Salmo del 21 luglio 2025
Salmo da Es 15,1
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare
Oggi la liturgia ci fa esultare con il meraviglioso "cantico del mare" che l'Israele biblico intona una volta che si trova fuori pericolo, dopo la minaccia mortale del potere faraonico.
Il potente di turno ha combattuto con Dio ed è stato sconfitto. Dalle ceneri di questo dominio nasce un popolo nuovo, riscattato e pronto a camminare verso il suo futuro.
Dio è esaltato come liberatore, come alleato prezioso di un pugno di schiavi a cui nessuno avrebbe dato una speranza.
Il Signore ascolta: questo il messaggio dell'Esodo!
Egli risponde al grido di dolore di figli miseramente oppressi (cfr. Es 3,7) e si prende cura di loro mettendo in campo una serie di prodigi. Non sono giochi di prestigio, ma manifestazione attiva del suo amore eterno, fedele e provvido.
"Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero".
L'incredibile passaggio del mar Rosso a piedi e l'ancora più stupefacente fine degli inseguitori, fa finalmente tirare un sospiro di sollievo ai fuggiaschi guidati da Mosè.
Alle spalle la tragedia di oltre quattrocento anni di dura schiavitù, davanti un futuro di libertà ignoto e totalmente nella mani paterne di Dio.
Ora è il momento di cantare, gridare la gratitudine a Colui che compie prodigi. Cantare al Signore e fare memoria dei doni ricevuti, fa prendere coscienza ancora di più che la vita è dono sempre e che di questa benevolenza noi ne siamo i destinatari.
"Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato".
Passati dalla sofferenza alla gioia, dalla disperazione alla speranza, Mosè e il suo popolo si liberano finalmente dall'oppressione del cuore e cantano in onore del Signore, Padre mirabile.
Il Signore ha trionfato sul potere del faraone, ma anche sulle paure, sulla tristezza e sulla sfiducia che come un morbo minava la relazione col suo popolo.
La vittoria è di Dio: per noi la morte fisica è sconfitta e con lei tutte le morti interiori, ben più infide.
"Ha gettato in mare
cavallo e cavaliere".
Scampato un pericolo concreto, il popolo ne fa già memoria con una formula che dice la crudezza della lotta e la fine ingloriosa di ogni potere umano davanti all'amore di Dio per noi.
Nel mar Rosso annegano i cavalieri, gli inseguitori, gli esecutori di ordini micidiali, ma anche i loro cavalli, gli strumenti che dovrebbero aiutare nel lavoro e invece sono usati per la guerra.
Oggi assistiamo drammaticamente al reddito di interi paesi destinato per distruggerne altri popoli, a giovani che dovrebbero crescere nell'intercultura e nell'integrazione, che vengono armati e mandati come carne da macello sui fronti di entrambi gli schieramenti, di innocenti usati come bersaglio per ritorsioni e mire egemoniche.
Ogni volta che nel Padre Nostro gridiamo di liberarci dal male, la risposta del Signore è la sua vittoria su tutto ciò che ci impedisce di camminare sulle vie della pace.
Sta a noi ascoltare, credere che ciò accada veramente e impedire che nuovi potenti dittatoriali abbiano campo libero nel mondo.
Il mare inghiotta i mezzi di distruzione di massa, le mire che portano al genocidio e all'epurazione razziale.
Innalziamo il canto al Signore: lui ha trionfato e ancora trionferà per noi!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Es 14,5-18
Commento del 24/07/2023
Salmo da Es 15,4
Commento del 19/07/2021
Vangelo di Mt 12,38-42
Commento del 18/07/2021
"Ha gettato in mare
RispondiEliminacavallo e cavaliere".
La nostra forza,
i nostri mezzi,
alla fine non servono a niente.
Tutto crolla.
Solo il Signore
e il suo amore sono per sempre.
È lui la nostra forza.
È lui la mia forza.
Il Signore è la forza di tutti e per tutti🙏
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