Seconda lettura di domenica 16 luglio 2023

Aspettando la redenzione
Rm 8,18-23

"Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui che l'ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo".

Nessuno meglio di Paolo ha saputo mostrare il legame profondo che unisce l'umanità all'intera creazione. Ogni vita nasce dall'amore del Padre, Creatore e curatore delle creature che ha fatto e che ama.
Ogni vita è legata dallo stesso spirito all'unica sorgente.
In questa pagina della lettera ai Romani Paolo ci mostra un altro fattore che lega tutto: il gemito dell'attesa.

"Sappiamo".
È un sapere profetico che nasce dalla fede e dell'ascolto fiducioso della Parola del Signore. È la scienza dell'amore e della speranza. È un'intuizione profonda, indispensabile alle nostre vite sempre in cerca di luce.

"Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi".
Sappiamo per esperienza, per la com-passione che ci lega a tutto il creato, di cui siamo parte, per il quale temiamo e speriamo.
È un'immagine usata anche da Gesù (cfr. Gv 16,20-23) per anticipare la sofferenza inevitabile dei discepoli, per fargli affrontare saldi nella fede la sua passione e morte.
Quello del parto è un dolore straziante per il corpo della mamma e uno sconvolgimento per il nascituro. Ma non è inutile, ha una meta, un desiderio profondo da realizzare, è la spinta alla vita che non si può fermare con nessuna paura, che chiede di vedere la luce. 
È un dolore grande, ma porta in sé un seme di speranza. Questo di Paolo è l'esempio giusto per descrivere quello che stiamo vivendo, il nostro sentirci mancanti di qualcosa, mai del tutto pacificati, in attesa continua perché siamo in sintonia col gemito della creazione che attende la liberazione.

"Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito".
Sarebbe un'angoscia conscia ed inconscia continua se non ci fosse la fede nello Spirito che ci rende fiduciosi nella venuta liberatrice del Signore.
Come l'intera creazione anche noi attendiamo ma non a mani vuote! Già possediamo le primizie, anzi la Primizia, il Primogenito, il Figlio!

"Gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo".
Il gemito dell'attesa ci accomuna a tutto ciò che vive e aspira alla libertà piena. Cosa aspettiamo noi figli ed eredi di Dio? Che ciò che siamo si manifesti in pienezza!
E se noi soffriamo vedendo gli scempi del nostro mondo bello ma ferito, anche la creazione geme per noi, dono primordiale all'umanità, che viene curata e portata alla bellezza dall'opera umana che collabora a quella di Dio.
Tutti noi e il giardino che ci circonda siamo destinati ad essere stupiti e rallegrati dalla festa che il Signore prepara per le sue creature.
Viene da lodare la teologia biblica che non cade nelle sciocchezze di ambientalisti febbricitanti che chiedono la distruzione del genere umano per far vivere il resto della creazione!
Ringraziamo con tutto il cuore Paolo che ci mostra la sofferenza presente e insieme la grandiosità a cui siamo chiamati.
Allora sarà festa, quella attesa, quella vera, perché festa vera, festa di tutti e per tutti!

Link di approfondimento alla Liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 55,10-11
Commento del 23/02/2021

Salmo 65 (64),10-14
Commento del 12/07/2020

Seconda lettura di Rm 8,18-25
Commento del 29/10/2019

Vangelo di Mt 13,1-9
Commento del 20/07/2022

e Vangelo di Mt 13,18-23
Commento del 26/07/2019


Commenti

  1. "Gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo".
    Adozione e redenzione.
    Voluti e salvati.
    Chiamati alla vita piena.
    Interiormente felici e in attesa.
    Gemiamo aspettando il "per sempre" di Dio.
    "Gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo".

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  2. la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi
    Si
    soffre
    Signore donaci sempre capacità "futuristiche",non è l'ultima parola,questa,non è fine a sè stesso un particolare momento negativo che si vive;
    TU ricolmandoci di nuovo Spirito,ci doni garanzia alla speranza che è sempre accesa.
    Amen

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