Vangelo di domenica 25 maggio 2025
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate»".
Gesù sa parlare d'amore per la relazione profonda che lo lega al Padre. Con noi lo fa coinvolgendoci in prima persona nella stessa esperienza vissuta da lui.
L'amore del Padre non è statico, limitato e limitante: dato dal Padre al Figlio, arriva a noi, e attraverso di lui ritorna al Padre.
L'umanità è raggiunta e avvolta dall'amore divino: è questo il grande dono di Gesù.
Le Parole del Vangelo di Giovanni allargano il cuore e ci permettono di gettare uno sguardo stupito nell'abisso dell'amore, origine di ogni cosa, senso di tutto ciò che esiste.
L'Amore non è da relegare in un sentimento tra gli altri, ma è la vita di Dio, anzi è Dio stesso che ci coinvolge e ci attira a sé.
"Avete udito che vi ho detto: « Vado e tornerò da voi»".
Il Veniente non si smentisce mai!
Come è disceso, è asceso, e così assicura una discesa continua nelle nostre vite.
L'incarnazione non è un fatto limitato a duemila anni fa da Nazareth in poi.
È il movimento continuo del Padre sin dalla creazione, del Figlio che "per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo" e dello Spirito d'amore, l'altro Paraclito che discende nei cuori per divinizzarli.
A questa rassicurazione possiamo crederci: il Signore è fedele a ciò che promette e lo realizza ogni giorno nella nostra vita.
"Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me".
Gesù scava nei sentimenti dei discepoli aiutandoli ad ancorarsi alla fede piuttosto che alle sensazioni passeggere e mutevoli.
Amare Gesù, riconoscerlo inviato dal Padre a favore nostro, è fonte di grande consolazione.
È comprensibile lo scoraggiamento dei discepoli di fronte all'annuncio che avrebbe dovuto tornare al Padre. Dopo averlo scoperto come centro del loro cuore, la sola prefigurazione della morte li fa cadere in una crisi di abbandono.
Solo più tardi capiranno che il Figlio torna al Padre, sorgente di ogni bene e di ogni dono, affinché rimanga sempre con loro, in una presenza trasfigurata e duratura.
"Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà,
voi crediate".
La Parola profetica serve alla comprensione profonda di ciò che avviene nel nostro tempo e nella storia dell'umanità.
È sempre la Parola a spingere oltre l'apparenza e a superare la prima impressione.
Gesù guida il cuore dei suoi discepoli a credere che sono nelle mani amorevoli del Padre, che sa e può volgere tutto al bene.
La profezia aiuterà nel momento del bisogno, quando la memoria di Parole salvifiche darà senso all'esperienza della chiesa amata e in cammino.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 15,22-31
Commento del 12/05/2023
Salmo 67 (66),1-3
Commento del 01/01/2024
Seconda lettura di Ap 21,9b-14
Commento del 24/08/2023
Vangelo di Gv 14,21-26
Commento del 08/05/2023
"Avete udito che vi ho detto:
RispondiElimina« Vado e tornerò da voi»".
Così dice Gesù ai suoi.
Non è un abbandono.
La morte non ci toglie Gesù.
Non lascia la nostra umanità sola.
Va per tornare.
Muore per vivere per sempre.
Torna a noi per sempre.
Rallegriamoci!
Si, rallegriamoci ! Gesù non ci abbandona mai🙏🙏🙏
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