Prima lettura del 18 marzo 2025

Se i vostri peccati fossero come scarlatto
Is 1,10.16-20

"Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio,
popolo di Gomorra!
«Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l’oppresso,
rendete giustizia all’orfano,
difendete la causa della vedova».
«Su, venite e discutiamo
– dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana.
Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra.
Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato»".


Il profeta Isaia riparte dalle basi di quella che noi chiamiamo conversione, ma che è la necessità primaria della convivenza fraterna e della pace.
Il grido che si alza dalle sue pagine vale tanto per l'antico Israele come per noi:
"Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene".

È il primo passo per dare una vera svolta ad un'esistenza segnata dal primeggiare, schiacciare gli altri visti come nemici, affermarsi a scapito del prossimo e armarsi davanti ad ogni diversità.
L'amore per il bene è un impegno quotidiano, fatto di passi concreti di rinunce consapevoli di offese e difese per passare a sostenere, aiutare, lodare e ringraziare.
La parola profetica ci è preziosa, facile da tenere viva nel nostro cuore e rivelatrice della riconciliazione continua del Signore verso di noi. È lui che si prende cura della nostra vita, rendendoci capaci di aderire al bene con sincerità.

"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana".

Grandezza della misericordia di Dio che ha il potere di sbiancare i colori più tenaci conosciuti nell'antichità: la porpora e lo scarlatto!
Sono immagini che dicono il desiderio e la volontà di Dio di liberare il cammino dell'uomo da ogni intralcio e ostacolo, da tutto ciò che di torbido può inquinarlo.
Non c'è niente che possa resistere al Signore, niente che può impedirgli di riportare a sé i cuori incrostati dalle complicazioni del peccato.
Non a caso di scarlatto e porpora erano tinti gli abiti pregiati dei notabili, dei re, dei ricchi, dei sacerdoti.
Inoltre l'intenso colore di entrambi ricorda il sangue e quindi la soppressione dei fratelli.
Nessuno è fuori dalla misericordia del Signore, nessun peccato così grave da non poter essere trasformato in luce da lui.
Il suo perdono sbianca con un'azione di purificazione profonda, converte i cuori anche dei potenti, di chi ha in mano le sorti dei poveri e degli oppressi.

"Se sarete docili e ascolterete,
mangerete i frutti della terra".

Docilità e ascolto fanno ereditare la terra promessa ai padri (cfr. Is 55,2). L'ascolto della voce del Signore e la docilità ai suoi comandi rendono feconda la nostra vita, la colmano della sazietà offerta da chi prepara nutrimento in abbondanza.
"Prendete e mangiate" (Mt 26,26) è l'invito del Signore che provvede il cibo ad ogni vivente. Il Signore sempre prepara una mensa abbondante per i suoi figli, a misura della sua generosità e non in base al nostro merito.
I "frutti della terra" saranno sempre doni suoi, elargiti su tutti, buoni e cattivi, immeritati per chiunque vista la nostra fragilità e infedeltà.

"Ma se vi ostinate e vi ribellate,
sarete divorati dalla spada,
perché la bocca del Signore ha parlato".

Chiudere il cuore alla Parola è cadere nella sterilità, nella grettezza e nell'appassimento delle nostre capacità vitali.
Ribellarsi ai comandi divini è mortificare la nostra grandezza nella creazione, seguire strade contrarie alla nostra natura di figli, far precipitare i nostri sentieri nelle tenebre.
Dio supplica il suo popolo e ognuno di noi ad abbandonare la via della morte e a dirigerci decisamente sulla via della vita (cfr. Lc 1,79).
Non ci fa mai mancare la Parola dei profeti che ci ricordi a quale bene siamo chiamati (cfr. Ef 1,18) e alla necessità di una conversione continua, per rimanere fiduciosi sulla via della vita.
Siamo sempre a rischio di morte, di perderla qui sulla terra la nostra possibilità di pace, saldezza, prontezza nel donare ed allargare le braccia ai fratelli.
Il Signore misericordioso ci attrae continuamente a sé, ci fa capaci di amore, di passare da occhi iniettati di sangue, allo sguardo chiaro e luminoso di chi vede fratelli perché l'attenzione è puntata sulla paternità e sulla speranza.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 1,10.16-20
Commento del 10/03/2020

Salmo 50 (49),16-17
Commento del 27/02/2024

Vangelo di Mt 23,1-12
Commento del 07/03/2023

Commenti

  1. "Cessate di fare il male,
    imparate a fare il bene".
    Quando la sapienza
    diventa vita,
    parte da qui.
    La vita è bene.
    La fede è bene.
    Il primo passo sempre:
    imparare a fare il bene.
    C'è sempre da imparare.
    "Cessate di fare il male,
    imparate a fare il bene".

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    Risposte
    1. La sapienza di cui nostro Signore ci ha fatto dono, dobbiamo usarla solo per fini benefici ed aiutare i più deboli a godere della benevolenza che ne può derivare

      Elimina

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