Prima lettura di domenica 24 agosto 2025
Is 66,18b-21
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore»"
Radunare i dispersi, creare unione ed unità, è l'attività preferita del Dio che per quarant'anni si è fatto nomade col suo popolo. È la promessa finale del libro profetico di Isaia, di cura universale in cui nessun luogo e nessun vivente rimane fuori dalla salvezza.
Dio è fedele, "incaponito" in ciò che ha promesso e nessuna deportazione a Babilonia, nessuna distruzione di Gerusalemme possono fermarlo.
Le pieghe oscure e dolorose della nostra storia personale e di quella universale sembrano intensificare e rendere più visibile la lotta contro il male.
"Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari".
Sembrerebbe una processione normale verso la città santa. In effetti è un corteo in cui i vincitori sono i figli d'Istaele tornati dall'Esilio e i "portantini" sono le genti.
Col termine "genti" l'Israele biblico indica tutte le nazioni lontane dalla predilezione, i popoli del mondo che non conoscono il Dio vivente.
Le genti pagane sono state sempre un problema ai confini e anche all'interno delle coscienze, facilmente influenzabili dalla loro idolatria a dei tra i più diversi.
Le stesse forze che prima erano avverse si mettono ora a servizio di un popolo che ha bisogno di essere radunato, ricostruito nella sua identità sociale e religiosa.
Il corteo è bello e festoso, e tutti i mezzi di locomozione a disposizione vengono usati per portare i dispersi e i doni.
Diventa una liturgia, una preghiera corale, in cui sono coinvolti tutti i popoli senza distinzione, tutti rivolti al tempio santo di Dio.
"Al mio santo monte di Gerusalemme".
La città santa preziosa per le tre grandi religione monoteiste, è madre che accoglie tutti i popoli come figli.
E' il luogo ideale di questo raduno perchè posta sul monte Sion che tutti vedono e a cui tutti accorrono.
Gerusalemme, nome che significa città di pace, è una promessa e una speranza universale.
Nell'Apocalisse, la Gerusalemme celeste si mostrerà in tutta la sua simbologia di dimora comune:
"Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il 'Dio-con-loro" (Ap 4,3).
"Come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore".
Le genti, accolte nel Tempio come figli, sono tutte capaci di fare un offerta gradita. L'Israele disperso sembrava annientato ma invece coinvolge nel suo tornare gioioso anche i popoli pagani.
Il popolo santo che Dio si è scelto non è separato ed esclusivo ma diventa seme che porterà molto frutto, mostrando che la volontà salvifica in Dio era prevista per tutti.
"Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore".
La conclusione del brano è sconvolgente e penso che Isaia sia stato veramente coraggioso a pronunciare queste parole.
Tra tutte le tribù, una sola, quella di Levi, era riservata al servizio nel tempio.
Al cuore del popolo prediletto, i leviti e i sacerdoti erano il segno ancora più ristretto e santo di uomini che dedicavano tutta la vita al culto.
Se anche dai figli delle genti pagane il Signore prenderà leviti per il suo culto, vuol dire che ogni uomo è capace di stare alla sua presenza senza più intermediari e paletti di sacralità!
È un sogno lungo tutta la storia, che troverà compimento nel mondo futuro, che Isaia vede e ci annuncia.
Fin d'ora, angosciati per genocidi e guerre, siamo invitati con forza a guardare con attenzione nella direzione della Scrittura: l'opera efficace e silenziosa del Padre attrae, riconduce, riunifica e realizza il suo programma di bene.
"Ricondurranno tutti i vostri fratelli": questa è la nostra speranza, questo attendiamo con fede perché la nostra gioia sia piena.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Is 66,18-21
Commento del 25/08/2019
Salmo 117 (116)
Commento del 14/02/2020
Commento del 14/02/2020
Seconda lettura di Eb 12,4-7. 11-15
Commento del 01/02/2023
Commento del 01/02/2023
Vangelo di Lc 13,22-30
Commento del 21/08/2022
Commento del 21/08/2022
Io verrò a radunare tutte le genti .
RispondiEliminaSi
Vuoi tutti con TE
In comunione d'intenti e di qualità di azioni,propense al bene comune.
Così sia!Contro ogni evidenza tangibile,in questo tempo di divisioni che viviamo;TU ci inviti a perseverare nel Tuo insegnamento di comunione e spoliazione di pretese.
"...Anche tra loro..."
RispondiEliminaÈ una bella notizia:
Tutti saremo con Te
perché forte è
il Tuo Amore
di Padre
ALLELUIA
"Ricondurranno
RispondiEliminatutti i vostri fratelli".
Il Padre raccoglie
noi figli dispersi.
E mi ritrovo tra tanti fratelli.
Dono si aggiunge a dono.
🙏🙏🙏
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