Vangelo dell'11 luglio 2025
"In quel tempo, Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»".
Seguace di Gesù, amante della sua presenza: è così che si autodefinisce un discepolo di qualsiasi epoca. Gesù è il senso nuovo della esistenza, a lui viene affidato il nostro presente e il nostro futuro.
L'incontro con la sua presenza segna una svolta, determina un prima e un dopo nel nostro vissuto. Lo sapevano bene i Dodici e gli altri discepoli dietro Gesù, a loro che la vita era stata rivoltata come un calzino, aprendoli ad una novità di missionari impensabile per uomini semplici e dediti al lavoro e alla famiglia.
La fiducia nella Parola di Dio ci rende capaci di scelte importanti, di rinunce generose, certi che niente va sprecato, che ciò che sembra perduto come le reti sulla riva del mare, è superato dalla grandezza di ciò che riceviamo.
"In quel tempo, Pietro disse a Gesù".
Pietro ormai non parla solo a nome proprio, dice spesso "noi", perché si cammina insieme, si è una comunità in ascolto e lui per primo si sente un tutt'uno con gli altri discepoli.
Pietro e Gesù in dialogo, la domanda dei discepoli e la risposta ai discepoli. Quello che dice Pietro e che Gesù dice a Pietro ci riguarda tutti, siamo ora in quel "noi".
"Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito".
Questa è la definizione che dà Pietro di sé stesso e dei suoi compagni: amici alla sequela del Maestro.
Hanno lasciato tutto: i loro beni, le convinzioni religiose, la loro tradizione sociale, le sicurezze che si erano costruiti negli anni.
Sono stati pronti a ricominciare da una chiamata, da Parole nuove, da uno sguardo che penetra il cuore. Per questo lo seguono, perché è lui la nuova direzione della loro vita. Ed è così per ogni discepolo di Gesù.
"Che cosa dunque ne avremo?".
Grazie a Pietro che parla per noi e con noi. Grazie al primo messo come motore trainante dei primi discepoli che traina anche noi nella verità della sequela e nella verità dell'eredità che ci è riservata.
Seguire Gesù è una scelta che ha bisogno di essere continuamente rinverdita nelle sue motivazioni profonde.
Che ci guadagnamo in questa sequela? Che ne sarà della nostra vita?
Pietro sollecita una risposta che piano piano sarà rivelata in pienezza, che donerà a piene mani quel centuplo che il Padre ha preparato.
Ci è promessa vita più vera, definitiva, eterna. Gesù, che questa vita l'ha inaugurata, sta con noi nel cammino e ci spalanca il cuore per volare alto.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Pr 2,1-9
Commento del 11/07/2024
Salmo 34 (33),6-7
Commento del 29/06/2024
Vangelo di Mt 19,27-29
Commento del 11/07/2023
"Ecco, noi abbiamo lasciato tutto
RispondiEliminae ti abbiamo seguito".
Lo dice Pietro a Gesù.
È una dichiarazione di fiducia.
Ora Gesù è tutto.
Ora seguono colui
che da senso a tutto.
Lasciare qualcosa per qualcuno
è solo dell'amore.
Riceverà cento volte tanto!
RispondiEliminaSi.
Basta avere fatto esperienza
Dai
Dai
Ricevi sempre!
Grazie ❤️