra che per lui è necessario che si occupi del Padre.
È là il suo posto e da adulto mostrerà quel posto alle folle, come colui che ascolta il grido del popolo e mostra il Padre.
I genitori non capiscono perché gli faccia questo. È un dolore personale profondo che hanno provato quando hanno pensato di averlo perso;  è una lacerazione non comprendere, non entrare in tutta la realtà del loro figlio.
Angoscia e separazione che prima o poi tutti noi genitori abbiamo provato o proveremo.
«Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».
Anche adesso lo cercano e non trovano il suo posto perché non entrano e non si siedono intorno ad ascoltare.
Sono ancora fuori, devono ancora fare il passo e non guardarlo più con gli occhi che guardano ai legami di sangue, ma ascoltarlo con orecchie di discepoli e legami di figli.
La domanda è rivolta alla folla intorno, ma anche a loro che sono fuori:
"Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?"
Non è Gesù che deve andare fuori, ma loro che sono invitati ad entrare dentro questa nuova vita.
C'è un legame più profondo della parentela di carne.
C'è un'appartenenza che supera, nello Spirito, la consanguineità, una comunità che è segno della comunione voluta dal Padre con tutti i figli.
"Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo." Lc 14, 26
Lacerazione necessaria per fare la strada verso il Padre, decisione che Gesù ha preso per primo, affinché sia un figlio nuovo, quello prediletto nel quale il Padre si è specchiato e compiaciuto (Mc 1, 7-11).

"Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre»."
È qui la scena che più mi commuove: girando lo sguardo intorno cosa trova, chi ha davanti?!
Poveri assetati che attendono una parola di conforto, mendicanti di amore che desiderano un padre, pecore senza pastore che aspettano chi si prenda cura di loro?!
Questo diremmo noi. Solo questo vediamo, ed è vero!
Ma i suoi occhi vedono altro! Vedono oltre!
Vedono fratelli di uno stesso Padre, sorelle che confortano i suoi giorni e il suo cammino, madre che lo educa a camminare nel mondo.
Gesù guarda gli uomini dal basso, da chi si è fatto figlio e fratello affinché tutti entrassero nella figliolanza e nella comunità dei salvati.
Discesa totale che lo ha spogliato dell'essere il Signore, per guadagnare tutti i figli a suo Padre.
Umiltà di servo che non si è vergognato di dirsi nostro fratello! (Eb 2, 11)
E non fratello per modo di dire, ma fratello ultimo, il minore, che il Padre ha rivestito dell'abito del primogenito affinché il fratello maggiore, da fuori, accettasse di arrendersi all'amore e di entrare alla festa.

Commenti

  1. 33E, rispondendo loro, dice: Chi è la mia madre e i (miei) fratelli?

    Ecco la risposta di Gesù. Gesù indica le persone che stanno
    sedute attorno a Lui. Lo star seduto è l’atteggiamento del discepolo che ascolta. Sta seduto per ascoltare. Gesù dice: chi è mia madre e i
    miei fratelli? Chi fa la volontà di Dio. Cosa vuol dire fare la volontà di Dio? Vuol dire ascoltare Gesù. Fare come questi che ascoltano. Mentre i suoi e gli scribi non
    vogliono ascoltarlo, vogliono che Lui ascolti le loro opinioni, i loro interessi.
    Come vedete in questo brano viene smascherato il tentativo
    che facciamo di capovolgere da fede. Invece di ascoltare la sua chiamata, vogliamo che Lui ascolti la nostra. Lo chiamiamo noi fuori. Invece che lasciarci prendere da Lui, vogliamo prenderlo noi,
    portarlo noi dove vogliamo noi. Invece che ascoltare noi Lui,
    vogliamo che Lui ascolti noi; invece che fare noi la sua volontà, vogliamo che Lui faccia la nostra volontà. È la tentazione costante.
    Allora per diventare padre e madre - e madre vuol dire in
    generale Dio, la sua presenza nel mondo, come ha fatto Maria - per
    diventare madre bisogna ascoltare Lui. Perché? Perché se tu lo ascolti generi in te il Figlio, tu diventi figlio e quindi diventi suo fratello e sua sorella. Proprio mediante l’ascolto. (Silvano Fausti)

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  2. Maria è trattata male in questo brano?

