Salmo del 19 febbraio 2020

Chi abiterà nella tua tenda?
Sal 15 (14)

"1 Salmo. Di Davide.

Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

2 Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,

3 non sparge calunnie con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.

4 Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se ha giurato a proprio danno,
mantiene la parola;

5 non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l'innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre".


Molti sono i Salmi che cantano la sapienza del giusto. Una grossa fetta di queste preghiere sono infatti riflessioni e insegnamenti sapienziali.

"Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?".

La tenda ricorda il tempo dell'esodo e la montagna ricorda Sion, il luogo del tempio di Gerusalemme. Sia nel pellegrinaggio del deserto, sia nella stabilità di una città, il desiderio rimane immutato.
Sono domande profonde che raggiungono il centro del nostro animo, bisognoso di Dio. Abitare e dimorare con chi si ama è il sogno inespresso di ogni essere vivente affamato di pienezza, di eternità e di bene senza fine.

"Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore".

Un primo insegnamento riguarda il camminare nella giustizia e nella verità profonda, la verità del cuore. Dietro c'è il problema dell'idolatria, dell'orientarsi verso altri dei che non siano il Dio vivente. Camminare alla presenza del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, seguendo nel cuore le sue vie, rende eredi del suo Amore.

"Non sparge calunnie con la sua lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino".

L'amore sincero per Dio è l'altra faccia dell'amore per il prossimo.
Non c'è amore per Dio che non passi dall'accoglienza e dalla condivisione della propria vita con gli altri.
Calunnia, danno, insulti, impediscono di vivere fraternamente. Sono tre ferite profonde con cui si escludono gli altri, si disprezzano e si considerano inferiori a noi. Non si può essere eredi da soli o in competizione con i fratelli.

"Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore".

Il nostro cuore ci inquieta quando ci scopriamo ad ammirare e invidiare chi fa il male e gli va tutto bene. I Salmi registrano questa pericolosa tendenza.

Penso ad esempio al salmo 73:
"Ma io per poco non inciampavo,
quasi vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti,
vedendo il successo dei malvagi" (Sal 73, 2-3).

Il saggio vigila sul suo cuore affinché non venga sedotto dal successo come chi agisce mosso da egoismo e competitività senza limiti. Il suo rispetto va a coloro che seguono come lui le vie del Signore che non sono quelle dell'arrivismo e dell'egoismo.
Il Signore scopre gli atteggiamenti che allontanano da lui e apre gli occhi sulle vere finalità delle nostre opere.

"Anche se ha giurato a proprio danno,
mantiene la parola".

Ora la parte positiva di questo insegnamento.
La fedeltà e il senso di giustizia coltivato con sapienza, fanno di questo discepolo una persona libera dal proprio tornaconto, capace di scegliere in verità. In giudizio testimonia il vero anche se andasse contro se stesso.

"Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l'innocente".

Usura e corruzione sono crimini contro i poveri e gli indifesi, denunciate con parole durissime dai profeti.
I ricchi e i potenti riempivano i loro forzieri sempre di più a spese di persone che dovevano indebitarsi e vendere tutto per sopravvivere. Anche i giudici si facevano facilmente corrompere dai colpevoli che potevano pagare per una sentenza favorevole.

Sembra di sentire le notizie al Telegiornale oggi; il cuore dell'uomo è sempre lo stesso!
L'uomo saggio rifiuta questi sotterfugi perché sa che potere e ricchezza sono effimeri e non sono il senso della vita. È uscito dall'illusione che nei beni possa trovare sicurezza.

"Colui che agisce in questo modo

resterà saldo per sempre".
Ecco quindi il segreto della vera saggezza, che coinvolge tutta l'esistenza e non solo la testa e le idee. Stabilità duratura, per sempre, è la caratteristica di Dio.

Il saggio sa che il suo cuore è incostante e tendente al peccato.
Ancorarsi a Dio, fedele per sempre, è sentirsi sicuro che il desiderio di avere una dimora stabile sarà esaudito e il fine della vita sarà abitare con l'Emmanuele che ha posto la sua tenda in mezzo a noi.

Commenti

  1. Il salmo ci conferma che solo Dio è la nostra pace, il nostro riposo, come un padre e una madre lo sono per il proprio figlio. A noi non resta che confidare in lui e in lui rifugiarci.
    (CMP Italia)

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  2. Tecnicamente definito «liturgia d'ingresso», questo salmo immagina che alla processione dei fedeli, giunti alle soglie del Tempio di Gerusalemme, i sacerdoti elenchino in undici commi le condizioni requisite per accedere al culto. Anche sui templi egiziani e babilonesi erano incise norme che regolavano l'accesso, ma si trattava sempre di prescrizioni rituali di purificazione e di abbigliamento. La Bibbia, invece, sulla scia della predicazione profetica, esige un severo esame di coscienza sugli impegni morali, sociali ed esistenziali, come è limpidamente
    affermato nella lista di richieste su cui si articola il nostro salmo. Le parole del profeta Michea (VIII sec. a.C.) sono il miglior commento al testo salmico: «Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore le migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio» (Mi 6,6-8).
    (Gianfranco Ravasi)

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  3. Il salmista considera le condizioni necessarie per abitare nella tenda del Signore, e dimorare sul suo santo monte.
    Ne risulta una preghiera piena di propositi e di sentita, seppur implicita, invocazione per poterli attuare e mantenere.
    La tenda del Signore sul santo monte è il tempio, dove nel “santo dei santi” c’era l’arca dell’alleanza con la presenza tra i cherubini della gloria di Jahwéh. 
    (novena.it)

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  4. "chi abiterà nella tua tenda?" "Chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla " Gc1,25

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