Prima lettura del 7 novembre 2025

A motivo della grazia
Rm 15,14-21

"Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo.
Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito.
Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno»".

La lettera ai Romani si avvia alla conclusione e le parole di Paolo diventano più personali, più accorate. I toni forti che in più punti ha usato per i fratelli sono stati a servizio della loro fede e della certezza nell'Amore di Dio che tutti salva, che tutto riempie di grazia sua.
Si vanta nel Signore Paolo per la sua vita al servizio del Vangelo. Infatti possiamo dirlo il più infaticabile missionario della chiesa primitiva, impegnato a portare il Vangelo lì dove nessun annunciatore era ancora arrivato. 
Non si vanta della propria bravura ma del dono che ha ricevuto dal Signore per portare l'annuncio della Pasqua alle genti pagane che, fuori d'Israele, non pensavano di potersi salvare. 

"Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro".
Gli studiosi descrivono Paolo come un uomo burbero, non certo facile nei modi. Egli non lesina rimproveri quando le comunità si allontanano dalla semplicità e dalla verità del Vangelo. 
Ma la sua indole è forgiata dall'esempio di Gesù e non perde mai di vista il suo compito di pastore delle comunità da lui fondate. Se ha scritto lo ha fatto mosso dal desiderio di condividere ciò che lui vive e che si rivela prezioso per la fede di tutti. 
Ai Romani rivolge qui parole di stima e ammirazione per la bontà reciproca, la conoscenza delle Scritture e la correzione che dimostrano tra di loro, capacità rara se fatta nel solo scopo di acquistare un fratello alla causa del Vangelo.

"Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete".
È con cuore di padre più che di maestro che Paolo riassume il senso e il motivo delle sue lettere. Non intendeva insegnare niente di nuovo a chi già crede nel Signore Risorto. Piuttosto scrive a conforto della loro fede, per rinvigorire la loro speranza, per sostenere la loro carità. 
L'audacia è quella di chi pensa che sia necessario non tacere davanti ad un intralcio che ci può allontanare pericolosamente del Signore. Per questo esorta anche il figlio nella fede Timoteo con parole forti e ardite: "annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna" (2Tim 4,2).
Questo è un servizio che qualsiasi pastore di una comunità cristiana deve fare. 

"A motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti".
Anche se avrebbe potuto rivendicare per sé il posto privilegiato che tocca agli evangelizzatori e ai missionari del Vangelo, Paolo non ha mai usato la sua missione per primeggiare, per imporsi o per rottura con chi non la pensasse come lui.
L'apostolo delle genti ha abbracciato totalmente lo Spirito del Cristo, estasiato, incantato e rapito dal suo darsi completamente per la salvezza di ogni fratello. 
Dal Mastro in poi, il primo della comunità lo sarà solo nel servizio per confermare e far crescere la fede nei fratelli.
"A motivo della grazia" Paolo ha scritto lettere che sono per noi oggi Parola rivelata. Grazie all'investitura di ministro delle genti ha beneficato la vita dei suoi contemporanei e quella di tutte le generazioni a seguire, arrivando fino a noi con l'annuncio del Regno di Gesù Cristo, riscatto per i peccatori e motivo di gioia duratura per tutta l'umanità.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Rm 15,14-21
Commento del 05/11/2021

Salmo 98 (97),3b-4
Commento del 18/05/2023

Vangelo di Lc 16,1-8
Commento del 10/11/2023

Commenti

  1. «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno»".
    A me risuonano i momenti ,le azioni,il comportamento di CHI ha un indole altruista,senza avere partecipatoa MAI ad una "lezione" Cristologica!
    Lo Spirito in lui,agisce e prevale,nella lotta tra bene e male....lotta presente nel cuore di ciascuno di noi.
    DIO opera sempre,anche subliminalmente.
    Amen

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  2. "Vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete".
    Il nostro cuore ha bisogno di ricordare.
    La nostra mente ha bisogno di svegliarsi continuamente.
    Grazie a chi ci fa fare memoria delle meraviglie della fede.

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