Sabato Santo 3 aprile 2021 - Preconio Pasquale

La notte splenderà come il giorno
Canto tratto dal Preconio Pasquale

"Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall'oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all'amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi.
Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro.

Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti.
O immensità del tuo amore per noi!
O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!

O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere
il tempo e l'ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.
Di questa notte è stato scritto:
la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia.

Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti.
Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace.
O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore!"


L'Exultet o Preconio Pasquale è un testo molto antico; se ne attesta già l'uso ai tempi di San Girolamo e Sant'Agostino.
E' la solenne lode iniziale che si canta nella Veglia Pasquale di stanotte, accanto al cero pasquale acceso con il fuoco nuovo.
Nella veglia di tutte le veglie, l'accensione del cero è un rito evocativo della Luce che irrompe nelle tenebre, come Giovanni la descrive nel Prologo.
Colpisce ancora oggi l'arditezza del testo e la sua modernità, tanto che alcuni brani, come quelli che mi hanno colpito e sui quali mi soffermo, sono assolutamente rivoluzionari e ancora non "assimilati" in modo adeguato nella fede di tanti credenti.

"Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo
dall'oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo,
li consacra all'amore del Padre
e li unisce nella comunione dei santi".

Nella mistica ebraica si parla di quattro notti fondamentali nella salvezza, notti in cui Dio è rimasto sveglio ed operoso a favore dell'umanità: la notte della creazione, la notte in cui promette ad Abramo e Sara il figlio, la notte di Pesah, dei primogeniti in Egitto ed infine la notte futura in cui arriverà il Messia.
La notte è tempo di mistero e di riposo per l'uomo ma non per il Signore. E' tempo suo, in cui opera portando luce in tutte le tenebre invalicabili per l'uomo. Lavora per distruggere i nostri abissi, quegli intralci (o peccati) e la cecità che ci impedisce di vedere la Luce.
Così è stato per la notte in cui Cristo è stato risuscitato dal Padre.
Come la notte si dissolve nella luce dell'aurora, così la notte del peccato si dissolve nella luce salvifica del Cristo risorto.

"Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro".

È la quinta notte che noi cristiani aggiungiamo alle altre quattro, culmine e compimento di tutte, notte cardine in cui sono spezzati per sempre i vincoli del nemico capitale dell'uomo: la morte.

"Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti".
Come se il cantore riflettesse tra sé e sé, è annunciata questa preziosa verità!
Nati due volte si potrebbe dire, aggiungendo alla nascita naturale quella della nuova nascita del riscatto, della liberazione.
La prima nascita sarebbe stata inutile e fallimentare senza la seconda; sarebbe stata una nascita per la morte. Questa invece è una nascita per la vita, il nascere nuovamente, sussurrato come possibilità inimmaginata a Nicodemo (cfr. Gv 3, 3-5).

"O immensità del tuo amore per noi!
O inestimabile segno di bontà:
per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!"

Stupore e gratitudine davanti a questo scambio a perdere: quale uomo, con un po' di potere, avrebbe sacrificato la sua stessa carne per un estraneo, per giunta schiavo?
Il dono è sproporzionato e dice chi siamo noi agli occhi del Dio Creatore e Salvatore.
Il Padre ha consegnato il Figlio nelle mani degli schiavi, che non riconoscono i doni, e ne hanno saccheggiato il corpo, se ne sono impadroniti come una cosa da sfruttare, uccidendolo!

"Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!"

Con grande arditezza teologica si afferma la provvidenziale necessità del peccato di Adamo che ha scatenato una così grande risposta d'amore da parte di Dio.
Prendendo in prestito le parole da S. Agostino, il Preconio annuncia alle orecchie incredule dei fedeli che il peccato, nostro tormento, nostro impedimento nell'amore, è stato addirittura una colpa felice, fortunata, benedetta, perché ci ha fatto godere del grande redentore! Il linguaggio paradossale è giustificato dalla straordinaria grandezza dell'opera del Signore e dal riconoscere che tutto è grazia.

"O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere
il tempo e l'ora in cui Cristo è risorto dagli inferi".

Sembrava la notte della deposizione, della tomba, invece era la notte tanto attesa del risollevare, in cui veniva deflagrata dalla luce la meta finale degli uomini, il tenebroso regno dei morti.
È la notte testimone della risurrezione, beatitudine piena perché un'opera potente riporta la vita nel corpo del trafitto.

"Di questa notte è stato scritto:
la notte splenderà come il giorno,
e sarà fonte di luce per la mia delizia".

È la notte più luminosa del giorno perché splende la luce del Cristo risorto.
È la notte attesa da Abramo (cfr. Gn 15, 5), in cui, il discendente, la stella più luminosa di tutte, avrebbe irradiato la benedizione senza fine.
E' la notte annunciata dai profeti (cfr. Is 9, 1) in cui la luce rifulge su tutti coloro che camminavano a tentoni nelle tenebre.

"Il santo mistero di questa notte sconfigge il male,
lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori,
la gioia agli afflitti".

Ascoltando queste parole il cuore si risolleva: di tutto questo abbiamo bisogno, di questa liberazione radicale!
Un solo uomo risorto è la breccia che sconfigge per sempre il male e la morte, portando finalmente la gioia nel mondo.

"Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti,
promuove la concordia e la pace".

A Pasqua la notte, normalmente simbolo negativo, cambia volto e si rivela come terreno fertile per la volontà di Dio.
E' l'alba dei tempi messianici in cui giustizia e riconciliazione possono abbracciarsi, l'odio e le divisioni sono cancellati e sorgono comunione e pace, frutti di vita nuova.

"O notte veramente gloriosa,
che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore!"

Notte di nozze tra Dio e l'umanità! Il cielo e la terra, prima così lontani, finalmente si congiungono diventando dimora dello Sposo con la sposa.
Nessuna notte è salutata così, nessuna notte porta tanta benedizione!
Per questo attendiamo tutto il giorno, per aprirci infine nel canto della veglia pasquale!
La notte preparata e disegnata dal dito di Dio sia per noi l'irrompere della gioia tanto desiderata, l'unione che pensavamo perduta senza scampo, la resurrezione delle speranze e della certezza di vita per sempre.

Commenti

  1. "Nessun vantaggio per noi essere nati, se lui non ci avesse redenti".

    Io mi vanto delle mie azioni?
    Sono così,colà.....
    Nulla è così qualificante come l'azione dello Spirito,di questo venticello che sento stamane e che percepisco apportatore di pace e speranza di una LUCE nuova nel mio cuore offuscato da "scemenze"inutili e dannose!
    Grazie perchè ci SEI per me.Che ti fai sentire,percepire.
    Grazie Signore!

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  2. "O inestimabile segno di bontà:
    per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!"
    Allegrezza e stupore di Pasqua. Per la nostra liberazione il Padre ha donato il Figlio. Per noi, per me, per te. A questo è arrivato l'Amore. Fino a questo punto Dio è Padre. Pasqua è rivelazione del Padre,
    è dono di vita del Figlio ,
    è effusione dello Spirito su ogni carne.
    Dio è buono,
    Dio è misericordioso,
    Dio è benevolo,
    Dio è salvatore,
    Dio è datore di vita:
    Dio è Amore!

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