Vangelo di domenica 16 gennaio 2025
Quando si svegliarono
Lc 9,28-36
"In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto".
Luce e Parole per parlare della Pasqua di Gesù: questa l'immagine che ci rimane del racconto della trasfigurazione.
La morte non appare come un bene per noi, come la nostra salvezza; è realtà imprescindibile per ogni creatura sulla terra, eppure non ci arrendiamo allo strappo che ci fa subire.
Per questo anche il Maestro ha bisogno di preparare il suo cuore e il cuore dei discepoli al passaggio da questo mondo al Padre.
Nell'esperienza di fede e preghiera, che caratterizza la trasfigurazione, finalmente appare tutta la luce e la vita che nell'esistenza come nella morte di Gesù sono contenute e contagiate a noi.
"Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno".
Sembra che il sonno nei Vangeli assuma un significato diverso da quello che normalmente gli diamo.
Gesù dorme nella barca in tempesta ed è lo spunto per rivelare la sua potenza sulla natura (cfr. Mc 4,38).
Alcuni sono morti ma per Gesù sono caduti nel sonno e li risveglia (cfr. Mc 5,39).
E i discepoli cadono nel sonno proprio nei momenti fondamentali: qui, nella trasfigurazione e nel Getsemani, quando Gesù li aveva implorati di vegliare e stargli vicino nella lotta davanti alla morte (cfr. Mt 26,38).
Non si parla quindi di dormire in pace come recitiamo nella compieta la sera (cfr. Lc 2,29), di affidare il nostro riposo al Signore, ma è un sonno che rivela la nostra incapacità, il limite, ciò che ci coglie nella spossatezza e nell'arrenderci a ciò che non possiamo controllare.
"Ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui".
Nell'esperienza di risveglio dei discepoli, finalmente si aprono veramente gli aocchi e contemplano tutta la sua gloria del loro amico.
Si risvegliano sostenuti dallo Spirito, risvegliati alla luce e Gesù diventa la loro vita piena nell'oggi.
Occhi e cuore aperto, fiducia e stupore, invadono i discepoli; in Gesù accolgono tutta la bellezza di Dio e la sua forza di vita.
"Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui»".
Pietro dà voce all'emozione e alla gioia che invade il loro cuore; è un'esperienza anticipata di vita eterna.
È bello stare con Gesù, è bello stare nella luce, è bello scoprire che tutta la Parola di Dio (Mosè come Legge ed Elia come profezia) parla della morte di Gesù a nostro vantaggio, per la nostra salvezza.
Pietro vorrebbe cristallizzare questo momento per non perdere tanta bellezza.
"Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa".
Dopo tanto faticoso cammino finalmente è bello fermarsi, fare una tenda, godersi il riposo vero, che viene dal dimorare col proprio Dio.
Pietro sente di dover ospitare Gesù, Mosé ed Elia come un tabernacolo, per fermarsi con loro e custodirli in una capanna, come il popolo faceva nel deserto col suo Dio.
"Egli non sapeva quello che diceva".
L'apostolo sembrerebbe arrivato all'estasi più profonda, a vivere un'esperienza più che lo coinvolge nella luce di Dio.
Ma il Vangelo, annotando che Pietro non sa quello che dice, ci riporta con i piedi per terra.
Davanti alla grandezza e alla bellezza di Dio ogni nostro suggerimento, ogni nostra aspettativa, appare ridicola, piccola.
Il divino ci sorprende sempre, sconbussola le nostre convinzioni, ci disorienta e niente di ciò che ci faceva sicuri resiste all'impatto.
Quello che succede sul monte, durante la preghiera, sfugge alla possibilità di Pietro di gestire il momento. Nessuna parola umana può circoscrivere la rivelazione che il Signore fa di sé, nessuna riflessione arrivare a spiegarla tutta.
Pietro e gli altri scenderanno dal monte in silenzio; solo il silenzio infatti è lo scrigno che può custodire tutta la meraviglia dell'incontro profondo con Dio.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gn 15,1-12.17-18
Commento del 28/06/2023
Salmo 27 (26),7-9
Commento del 14/06/2024
Seconda lettura di Fil 3,17-4,1
Commento del 04/11/2022
Vangelo di Lc 9,28-36
Commento del 13/03/2022
Pietro disse a Gesù:
RispondiElimina«Maestro, è bello
per noi essere qui».
Gesù è bello.
È bello stare con lui.
È bello fermarsi con lui.
È bello accogliere il Padre come lui.
È bello sapersi amati da lui.
È belo amare lui.
È bello amare come lui.
Pietro disse a Gesù:
«Maestro, è bello
per noi essere qui».
🙏🙏🙏
EliminaPietro e gli altri scenderanno dal monte in silenzio; solo il silenzio infatti è lo scrigno che può custodire tutta la meraviglia di un incontro profondo con Dio.
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