Prima lettura del 20 maggio 2025
"In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli".
Il lungo viaggio missionario di Paolo è punteggiato da episodi di persecuzione. Annunciare e subire la resistenza al Vangelo è l'esperienza che ogni credente sperimenta. Quand'ero ragazza pensavo che Gesù fosse stato ucciso per un errore di valutazione, perché non lo avevano capito. Adesso penso che i suoi accusatori lo avessero capito benissimo perché è evidente che chi annuncia con fede l'amore di Dio, chi si batte per la pace, chi denuncia soprusi e genocidi sia perseguito e messo a tacere in tutti i modi possibili da chi dovrebbe governare i popoli.
Luca ci racconta con una tranquillità disarmante tutte le volte che l'apostolo Paolo è scampato alla morte. Niente ha fermato il suo cammino di fervente credente, nonostante il disprezzo di chi chiudeva il cuore alla Parola, di chi cospirava e fattivamente cercava di farlo morire.
"Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto".
Luca città e percorsi che non ci sono noti, ma che dicono chilometri lunghissimi per le strade, le rotte e i mezzi del tempo. Era pericolosissimo viaggiare duemila anni fa, ma Barnaba e Paolo disegnano con la loro intraprendenza la geografia della missione.
Popoli e persone diverse vengono illuminate dal sole della Parola di Dio che è sorto (cfr. Lc 1,78) e nessuna tenebra potrà più oscurare (cfr. Gv 1,5).
I due missionari non viaggiano senza meta: ritornano alla comunità da dove sono partiti con l'incarico di evangelizzare i gentili, portando negli occhi i segni concreti dell'amore di Dio che opera in ogni cuore.
"Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede".
Si sente tutta la felicità per la missione riuscita e passano in secondo piano i pericoli mortali, la volontà di sopprimerli e imprigionarli, le sofferenze patite nel lungo viaggio.
Lo stupore provato davanti al miracolo della Parola che apre i cuori più chiusi, ha infervorato i due apostoli e viene comunicato ai fratelli.
È bello scoprire che il Signore opera attraverso ognuno di noi, è esperienza consolante poterlo raccontare con Spirito di umiltà e gratitudine!
"E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli".
Dopo tanta fatica, fermarsi in una comunità accogliente, tra fratelli che condividono la stessa fede e la stessa missione, è motivo di gratitudine e di lode.
Ogni missionario, anche il più sperduto, non è solo: ha alle spalle una comunità locale che lo invia e lo accoglie, insieme a tutta la chiesa che si unisce in preghiera e con opere di carità per promuovere la sua missione.
La Parola di Dio è annunciata sempre e comunque. La gioia e la fatica della missione rendono la vita di ogni evangelizzatore preziosa perché spesa per il Vangelo. Di grande conforto in tutto questo è incontrare altri fratelli nella fede e raccontare le meraviglie che il Signore compie in ognuno.
Papa Francesco ci ha ricordato che "La persecuzione è il pane quotidiano della Chiesa”, per non dimenticare che il suo ruolo non è un'accomodante buonismo che tutela i governi o lo status quo, ma annunciare la verità che rompe le logiche del mondo con lo scandalo della croce e con l'amore immeritato del Padre per ogni persona sulla terra.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 14,19-28
Commento del 30/04/2024
Salmo 145 (144), 13-21
Commento del 17/03/2021
Vangelo di Gv 14,27-31
Commento del 09/05/2023
Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto!
RispondiEliminaE' storia,fatti accaduti:il BUONO,il VERO è messo in croce!
Quanti bimbi ammazzati oggi;silenzio di chi sa la VERITA'....ci si volge al proprio orticello....
Orticello in preda a dualismi,conflitti,battaglie subliminali..ma pur sempre combattimenti.
Trovo nel cuore dell'uomo il vuoto;quanto a mansuetudine,mitezza,dono.........
Guerre nei cuori,quindi....una sorta di Virus che ha infettato i cuori!?
Oppure,sempre valida la durezza dei cuori,a cui si riiferisce la PAROLA?
Allora,a mio avviso è questa che manca;non cìè più desiderio di Ascoltarla,farla propria...
Signore,non ti stancare mai,mai...di farti desiderare da me.
Amen
"Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede".
RispondiEliminaDio fa.
Dio apre.
Dio salva.
Dio accoglie.
Così è il mio Dio.
🙏🙏🙏
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