Prima lettura del 19 marzo 2025 - San Giuseppe
Egli sarà per me figlio
2Sam 7,4-5a.12-14a.16
"In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore:
«Va' e di' al mio servo Davide: Così dice il Signore: "Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre»".
La discendenza è un sogno, quello di tutti gli uomini, specialmente antichi che riponevano nei tanti figli la certezza di un fututo, e quello di Abramo vecchio e sterile, che si sente fare la promessa più attesa dal Signore.
La Scrittura è testimonianza di questa promessa che si ripropone nei secoli e con il re Davide palesemente culmina nell'annuncio del discendente per eccellenza, il Messia.
La festa di san Giuseppe richiama la promessa e la fedeltà di Dio che realizza quanto aveva annunciato ai padri, e lui, lo sposo di Maria ne è testimone accogliendo questo figlio che sa non essere suo, che lo supera in comprensione e grandezza perché Figlio di tutta l'umanità che attende e spera.
I versetti del secondo libro di Samuele che leggiamo evocanola promessa a Davide che noi leggiamo guardando a Giuseppe custode della promessa di Dio.
"Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri".
Natan ha sempre messaggi profondi ma anche molto duri da metabolizzare per il re Davide.
Qui è inviato dal Signore affinché si soffermsi sul momento della sua morte, che non è fine, ma unione con i padri e con i discendenti.
Lo sguardo va oltre la vita perché le promesse di Dio sono per sempre. E supera la predilezione d'Israele perché la promessa non è solo per Abramo o per il suo popolo, ma per tutta intera la lunga discendenza che si dipana nei secoli e abbraccia l'intera umanità.
La vita umana finisce, ma la Parola di Dio, che l'accompagna, è per sempre.
"Io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno".
Un discendente, di Abramo, di Davide e del popolo, realizzerà le promesse di Dio.
Dalle viscere di un Israele antico e spesso sterile, incapace di partorire nuova vita e permanere nello Spirito, sorgerà un Regno che non subisce i grandi rovesci politici o sociali, ma che rimane stabile per sempre.
"Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio".
Meravigliosa definizione che ogni credente può sentire rivolta a sé.
Il Messia rivela la paternità di Dio. È la fedeltà di un Padre vero che genera vita, un Padre per sempre, che si manifesta nella storia del Figlio suo, l'Unto, il prescelto. Dal Messia le braccia di Dio si allargano nell'accoglienza di tutte le carni santificate dalla sua incarnazione.
È il cuore della promessa! La relazione Padre/figlio è la più profonda e vera esperienza di fede di ogni credente, quella da cui non si può prescindere, la rivelazione dell'Amore realizzata nel Figlio dato per noi.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 2Sam 7,1-5.8-12.14.16
Commento del 24/12/2020
Salmo 89 (88),2-3
Commento del 25/04/2024
Seconda lettura di Rm 4,13.16-18.22
Commento del 20/03/2023
Vangelo di Mt 1,16.18-21.24a
Commento del 19/03/2024
"Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri".
Natan ha sempre messaggi profondi ma anche molto duri da metabolizzare per il re Davide.
Qui è inviato dal Signore affinché si soffermsi sul momento della sua morte, che non è fine, ma unione con i padri e con i discendenti.
Lo sguardo va oltre la vita perché le promesse di Dio sono per sempre. E supera la predilezione d'Israele perché la promessa non è solo per Abramo o per il suo popolo, ma per tutta intera la lunga discendenza che si dipana nei secoli e abbraccia l'intera umanità.
La vita umana finisce, ma la Parola di Dio, che l'accompagna, è per sempre.
"Io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno".
Un discendente, di Abramo, di Davide e del popolo, realizzerà le promesse di Dio.
Dalle viscere di un Israele antico e spesso sterile, incapace di partorire nuova vita e permanere nello Spirito, sorgerà un Regno che non subisce i grandi rovesci politici o sociali, ma che rimane stabile per sempre.
"Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio".
Meravigliosa definizione che ogni credente può sentire rivolta a sé.
Il Messia rivela la paternità di Dio. È la fedeltà di un Padre vero che genera vita, un Padre per sempre, che si manifesta nella storia del Figlio suo, l'Unto, il prescelto. Dal Messia le braccia di Dio si allargano nell'accoglienza di tutte le carni santificate dalla sua incarnazione.
È il cuore della promessa! La relazione Padre/figlio è la più profonda e vera esperienza di fede di ogni credente, quella da cui non si può prescindere, la rivelazione dell'Amore realizzata nel Figlio dato per noi.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 2Sam 7,1-5.8-12.14.16
Commento del 24/12/2020
Salmo 89 (88),2-3
Commento del 25/04/2024
Seconda lettura di Rm 4,13.16-18.22
Commento del 20/03/2023
Vangelo di Mt 1,16.18-21.24a
Commento del 19/03/2024
"Io sarò per lui padre
RispondiEliminaed egli sarà per me figlio".
È il desiderio di Dio.
È il desiderio di ogni credente.
È il sogno di ogni cercatore di Dio.
È il cuore segreto di ogni preghiera.
È la speranza profonda di ogni cammino di fede.
"Io sarò per lui padre
ed egli sarà per me figlio".
🙏🙏🙏
Elimina🙏🙏
Elimina🙏🙏🙏
Elimina🙏🙏🙏
EliminaSusciterò un tuo discendente dopo di te!
RispondiEliminaGrazie per la TUA beneficenza,magnanimità,lungimiranza.