Prima lettura del 14 novembre 2025 - Post del Blog n° 2500
"Davvero vani per natura tutti gli uomini
che vivevano nell’ignoranza di Dio,
e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è,
né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice.
Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce,
la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo
essi considerarono come dèi, reggitori del mondo.
Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro sovrano,
perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia,
pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si contempla il loro autore.
Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi facilmente s’ingannano
cercando Dio e volendolo trovare.
Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura
e si lasciano prendere dall’apparenza
perché le cose viste sono belle.
Neppure costoro però sono scusabili,
perché, se sono riusciti a conoscere tanto
da poter esplorare il mondo,
come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?"
Lo stupore che ci coglie davanti alla bellezza del creato è via che porta al divino, che allarga l'orizzonte oltre ciò che si vede. Dalla creatura al creatore è il percorso che anima la fede, percorrendo i sentieri della gratitudine. Fermarsi solo a ciò che appare, è mancare il bersaglio, è limitarsi alla superficialità, arrestarsi quando il cammino stava proprio per iniziare.
È un inganno l'apparenza a cui non bisogna arrendersi e tanta bellezza non si può ridurre a semplice ornamento.
Sapienza è riconoscere che tutti i tesori meravigliosi del nostro mondo "li ha creati colui che è principio e autore della bellezza".
Ogni essere umano è perciò chiamato alla contemplazione; anche mettersi in silenzio davanti ad un tramonto o ad un fiore è preghiera e lode che allarga il cuore alla Sapienza del Padre.
"Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi facilmente s’ingannano
cercando Dio e volendolo trovare".
Il desiderio di voler trovare Dio è già dono perché il Creatore vuole farsi trovare. È il desiderio per eccellenza. Ma il nostro limite, la nostra comprensione ottusa della realtà ci porta a a restringere il campo visivo, a pensare che solo quello che vi entra dentro sia la verità omnicomprensiva della Vita.
Il Signore è clemente verso di noi sapendo quanto l'inganno e l'illusione ci possano ottenebrare il cammino. Conosce il nostro desiderio, la nostra fatica e viene incontro al nostro limite.
perché essi facilmente s’ingannano
cercando Dio e volendolo trovare".
Il desiderio di voler trovare Dio è già dono perché il Creatore vuole farsi trovare. È il desiderio per eccellenza. Ma il nostro limite, la nostra comprensione ottusa della realtà ci porta a a restringere il campo visivo, a pensare che solo quello che vi entra dentro sia la verità omnicomprensiva della Vita.
Il Signore è clemente verso di noi sapendo quanto l'inganno e l'illusione ci possano ottenebrare il cammino. Conosce il nostro desiderio, la nostra fatica e viene incontro al nostro limite.
"Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura
e si lasciano prendere dall’apparenza
perché le cose viste sono belle".
La bellezza delle cose seduce, inganna e, spesso, ci confonde nel nostro cercare il Signore. Un credente è messo in guardia dalla Scrittura affinché viva nel "già" dell'oggi e sia proteso nel "non ancora", nell'oltre che supera e trasfigura il contingente.
Fermarsi alle creature che affascinano con la loro bellezza, irradiata dal Creatore, ci limita proprio nel conoscere il fautore di tutte le cose.
Ci fermiamo troppo facilmente alla superficie della realtà, accontendandoci dell'approccio che i nostri sensi percepiscono, spinti dalla chimera mondana dell'apparire più che dell'essere. Il cammino della Sapienza chiede maggiore attenzione, spazio per la meditazione silenziosa, allontanamento dal frastuono che vanifica l'introspezione e la contemplazione.
"Le cose viste sono belle": da questo stupore che coglie chiunque, cresca la disponibilità a guardare oltre, si relativizzi l'apparenza e si gusti la grandezza del Creatore.
"Le cose viste sono belle": da questo stupore che coglie chiunque, cresca la disponibilità a guardare oltre, si relativizzi l'apparenza e si gusti la grandezza del Creatore.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 13,1-9
Commento del 12/11/2021
Salmo 19 (18),4-5
Commento del 28/10/2022
Vangelo di Lc 17,26-37
Commento del 17/11/2023

Tra le meraviglie che il Signore ha messo nella mia vita, una per me incredibile è l'aver commentato per 2500 giorni un piccolo brano che la Liturgia suggerisce ogni giorno. Ringrazio lui di tanta grazia e la vostra costanza nel leggere, commentare e aiutarmi nell'ascolto.
RispondiEliminaComplimenti!
EliminaDai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che E'!
RispondiEliminaDonami sempre la logica del risveglio;vedo tutto regalato ai miei occhi.....
Tutto mi sorprende..ritorno un pò bambino
A questo devo mirare,STUPIRMI ancora
Amen
Donami Signore
RispondiEliminaSapienza e
Discernimento
perché possa scoprirTi
nelle piccole cose
della mia giornata
e ringraziarTi.
Signore , non finirò mai di ringraziarti per mostrarti a me in ogni cosa che faccio e in ogni cosa che vedo
EliminaIl Signore benedica la tua dedizione quotidiana al Vangelo 🙏
RispondiEliminaAmen🙏
Elimina"si lasciano prendere dall’apparenza".
RispondiEliminaÈ l'inciampo più subdolo
per ognuno di noi.
L'occhio è attratto da ciò che luccica.
Il cuore non si sazia,
non da tregua.
L'apparire lasci il posto
a ciò che è più profondo.
Il cuore non si stanchi di desiderare.