Vangelo dell'11 giugno 2025
"In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi»".
Ogni cuore ha bisogno del Vangelo, l'annuncio dell'amore di Dio non è un optional: se ne rende conto chiunque lo ascolti.
I discepoli di Gesù sono stati rapiti da quell'amore e non possono far altro che corrergli incontro, come l'amata del Cantico "Attirami dietro a te, corriamo!" (Ct 1,4), in un viaggio che percorre strade fisiche, ma è di più un cammino di amore e dediderio reciproco.
E' una gioia prorompente che non si può tener dentro e che la potenza dello Spirito incanala in un annuncio efficace e fecondo.
I discepoli servono i fratelli, consci dell'affermazione del Maestro:
"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".
E' una delle caratteristiche più evidenti del servire il prossimo secondo la sapienza del Vangelo.
"In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti".
Cercare ospitalità lì dove è possibile stare onestamente e modestamente è caratteristica degli evangelizzatori che non cercano primi posti o agi da ricchi, ma fratelli con cui dividere la gioia.
Non sono più le regole di purità a guidare la scelta, e questa è una vera rivoluzione, in un mondo ebraico che aveva una paura folle di contaminarsi non seguendo le regole farisaiche.
Il modo di viaggiare e di abitare, è avvicinarsi a qualsiasi persona nella carità riconosceno nell'altro il volto del Maestro.
"Entrando nella casa, rivolgetele il saluto".
Non un ciao qualsiasi: Shalom, pace, è il saluto a cui Gesù si riferisce, tipico della spiritualità ebraica.
"Pace a questa casa" dice il missionario entrando, portando in dono la stessa benedizione e pace che lo abita.
Tutta la casa, uomini e donne, liberi e schiavi, ricevono la benedizione, ne sono arricchiti e convertiti ad un nuovo modo di considerare Dio.
Nessun dono di Dio va perso, sprecato. Se la casa non accoglie il saluto, l'annuncio e la pace, tutto torna al discepolo. Da queste parole si evince che la pace non è considerata solo un saluto, ma un fatto concreto, come un pacco postale che, se non accettato, torna al mittente!
Non si tratta inoltre di "essere degni" dal punto di vista morale, che purtroppo è quello che subito ci viene in mente. Degni si è quando si desidera allo stesso modo del Cristo, quando la pace si cerca, si lavora per realizzarla e si subisce anche il rifiuto e la persecuzione piuttosto che ferire.
La pace ha bisogno, oggi più che mai, di parole e gesti per incarnarsi nelle nostre case e nelle nostre vite.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 11,21-26; 13,1-3
Commento del 11/06/2022
Salmo 98 (97),3b-4
Commento del 18/05/2023
Vangelo di Mt 10,7-13
Commento del 11/06/2024
🙏🙏🙏
RispondiEliminaGratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
RispondiEliminaDonami sempre la TUA logica,quando mi rapporto al fratello!
Fammi donare TE!
Amen
Si, fa che io non travisi mai! Mai! la tua parola 🙏
Elimina"Entrando nella casa,
RispondiEliminarivolgetele il saluto".
Shalom, Pace.
È il saluto che Gesù
dice ai suoi messaggeri
di portare nelle case.
Pace.
Non quella illusoria del mondo.
Non quella di facciata.
La Pace opera del Signore,
quella va annunciata e augurata.