    Se la dignità d’essere madre di Gesù dal punto di vista biologico è certamente un dono esimio per Maria, d’altro canto il suo divenirne “madre nella fede” è infinitamente più
    importante perché scaturisce da un cammino di fede cui lei stessa ha scelto di sottostare
    divenendo in tal modo la prima e perfetta discepola del Figlio, capace in tal modo di
    “generare” altri figli alla famiglia di Cristo.
    Ciascuno, come lei, è chiamato a compiere un cammino, che richiede un balzo, che lo
    porti dallo stare “fuori” all’entrare “dentro” la nuova famiglia di Gesù. Se Marco,
    nell’episodio evangelico commentato, pone Maria “fuori” dalla cerchia dei discepoli ponendola ancora tra i parenti, lo fa con l’intento di sottolineare che anche per lei è necessario operare una decisione in ordine al mistero del Figlio: solo aprendosi alla fede e alla sequela di lui le sarà possibile entrar a far parte della sua nuova famiglia. Maria non sta perciò né tra gli esonerati né tra gli arrivati, ma si pone accanto ai pellegrini, ai
    chiamati ad entrare a far parte del popolo nuovo. Ci è sorella e madre. Questa è la grande
    intuizione fatta propria anche dal Concilio Vaticano II che ha voluto trattare il ruolo di Maria
    nel mistero salvifico collocandola dentro la riflessione sulla Chiesa (cfr Lumen Gentium).
    Comprendiamo che, nonostante una prima impressione che può scaturire dal testo, la madre non è disprezzata dal Figlio, non è messa indifferentemente da parte, ma semplicemente inclusa tra coloro che accolgono con gioia di stare seduti ai suoi piedi.
    Commenta a tal proposito Agostino: “Santa è Maria, beata è Maria, ma più importante è la
    Chiesa che non la vergine Maria. Perché? Perché Maria è una parte della Chiesa, un
    membro santo, eccellente, superiore a tutti gli altri, ma tuttavia un membro di tutto il corpo.
    Se è un membro di tutto il corpo, senza dubbio più importante d’un membro è il corpo. Il capo è il Signore, e capo e corpo formano il Cristo totale. Che dire? Abbiamo un capo divino, abbiamo Dio per capo” (Serm. 72). (Attilio Franco Fabris, Abbazia di Borzone)

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    1. Ha fatto, sì certamente ha fatto la volontà del Padre Maria Santissima, e perciò conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo [...]. Anche Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l'ha osservata. Ha custodito infatti più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo"
      (S. Agostino, Sermo 25, 7)

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  3. "Fare la volontà di Dio": quante volte l'ho sentita ripetere questa frase! Ma, ad essere sinceri, quasi mai in un contesto di gioia o di fiducia, quasi sempre in bocca a persone che si venivano a confidare durante un periodo difficile, incomprensibile, fatto di dolore ed ostacoli, lunghi racconti di vita, molti peraltro simili che, alla fine, dopo un sospiro prolungato, pronunciavano la fatidica frase: "Se Dio questo vuole, sia fatta la sua volontà!" come a dire: "Chissà che altra tragedia Dio sta facendo cadere sulla mia testa!" No, amici, paganesimo in agguato, attenti! La volontà di Dio nella Bibbia è sempre e solo volontà di bene, desiderio di riuscita. Gesù lo dice esplicitamente in Giovanni: "Questa è la volontà del Padre mio: che nulla vada perduto di ciò che lui mi ha donato" (6,39) : siamo dono del Padre al figlio ed entrambi vogliono la nostra salvezza! (Paolo Curtaz)

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  4. Gesù aveva fratelli e sorelle?

    Nei testi evangelici ci sono riferimenti espliciti ad alcuni “fratelli e sorelle” di Gesù (Mc 3,32 ; 6,3 e par.) E ne vengono riportati quattro nomi: “Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda” (Mc 6,3). Di questi quattro, Giacomo svolgerà un importante ruolo nella chiesa primitiva, come capo della chiesa di Gerusalemme, e sarà conosciuto proprio come “Giacomo, il fratello del Signore” (Ga 1,19; cf. 1Co 15,7). D’altra parte occorre aver presente che in ebraico e in aramaico non esiste un termine specifico per distinguere i gradi di parentela, per cui tutti i parenti sono “fratelli”. La parola greca che traduce “fratello”, adelfòs, impiegata nei vangeli (testi che riflettono un mondo semita e non greco), ha un significato molto ampio, che va dal fratello di sangue fino a fratellastro, cognato, zio, vicino, discepolo, ecc. In Gn 13,8 si dice che Abramo e Lot erano fratelli, quando in realtà per altri dati sappiamo che erano zio e nipote. In Mc 6,17 si dice che Erodiade si era sposata con Erode, “fratello di Filippo”, e in realtà erano fratellastri, giacché avevano madre diversa. In Gv 19,25 si legge che stavano vicino alla croce di Gesù “sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleofa”, cioè due Marie che dovevano essere parenti e non sorelle di sangue, poiché avevano lo stesso nome proprio.

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    1. Signore tu aggiungi sempre qualcosa alla mia vita, in te sono madre, sorella, moglie, figlia e la tua parola mi porta nel tuo cielo, nella tua famiglia

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  5. Grazie Giorgio per la chiara spiegazione della frase: fare la volontà di Dio. Se ci penso cadere nell errore di pensare al peggio chissà Dio cosa mi farà succedere! È un pensiero frustrante e angosciante, infatti quando succede un lutto, catastrofi o cose del genere, la prima frase che si dice è : vuol dire che Dio così vuole! È veramente orribile se fosse così, questo non è il Dio di Abramo che tutto fa per il bene dei suoi figli, non sarebbe mio Padre, il Padre misericordioso di tutta l umanità, ma un idolo mostruoso.Signore apri il mio cuore, la mia mente trasforma i miei pensieri mortali in vita Tu che sei la vita io voglio fare la tua volontà, anzi desidero farla sicura di essere in buone mani perché vero re vero pastore e vero agnello tu sei.

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  6. Chi è mia madre chi mio fratello. la forza che si attingeva in famiglia qualche tempo fa oggi non ci si ritrova quasi più.essere sicuri del clan che ti protegge il cosiddetto patto di sangue anche quello è fallibile .Signore lasci che il mio essere si appoggi a te senza remore

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  7. Accendi nel mio cuore il desiderio di te Signore:il desiderio di cercarti e di trovarti nella Parola non si esaurisca
    Cecilia

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