Prima lettura del 4 novembre 2022
La nostra cittadinanza è nei cieli
Fil 3, 17- 4,1
"Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi.
Perché molti - ve l'ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto - si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!"
La fede in Cristo Gesù porta luce su tutta la nostra vita, fa risplendere ogni aspetto della nostra storia.
Paolo crede che la fede sia una forza che trasforma l'esistenza, aprendola ad un rapporto nuovo con Dio e con i fratelli.
Nella comunità dei credenti, insieme, diventiamo cittadini di un Regno che ci era nascosto, ma che, in Cristo, ci viene rivelato.
"La nostra cittadinanza infatti è nei cieli".
Con questo annuncio Paolo ci proietta in una nuova identità: siamo figli di Dio realmente (cfr. 1Gv 3, 1) e sul nostro nuovo documento cambia la residenza, cambiano i nostri connotati!
Residenti già nei cieli in Cristo, siamo accolti in "una dimora eterna, non costruita da mani di uomo" (2Cor 5, 1).
La morte e risurrezione di Gesù ha trasformato l'immagine che avevamo di noi, ci ha dato la consapevolezza di dove veniamo e quale sia la nostra meta.
Ci scopriamo così cittadini di un mondo che sembrava dover appartenete solo a Dio, ma che il Padre stesso ha voluto condividere con noi, e lo ha preparato per accoglierci tutti.
"E di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo".
È l'attesa il cuore della nostra fede!
Già oggi viviamo da figli, aspettando trepidanti e fiduciosi il Signore; egli torna per portare a compimento l'opera iniziata dall'incarnazione che è discesa verso di noi e ascesa nostra a lui.
Aspettiamo il Salvatore, perché desideriamo che tutta la nostra esistenza sia liberata da un male che ci schiaccia come un fardello opprimente, ma che non deturpa la nostra dignità di figli amati.
"Il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose".
Il futuro è la trasfigurazione di ogni cosa.
Il nostro corpo, luogo in cui si esprime la nostra vita e la nostra storia quotidiana, dobbiamo ammetterlo, è misero! E in questa parola di Paolo ci scorrono davanti tutte le povertà che ci tolgono amore, dignità, sicurezza, riempendoci di paure e sensi di colpa.
Trasfigurare un corpo misero: solo il Signore può tanto, in una resurrezione che strappa la nostra carne dalla morte e dal male per portarla alla luce.
Verso il corpo glorioso del Risorto tutti noi saremo attirati e conquistati. L'universo intero corre in direzione di questa grande trasfigurazione.
Per questo Paolo conclude supplicando i discepoli:
"Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!"
È la conclusione di un pastore amorevole, di un padre che si gloria di avere tali figli.
Restare saldi nel Signore, restare saldi nella fede del Vangelo, è la via da percorrere per continuare ad attendere nella gioia, per sostenere la nostra fede nella resurrezione e per vivere, già da ora, sicuri di essere figli amati e desiderati.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Fil 3, 17- 4.1
Commento del 17/03/2019
Salmo 122 (121)
Commento del 24/09/2019
Vangelo di Lc 16, 1-8
Commento del 06/11/2020
"Il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso".
RispondiEliminaMeravigliosa promessa.
Meravigliosa speranza.
Meravigliosa fiducia.
"Il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso".
Mi attende una trasfigurazione.
Il nostro corpo come il corpo
del Risorto.
Io conforme a lui.
"Il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso".
La nostra cittadinanza è nei cieli
RispondiEliminaA questo devo mirare,ho la cittadinanza italiana,adesso.
Ma devo orientare la mia giornata a crearmi amici qui dove vivo,per dirigermi verso la meta per il quale combatto,il Regno.
amen