Salmo del 6 ottobre 2025
"3 Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
4 Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati".
Giona, profeta con una storia veramente unica in tutta la Bibbia, è mandato ad annunciare conversione e salvezza ai nemici storici del popolo di Dio. Il profeta si ribella a questa misericordia esagerata e fugge rifiutandosi di compiere la missione affidatagli. Così si imbarca su una nave in direzione opposta alla quale sarebbe dovuto andare e finisce in mare dove un grosso pesce lo inghiotte.
È in questa buia profondità che Giona fa la preghiera che stiamo meditando. La certezza di poter tornare a lodare il Signore nel suo tempio santo non lo abbandona.
Un cammino di consapevolezza e di desiderio lo rimette sulle vie che il Signore gli indica.
Davanti alla morte, la fede e la speranza che lo abitano, lo fanno risalire dall'abisso in cui è caduto per fuggire lontano dal Signore e dalla sua Parola.
"Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha risposto;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce".
Un grido di angoscia al cospetto del Signore non è inutile perché lui non è un idolo sordo. È la scoperta che fa Giona: lui che aveva turato le orecchie per non sentire il suo Dio che gli parlava, arriva alla scoperta più importante per un credente.
Il Signore, Dio della vita, trae sempre dalla morte, fa risalire dal profondo, offre una nuova aurora nelle nostre tenebre.
Per un ribelle come Giona pregare così, esprimendo con il cuore la fiducia, è liberante, porta salvezza, fa uscire dalle proprie convinzioni di giustizia malata.
Non è mai inutile rivolgersi al Signore nella preghiera. Lui è attento al grido del sofferente. E anche se Giona preferisce dividere il mondo in due, tra chi merita e chi no, il Signore ha orecchie e cuore per chiunque lo invochi.
"Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare,
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sopra di me sono passati".
Perché Giona parla così? Sembra accusare il Signore, ma in effetti ha scoperto che pure nel più profondo degli abissi la sua vita è custodita nelle sue mani.
Il Signore ha abbracciato questo credente in fuga per liberarlo dalla durezza del cuore, dalla sua visione ristretta che esclude dalla salvezza la gran parte dell'umanità, se non tutta!
Il Padre si prende cura dei suoi figli, come del profeta ribelle. È il primo da educare per riportarlo sulla via della misericordia e del perdono.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Gio 1,1-2,1.11
Commento del 09/10/2023
Salmo da Gio 2,3-10
Commento del 07/10/2019
Vangelo di Lc 10,25-37
Commento del 14/07/2019
Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare...
RispondiEliminaOppure accuse simili sento ogni giorno;perchè la guerra,il tumore,la morte....
L'esistenza è un qualcosa di cui gioire,educarsi all'Ascolto
Da ieri ..la meditazione del passo proposto dal lezionario,QUANTA fortuna saperlo vivere;
il Signore RISPONDE...con la PAROLA,non altro!
Cosa non mi fa trascinare l'esistenza?La costanza nella preghiera e soprattutto la FEDE,quella vera.
Tutto è in funzione di questo "allenamento"perpetuo.
Che io lo faccia ogni giorno.
Amen
"Tu hai ascoltato la mia voce".
RispondiEliminaIl tuo orecchio, il tuo cuore,
sono attenti, ascoltano.
Tu non sei solo Parola eterna,
sei anche ascolto vero.
La mia voce trova accoglienza.
Il mio cuore si rifugia in te.