Salmo di domenica 2 novembre 2025 - Commemorazione dei defunti
"20 Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato.
21 Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
22 O Dio, libera Israele
da tutte le sue angosce".
Mi soffermo oggi su un brano della seconda messa dei defunti, vista la grande abbondanza di Parola che oggi ci sostiene, commemorando coloro che abbiamo amato e che sono col Signore.
Il Salmo 25 è una preghiera di fiducia che, dal cuore del singolo credente che sembra solo a invocare aiuto (v. 17), si allarga piano piano fino a diventare preghiera universale. E' così la fede: si contagia da cuore a cuore, fa rinascere speranza in chi la vive e in chi diventa testimone della sua forza.
Certo di non essere deluso il salmista affida al Signore il suo bisogno di salvezza, il desiderio di essere guidato sulle sue vie.
Nei momenti difficili e nelle scelte cruciali che inevitabilmente dobbiamo attraversare, la memoria della misericordia del Signore sostiene la certezza che il suo aiuto non mancherà lungo tutto lo scorrere dei giorni.
Certo di non essere deluso il salmista affida al Signore il suo bisogno di salvezza, il desiderio di essere guidato sulle sue vie.
Nei momenti difficili e nelle scelte cruciali che inevitabilmente dobbiamo attraversare, la memoria della misericordia del Signore sostiene la certezza che il suo aiuto non mancherà lungo tutto lo scorrere dei giorni.
"Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato".
Il Signore è una scialuppa di salvataggio, soccorre il fedele che si appoggia a lui nella tempesta, quando tutto vacilla e si perdono i punti che fino a quel momento sembravano fermi e indiscussi. Egli è protezione, salvezza, rifugio.
L'orante ha grande fiducia nel suo Dio, ha esperienza della sua fedeltà. E' un ricordo che non si dimentica, un'esperienza che si incide nell profondo e, quando tutto sembra oscurarsi e perdere significato, torna a riagganciarci alla vita.
La preghiera fa entrare in una confidenza preziosa, nella libertà di potersi rivolgere al Signore certi di non restare delusi.
"Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
O Dio, libera Israele
da tutte le sue angosce".
La preghiera personale si apre a quella comunitaria, il dolore di quest'uomo piegato dai nemici e dall'angoscia viene percepito in ogni fratello e sorella. Per questo, dalla richiesta per i propri affanni, si passa a invocare liberazione per tutto il popolo.
E' quello che succede nel nostro cuore: più ci sintonizziamo sull'amore del Padre per noi, più diventiamo risonanti alla sofferenza di fratelli che prima consideravamo lontani.
Con questa preghiera intima e colma di consolazione, con la stessa speranza di un orante di tremila anni fa, affidiamoci al Signore: libera da ogni male la nostra vita e la ricolma della sua integrità e rettitudine. Egli che ha liberato il popolo da tanti faraoni opprimenti, continuerà ad essere integro alla sua promessa di vicinanza e a guidare rettamente ogni figlio col suo amore.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Is 25,6-10
Commento del 01/12/2021
Salmo 25 (24),11-19
Commento del 09/03/2021
Seconda lettura di Rm 8,18-23
Commento del 16/07/2023
Commento del 16/07/2023
Vangelo di Mt 25,31-46
Commento del 10/03/2025

Liberami di me
RispondiEliminaDei miei fardelli
Grazie
"Proteggimi, portami in salvo".
RispondiEliminaInvocazione che è dentro
ogni preghiera.
È preghiera di ogni giorno.
È preghiera di ogni uomo.
Il mio Dio ascolta e risponde.
Salvami Signore non lasciarmi naufragare 🙏
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