Prima lettura di domenica 3 luglio 2022

Allattati e portati in braccio
Is 66, 10-14

"Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi»".


La parte finale del libro di Isaia è segnato da grandi parole di consolazione, scelte con cura perché rivolte al popolo duramente provato dall'esilio. La memoria del profeta va al tempo dell'Esodo dall'Egitto in cui Israele ha fatto esperienza della cura del suo Dio. Il Signore fedele estirperà di nuovo il popolo dalle mani dei suoi aguzzini. Per questo Isaia esorta alla gioia, vedendo già nella notte albeggiare un nuovo giorno segnato da prodigioso operare del Liberatore.

"Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti".

In estate un'immagine di questa è ancora più desiderabile, tanto più se chi l'ascolta è nel deserto, nell'arsura, nella carestia da ogni ristoro.
La pace arriverà come un fiume in piena, riempirà tutto, disseterà con abbondanza, scorrerà verso gli esiliati togliendo ogni mancanza.
La parola pace nella promessa profetica evoca pienezza, sazietà, vittoria finale completa e definitiva.
La gloria è la presenza potente, pregnante del Signore che riempie ogni cosa e ogni creatura.
Il prodigio si realizza nell'aridità più assoluta: la pace e la gloria si muoveranno dal grembo divino come una sorgente e raggiungeranno Israele e la città santa che presto tornerà ad esultare con i suoi figli.
Via l'afflizione e l'umiliazione, il popolo sarà rivestito della regalità che viene dal datore dei doni.

"Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati".

Israele si prepara a vivere la maturità con la cura della giovinezza, a reimmergersi nell'esperienza ritrovata del tempo in cui, bambino faceva i primi passi nel deserto verso la terra promessa. Di nuovo toccherà con mano la cura che sembrava solo un ricordo, di nuovo le braccia amorevoli del Madre e Padre, terranno stretti i suoi figli, come a lenire il terrore di essere stati puniti e abbandonati per sempre.
"Allattati e portati in braccio": il Signore provvederà al nutrimento e avrà premura nel far camminare un popolo che ha smesso di farlo da troppo tempo.

"Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò".

Mentre un padre è la presenza educante e vigilante sull'esistenza del figlio, il Signore prende per sé il ruolo premuroso di una madre. Ella non solo nutre e insegna a camminare, ma rassicura il suo bambino che niente gli è tolto, che lei è lì vicino, presenza costante e rassicurante.
La speranza può rinascere nei cuori spaventati ed afflitti. Israele tornerà a credere nella liberazione e a rimettersi in viaggio sicuro di raggiungere la sua terra.
Lasciamoci consolare da questa parola di Isaia, crediamo anche noi a questa confortante presenza: non c'è lontananza o sofferenza che ci terrà lontani dalle cure del Signore. Anche noi "allattati e portati in braccio" possiamo camminare sicuri di essere inondati della sua Pace e della sua Gloria.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 66, 10-14
Commento del 07/07/2019

Salmo 66 (65), 1- 9
Commento del 22/04/2021

Seconda lettura di Gal 6, 14-18
Commento del 04/10/2019

Vangelo di Lc 10, 1-9
Commento del 18/10/2021

e Vangelo di Lc 10, 17-24
Commento del 05/10/2019

Commenti

  1. "Come una madre consola un figlio,
    così io vi consolerò".
    Dio è Madre.
    Isaia non si stanca di ripeterlo.
    È Padre e Madre.
    "Come una madre consola un figlio,
    così io vi consolerò".
    Il mio Dio paterno e materno
    si prende cura di me.
    Gioia e consolazione.
    Gratitudine e fiducia.
    "Come una madre consola un figlio,
    così io vi consolerò".

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  2. Allattati e portati in braccio..
    Il gesto più naturale ed essenziale alla vita di un neonato.
    Così io da neo nato a TE, ho bisogno della vitalità del tuo LATTE-PAROLA.
    GRAZIE o mio SOSTENTATORE

    RispondiElimina

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