Prima lettura del 23 ottobre 2025

A servizio della giustizia
Rm 6,19-23

"Fratelli, parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza. Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità, per l’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione.
Quando infatti eravate schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte.
Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore".

L'esperienza della grazia è difficile da tradurre a parole. Perfino Paolo, missionario e teologo eccezionale, ricorre a più metafore per farci percepire la grandezza e la novità del dono gratuito e immeritato. Grazie ad esso si passa dal raccogliere frutti di morte a frutti per la santificazione che portano alla vita eterna. 
La svolta viene dalla morte del Cristo, dal battesimo che ci lega a lui e alla vita eterna.

"Fratelli, parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza".
Paolo deve usare un linguaggio non troppo spirituale perché parla a persone ancora in cammino, in crescita, limitati dalla loro stessa fragilità. D'altra parte noi conosciamo solo le cose umane e di quelle dello Spirito di può parlare per similitudini. Gesù usava le parabole per aiutarci ad intuire il mistero del Regno di Dio in mezzo a noi, e Paolo segue la via dell'insegnamento più semplice possibile per arrivare al cuore di tutti.
C'è da dire anche che la novità del Vangelo sconvolge completamente i criteri religiosi e umani fino a quel momento ritenuti inaffondabili. Tutto è da rivedere alla luce della resurrezione che viene in sostegno della nostra debolezza.

"Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell’impurità e dell’iniquità, per l’iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione".
Il servizio contro di noi è quello che sorge a partire dal nostro peccato. Sembra che ce la sappiamo vedere da soli, che conosciamo le vie che portano alla felicità, ma non è così. Facciamo autogol allontanandoci dalla volontà del Padre, mettiamo noi sotto l'iniquità, l'ingiustizia, il sopruso, l'idolatria e tante altre derive che ci fanno perdere la nostra dignità e quella dei fratelli.
Il servizio che non schiavizza, a nostro favore, è quello della giustizia che apprendiamo dal Padre, giudice giusto per tutti i suoi figli.
Cristo fa la differenza, in lui sperimentiamo un nuovo stile di libertà e di servizio, non più imposto e subito, ma scelto come apice di realizzazione, compimento della pienezza di bene per noi e per gli altri: è questa la svolta meravigliosa che si è realizzata per la nostra santificazione.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Rm 6,19-23
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Salmo 1,4-6
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Vangelo di Lc 12,49-53
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Commenti

  1. Quale frutto da cose vergognose!
    Infatti.
    Donami consapevolezza reale.......fammi vedere i retroscena dei "film idilliaci"vissuti col peccato......
    Questi filattèri ,mi sollevino e mi conducano alla comunione,al buono,al bello.
    Mi accendano di TE
    Amen

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  2. "Fratelli, parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza".
    Come fa il Signore,
    che si adatta al nostro linguaggio.
    L'unico che possiamo comprendere.
    Il nostro linguaggio, povero, limitato, accoglie la Parola di Dio
    viva ed eterna.

    RispondiElimina

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