Vangelo del 17 novembre 2023
Non torni indietro
Lc 17, 26-37
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi»".
"Si parla sempre di fine del mondo in tutte le religioni; non occorre neanche la religione per parlarne: ciò che ha un inizio ha una fine, è l’esperienza della nostra vita. Se non altro quando siamo finiti noi è già la fine del mondo per noi e quindi il problema della fine si impone" (Silvano Fausti).
Parlare della fine di ogni cosa, parlare della morte, prende nel nostro cuore le strade della paura, quando invece la Parola ci vorrebbe condurre nell'unica strada vera, "naturale ", quella della vita che vince sempre.
Sembra difficile da accettare, ma in Gesù la fine è già iniziata, è già avvenuta addirittura, dal momento che l'amore ha vinto la logica del mondo, ha sgominato il vecchio, destinato a ripetersi fino alla sua scomparsa per usura. L'amore rimane per sempre!
Si apre un bivio: tentare inutilmente di salvarsi con le proprie forze o lasciarsi accompagnare nel mondo nuovo accogliendo il passaggio della morte come dono verso la luce e verso la resurrezione.
"In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle".
Come succede spesso in un terremoto l'attaccamento alle cose può esserci fatale. Nella vita di ogni giorno quest'evidenza non ci appare immediatamente ma meditando ci accorgiamo che gli attaccamenti a ciò che passa ci rendono disposti a tutto, vedendo gli altri come rivali e nemici. Si possono anche sacrificare i fratelli, rompere i legami preziosi e vitali per accaparrarsi delle semplici "cose", effimere e passeggere.
"Così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot".
Gesù ricorda un episodio emblematico raccontato in Genesi 19, 15-26, episodio che colpisce anche un bambino, difficile da cancellare.
Il nipote di Abramo, Lot, insieme a sua moglie e le sue figlie sono spinti "per un grande atto di misericordia del Signore" (v. 16) ad una precipitosa fuga per scampare alla distruzione imminente della città di Sodoma.
E' una lacerazione profonda nel cuore di questa famiglia lasciare tutto, ma indietro non si torna.
La donna però, presa dalla nostalgia per quello che lasciava, si volta indietro a guardare e si pietrifica, paralizzata in un passato che non esiste più.
Il Vangelo ci spinge in avanti, all'incontro col Signore che viene, a camminare verso il nuovo che avanza.
Stare fissi con lo sguardo indietro, rimpiangere il passato che non si può più vivere, ci fa perdere di vista il dono e i frutti di oggi, ci proietta in una nostalgia e in un rammarico mortale.
"Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva".
La fiducia salva: questo è il messaggio di tutto il Vangelo, la Buona Notizia che ci libera dalla schiavitù di cose passate, mentre il Signore ne fa già di nuove e ce le stiamo perdendo! (cfr. Is 43, 19).
Ci fa paura una novità non controllata da noi, ci destabilizza avere fiducia! Ma tentare l'auto-salvezza è puerile e fallimentare.
Abbiamo tante volte tentato di salvare la nostra vita, le nostre storie, i nostri progetti e l'esperienza avrebbe dovuto insegnarci quanto sia inutile.
Chi perde la vita, perché crede che la promessa sia affidabile, si lascia condurre dal Signore, arriva ai pascoli che solo il Pastore Bello conosce.
Guardiamo avanti: dopo la valle oscura la vita aspetta tutti!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 13, 1-9
Commento del 12/11/2021
Salmo 19 (18), 1-7
Commento del 30/09/2021
Vangelo di Lc 17, 26-37
Commento del 13/11/2020
Chi perde la vita, perché crede che la promessa sia affidabile, si lascia condurre dal Signore, arriva ai pascoli che solo il Pastore Bello conosce.
Guardiamo avanti: dopo la valle oscura la vita aspetta tutti!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 13, 1-9
Commento del 12/11/2021
Salmo 19 (18), 1-7
Commento del 30/09/2021
Vangelo di Lc 17, 26-37
Commento del 13/11/2020
"Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva".
RispondiEliminaHo bisogno di questa
sapienza nuova.
Ho bisogno di forza.
Ho bisogno di salvezza.
Non voglio tradire me stesso.
Voglio perdere per trovare.
Con fiducia.
Con speranza.
"Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva".
"Così, chi si troverà nel campo, non torni indietro.
RispondiEliminaSi
Il passato,quello che mi sta dietro,mi è sprone per l'oggi,il domani.
Il nuovo entra in me,metabolizzando il passato,il mio vissuto,rischiarandolo,facendo venire alla luce,fatti,avvenimenti,soffococati......
TU mi liberi,in altri termini.
Grazie