Prima lettura del 14 ottobre 2025

Si rivela la giustizia di Dio
Rm 1,16-25

"Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute.
Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen"

Fin dalle prime parole della sua lettera ai Romani, l'apostolo annuncia dove sta la sua forza e ciò che lo motiva nel suo lavoro di missionario instancabile. 
Ascoltiamolo mentre confessa il suo amore per il Vangelo e quanto questo amore abbia rinnovato e fecondato la sua esistenza. È per lui nuova sapienza, nuova forza, nuova sorgente di speranza. 
Nessuna delle avversità della vita riesce a mortificare la forza vitale del Vangelo che opera in noi. Paolo è testimone di questo. 
Sapienza e stoltezza umane davanti al Vangelo vengono smascherate e ogni illusione è costretta a cadere. Il Vangelo è infatti salvezza per mezzo della fede. 

"Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo". 
Paolo esordisce con una affermazione forte: c'è da essere deriso, calunniato, escluso, vilipeso per il Vangelo!
Sembrerebbe assurdo, ma è una realtà che affronta chi lotta per la pace, per la diffusione della Buona Notizia, per i fratelli oppressi, per la fine di genocidi e guerre. Per opere di misericordia e di carità si finisce per essere avversati in ogni modo.
Ma per Paolo subire tutto questo è un vanto, dirlo pubblicamente, testimoniare la propria fede, è trovare nuova forza.
Infatti affermare di non vergognarsi del proprio Dio crocifisso e umiliato, porta a tante conseguenze che cambiano la vita. È abbracciare la povertà chiesta dal Vangelo, essere disposti a perdonare sempre perdendo la faccia, sottomettermi agli altri rinunciando a primeggiare, viversi il fallimento dell'annuncio perché si manifesti la gloria di Dio, essere in questo mondo ma non di questo mondo, lavare i piedi a tutti, essere considerato ultimo e soffrire se necessario per l'evangelizzazione.
Questo versetto apre veramente alla gioia spoglia, umile, disarmante, dell'essere cristiano a partire dall'amore di Dio manifestato nell'abbassamento e nella croce di Gesù.

"Perché è potenza di Dio".
Potenza di Dio appunto, non umana, che in questo mondo, è velata se non derisa, vilipesa, soffocata da chi vuole affermare la logica della violenza.
Potenza di Dio è il suo amore per noi, il dono continuo del perdono e della sua fedeltà, è iliracolo della fiducia che ha messo nel nostro cuore, che spinge in avanti, nonostante tutto. 
Il Vangelo è la forza vitale del Signore che come lievito fa crescere tutta la nostra vita.

"Per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco". 
La salvezza annunciata dal Vangelo ha rotto gli argini, e dagli ebrei tutto passa anche ai "greci", cioè al resto dei popoli del mondo. Anche se la salvezza si è rivela prima di tutto nel popolo che Dio si è scelto, poi si allarga sempre di più a tutta intera l'umanità. In un popolo ha avuto inizio, ma non era solo per un popolo. 
C'è un prima e dopo che descrive l'irresistibile cammino della salvezza destinata ad ogni uomo ed ogni donna in questo mondo.

"In esso infatti si rivela la giustizia di Dio". 
Finalmente la giustizia di Dio, cioè il suo progetto, il suo amore, il suo modo di guardare l'uomo si sono rivelati.
E la giustizia, la rettitudine dell'opera di Dio è questa: lui venuto a noi e non ha preteso che noi andassimo a lui, ama per primo e fino in fondo con un amore che niente e nessuno può fermare, ha cuore di Padre per chi è insalvabile, non guarda ai meriti ma ai bisogni.
In una parola la giustizia di Dio è giustificazione per noi. Ci rende giusti perché il suo amore gratuito ed immeritato avvolge la nostra vita e ci rende capaci di amare, consapevoli di essere veramente suoi figli. 

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Rm 1,16-25
Commento del 15/10/2019

Salmo 19 (18),4-5
Commento del 28/10/2022

Vangelo di Lc 11,37-41
Commento del 17/10/2023

Commenti

  1. "In esso infatti si rivela
    la giustizia di Dio".
    Si rivela il suo amore
    che rende giusti.
    Si rivela la sua misericordia
    che ci giustifica da ogni colpa.
    Si rivela il volto del Padre.
    Si rivela il nostro destino
    di figli gli amati.

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  2. Si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata!
    Poi,ma,se....tanti ragionamenti.
    Signore L I B E R A M I
    Basta fardelli;fammi volare con TE!
    Amen

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