Prima lettura di domenica 10 agosto 2025
"Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo".
La Scrittura è la nostra preziosa tradizione. Il legame con i padri nella fede è un legame spirituale che non va dimenticato, ma tenuto come eredità unica, forza che ci permette di essere perseveranti nel camminare sulle stesse strade che hanno.portato loro a Dio.
È questo il cuore dell' insegnamento nel capitolo 11 della Lettera agli Ebrei.
La fede è mostrata così come una forza, una marcia in più, decisiva, la variante non prevista che stravolge i drammi di ogni giorno, le preoccupazioni che ci assalgono e porta una pace inaspettata nel nostro cuore inquieto.
Abramo, per definizione è nostro padre nella fede, capostipite dei credenti secondo il credo biblico.
Ripercorrere e ascoltare la vicenda, a volte contorta e drammatica che ha vissuto, è un percorso necessario di ogni formazione catechetica.
Chiamato, obbedì: due cose che ci disturbano, che non ci lasciano tranquilli. Quando il Signore chiama, cosa vuole da noi? A cosa dobbiamo rinunciare?
E ancora l'obbedienza non ci mortifica nella nostra libertà, non ci lascia in balia di un padrone?
Sono le nostre resistenze che vengono fuori quando si parla di sequela, di arrendevolezza ad una volontà che non è la nostra.
Pur nella testardaggine, nella fatica a lasciarsi andare ad una volontà incomprensibile, la tenacia di Abramo nel continuare a fidarsi ci sorprende!
Per questo ci viene raccontato come esempio fondante di fiducia crescente in Dio.
Per fede ha lasciato il suo clan e la sua terra, andando dove la voce del Signore lo conduceva, non conoscendo né la strada né la meta. Fede in questo Dio nuovo non è solo prassi religiosa: diventa vera fiducia filiale.
Per fede Abramo rinuncia alle sue sicurezze stanziali ad Ur dei Caldei e vive da nomade sotto una tenda, condotto da una voce.
E così fanno quelli che nascono da lui, il figlio Isacco e il nipote Giacobbe, a cui trasmette la stessa fede-fiducia nel Dio Altissimo.
La fede non è una teoria, è una forza vitale che smuove, mette in cammino, spinge oltre i limiti che ci imponiamo per sicurezza. È uno sguardo ardito dove l'occhio non vede, che ci rende capaci di percorrere una via che non ha mappe satellitari e che solo il Signore conosce.
È Dio Padre che mette in noi il desiderio di lui, meta che all'inizio vediamo da lontano ma che si fa sempre più chiara e bella ad ogni ritiro, ad ogni ascolto, davanti alla fede di uomini indomiti come il nostro patriarca.
Anche noi "coeredi della medesima promessa" possiamo essere certi che la patria sperata sarà raggiunta da tutti i figli e le figlie di Abramo.
Prima lettura di Sap 18,6-9
Commento del 07/08/2022
Salmo 33 (32),1-2
Commento del 13/04/2024
Seconda lettura di Eb 11,1-2.8-19
Commento del 28/01/2923
Vangelo di Lc 12,35-38
Commento del 24/10/2023
e Commento di Lc 12, 39-48
Commento del 19/10/2022
La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede.
RispondiEliminasi
Non bisogna fondare la quotidianità,solo su quello che si vede,si tocca con mano!
C'è altro;ben ALTRO...!
A questo devo mirare...volare in alto...passare sopra "le cose di terra"---ndr,affermava un mio vecchio "trascinatore di speranza"---GUARDARE OLTRE.
Così sarò già adesso liberato da inutili gravami.
Amen
"Per fede, Abramo,
RispondiEliminachiamato da Dio, obbedì".
La fede diventa
obbedienza,
fatto,
azione,
cammino,
gesto,
accoglienza,
cura.
Altrimenti è morta.
Grazie per il Brano.
RispondiEliminaLa fede è una forza vitale che smuove, mette in cammino seguendo la voce del Signore senza sapere nè la strada nè la meta ma accompagnata da una crescente fiducia in Dio.
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