Vangelo del 13 febbraio 2020

Per questa tua parola, và!
Mc 7,24-30

"In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato".


Abbiamo letto questo brano nella liturgia del 7 agosto 2019 nella versione di Matteo, molto più dettagliato nei particolari.
Qui Marco è scarno ed essenziale. Ogni volta però questo episodio ci sorprende e ci interroga. Non è uno di quelli più famosi, è unico però e questo ci spinge a meditarlo con attenzione.
Il palcoscenico di questo Vangelo è la Siria: "Gesù andò nella regione di Tiro". "Sconfina" il Messia, si reca nelle regioni al confine con la Palestina viste con un misto di timore e di disprezzo dagli osservanti ebrei. Da lì erano arrivati invasori, lì ora c'è solo povertà e sofferenza come in terra d'Israele.
Per questo è un luogo da visitare e da graziare per il Pastore che non lascia perdere nessuna delle sue pecorelle.

"Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto".
Affermazioni come questa nel Vangelo ci colpiscono sempre. Ci ritornano in mente le sue parole: "Non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa" (Mt 5,14-15).
Gesù cercava le folle, vi si gettava a capo fitto senza timore di contaminazioni, di rappresaglie, di disprezzo o pericolo per lui...
Eppure spesso, nel Vangelo di Marco ritorna quello che gli studiosi chiamano "segreto messianico", il divieto di rivelare le sue opere e di fargli "pubblicità". Punto interrogativo aperto nel nostro approccio con la Parola!
Sta di fatto che la sua presenza non passa inosservata e la notizia si diffonde.

"Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi".
Ancora uno spirito impuro, come nel brano dell'uomo che viveva tra i sepolcri nel paese dei Gerasèni (cfr. Mc 5,1-20).
Questa donna pagana sente parlare di Gesù: mi piace pensare che la sofferenza di questa madre sta a cuore di qualcuno che non può fare niente per lei e sua figlia.
E' quello che succede anche a noi spesso: la malattia, il dolore degli altri è così grande e difficile da risolvere che non possiamo fare altro che tenerli presente, portarli con noi, fino a che non riusciamo ad avere una notizia che potrebbe essere risolutiva e quindi corriamo a portarla a chi attende uno spiraglio di luce.
Il passa parola della salvezza va di bocca in bocca e raggiunge questa donna pagana che ascolta e si mette in moto.

"Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia".
Cosa le hanno raccontato di questo galileo che è arrivato nelle loro terre?
Lo supplica chiedendo guarigione e liberazione: ecco cosa le avevano detto di Gesù... forse questo guaritore potente si sarebbe commosso per la sua insistenza, forse l'avrebbe ascoltata seppur donna sola, straniera e immeritevole di attenzione.

"Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini»".
La risposta di Gesù sembra confermare i suoi dubbi su una risposta negativa che di certo sarebbe arrivata da un ebreo.
Gesù provoca il suo cuore con l'ovvietà della mentalità comune, anteponendo davanti a lei un prima per i figli (il popolo ebraico) e un poi per gli altri (le genti, i pagani).
Il delicato "cagnolini" ricorda il triste appellativo con cui gli ebrei parlavano delle genti fuori da Israele. Non era una vera e propria esclusione della salvezza dei popoli pagani quella in cui credevano gli ebrei, ma la predilezione dei figli di Abramo faceva di loro i primogeniti a cui andava l'eredità prima, la migliore.

"Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli»".
Se la riluttanza di Gesù sorprende, la risposta di una pagana lascia senza parole!
La fede e la necessità materna spingono questa donna ad una risposta coraggiosa e profetica. Non le importa di essere paragonata ai cagnolini, non si ferma perché non è considerata figlia prediletta, non se la prende per essere stata messa in secondo piano: l'amore la fa mendicare con una coraggiosa umiltà e le parole che dice sono anche per noi, dopo 2000 anni, toccanti!
Lei sa di parlare con un ebreo, per giunta uomo di Dio. Non pretende nessun invito per sé come gli invitati alle nozze che Isaia aveva annunciato (cfr. Is 25,6), non ricerca i primi posti d'onore (cfr. Lc 14, 8-9), non vuole il cibo dei figli; le basta poter raccattare le briciole del banchetto a cui nessuno bada, necessarie però a sua figlia per tornare a vivere.

"Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia»".

Gesù le aveva detto che non era quello il momento per lei di essere beneficata, ma l'urgenza che si legge in quelle sue parole, lo convincono ad agire...
Ricorda la risposta alle nozze di Cana a sua madre che gli chiede un gesto che salvi la festa e, se inizialmente afferma che non è giunta la sua ora di mostrare la gloria del Padre, poi interviene e le nozze sono salve.
La preghiera incessante ci fa fare una scoperta impensata: il Signore ascolta il nostro grido e interviene prontamente! Egli ama e l'amore fa cambiare direzione, si piega verso l'amato, si fa prodigo di doni.
La parola di questa donna esprime un affidamento a Gesù che l'ha fatta già entrare nella salvezza.
Per quella parola piena di fiducia può andare e attingere alla fonte della grazia.

"Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato".
La conclusione del brano mostra che la parola della donna e la parola di Gesù si sono incontrate in un'efficacia che ha agito da lontano, liberando dalle catene del male la bambina che finalmente è stata risollevata dal letto di morte.
Questa donna pagana fa una vera esperienza di fede, a cui il Vangelo ci vuole aprire.
Chiedere, sicuri dell'amore del Padre, è già esperienza di salvezza. Siamo sicuri di non meritarla, di essere fuori dai confini della sua volontà di salvezza, certi che di fronte al Signore non siamo altro che cagnolini che possono solo lambire un dono che non ci tocca. Ma avere il coraggio di chiedere ci mostra che il Signore ascolta, che da ultimi ci fa primi, che da diseredati ci rende primogeniti.
Come per il figlio lontano che torna alla casa del padre, vorremmo essere trattati da schiavi pur di vivere, ma il Signore ci riveste con l'abito degli eredi e ci ricolma della sua grazia.
Non le briciole: quello che ci viene donato in cibo è addirittura il Figlio!
E quando ci accorgiamo di essere amati, il male da noi se n'è già andato!

Commenti

  1. Gesù sta cercando di aprire la mentalità dei discepoli e della gente oltre la visione tradizionale. Nella moltiplicazione dei pani, lui aveva insistito nella condivisione (Mc 6,30-44), aveva dichiarato puri tutti gli alimenti (Mc 7,1-23). In questo episodio della donna cananea, supera le frontiere del territorio nazionale ed accoglie una donna straniera che non era del popolo e con cui era proibito parlare. Queste iniziative di Gesù, nate dalla sua esperienza di Dio Padre, erano estranee alla mentalità della gente dell’epoca. Gesù aiuta la gente ad uscire dal suo modo di sperimentare Dio nella vita.
    (Carmelitani)

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  2. La fama di Gesù ha varcato i confini della sua terra, ed Egli non può “restare nascosto”. Quel male che ieri Gesù diceva presente nel cuore dell’uomo, oggi si manifesta in questa piccola di cui si dice che è “posseduta da uno spirito impuro” (ver.25), e la sua mamma chiede che a Lui di “scacciare il demonio da sua figlia” (ver.26). Capisco che molti possono sentirsi perplessi ed imbarazzati da simili espressioni, ma “spirito impuro” e “demonio” sono una terminologia appropriata per dire che si tratta di una potenza negativa davanti alla quale ogni sapere e potere umano devono arrendersi: questo è appunto il mistero del Male! Anzi, bisogna dire che per molti proprio questa esistenza del Male diventa obiezione nei confronti di Dio e della sua esistenza: se c’è Dio, perché c’è il male? Per la fede ebraico-cristiana Dio è il liberatore dal male, e Gesù ci ha insegnato di chiedere al Padre di liberarci dal Male. E’ quello che questa donna straniera e pagana chiede a Gesù.
    (Giovanni Nicolini)

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  3. Una donna chiede aiuto a Gesù e questi la respinge con parole dure. Lei insiste e discute con magistrale sapienza le affermazioni del Maestro.
    La finezza delle sue argomentazioni spinge Gesù a rivedere la propria posizione e a concedere la guarigione invocata.
    Lo scandalo di questo racconto sta nel fatto che le durissime parole di Gesù non sono rivolte a persone religiose e potenti ma a una povera madre, straziata dal dolore per una figlia malata. Caso unico in tutti i Vangeli.
    E poco importa se la donna è pagana, idolatra o quant' altro: è pur sempre una madre!
    Può sembrare inopportuno parlare di figli proprio a chi invoca per la propria figlia: «non è bene prender il pane dei figli per darlo ai cagnolini» (Mc. 7,27; Mt. 15,26).
    Certo, la donna poteva supporre che quel profeta, appartenente a un altro mondo, professante un altro credo, un'altra fede, non l'avrebbe accolta facilmente.
    Ma la sofferenza per quella figlia, straziata da un demone, sollecita a chiedere aiuto oltre i recinti della sua appartenenza; e il desiderio di benessere spinge una madre a non fermarsi di fronte al primo rifiuto.
    (Lidia Maggi)

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  4. La sentenza di Gesù alle suppliche della donna è decisa e a prima vista potrebbe non entusiasmare la donna, ma la sua replica è umile e coraggiosa al tempo stesso: «Eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
    Per questa sua risposta la donna è salvata. Accoglie la sua parola, riceve questo dono e lo accoglie così com’è. Le parole di Gesù, che sembravano un ostacolo, diventano invece un ponte, permettono a questa donna di entrare appunto nella logica dei figli amati. Ha capito e sentito: bastano le briciole per salvarla.

    Domenico Pugliese

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  5. Marco non ci narra un miracolo di guarigione, ma un miracolo di incontro: fuori dei confini di Israele un rabbi e una donna pagana acconsentono a un dialogo e a una reciproca comprensione che li trasformano, guarendo e portando a pienezza la vita. Se il miracolo avviene è perché entrambi sono “in uscita”, aperti al rischio dell’ignoto: Gesù lascia la propria terra e quei vincoli di purità sui quali ha appena avuto un’accesa discussione con i farisei, per dimorare su un suolo estraneo e impuro; la donna lascia le proprie credenze per cercare guarigione in un altrove, in un diverso che viene da lontano. Stranieri l’uno all’altra, Gesù e la donna si incontrano oltre la paura dell’alterità e la presunzione di essere nel giusto: è così che la vita vince l’avanzare della morte e conosce piena fioritura.

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  6. Grazie suor Nico
    ...è nell'incontro che
    fiorisce la vita

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  7. E quando ci accorgiamo di essere amati, il male da noi se n'è già andato.....

    Commenti
    Come è vero questo! Il sentirsi amati, pensati guarisce il cuore che piange.
    Cerchiamo te Signore per toccarti, parlarti e amarti, proprio come fai tu con noi.

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