Salmo del 2 ottobre 2019

Sotto le sue ali troverai rifugio
Sal 91 (90)

1 Chi abita al riparo dell'Altissimo
passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente.

2 Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.

4 Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

5 Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,

6 la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

7 Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire.

8 Basterà che tu apra gli occhi
e vedrai la ricompensa dei malvagi!

9 «Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».
Tu hai fatto dell'Altissimo la tua dimora:

10 non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.

11 Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

12 Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.

13 Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

14 «Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.

15 Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell'angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso.

16 Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».


Fiducia!
Basta questa sola parola a illuminare tutta la bellezza di questo salmo, che nella nostra preghiera liturgica è quello conclusivo del giorno, recitato prima di andare a dormire.
Fiducia: declinata in tante sfumature che prendono le mosse dalle situazioni di vita che il salmo evoca. Situazioni non felici, profondamente drammatiche, ma che nulla tolgono, anzi rafforzano la determinazione ad attaccarsi alla roccia della salvezza.
È un dialogo a tre: inizia una guida che esorta il pellegrino nel tempio, continua il pellegrino che esprime la sua speranza, conclude il Signore con la sua promessa di salvezza.

"Chi abita al riparo dell'Altissimo
passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente".

Dormire in un tempio è per noi oggi una cosa sconveniente. Ma nell'antichità, come ancora oggi nell'estremo Oriente, dormire nel tempio era un bel segno per la fede.

È un'esperienza di "inabitazione". E chi abita, per quella notte nel tempio, fa esperienza di stare "al riparo dell'Altissimo", di essere in una casa sicura, ospite di Dio stesso.

"Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Ecco che il pellegrino provato dalla vita, nell'intimità notturna, trova la fiducia, esprime la sua fede, può abbandonare le armi e riposarsi.
Rifugio, fortezza, sono i nomi che quest'uomo provato dalla vita sussurra tra le braccia del suo Signore. Si confida e confida in lui.

"Sotto le sue ali troverai rifugio".
Viene in mente un pulcino inerme custodito e protetto dalle ali materne. Le scene che vengono evocate dal salmo sono quelle di una guerra dilaniante, che fa migliaia di morti e che sembra non avere fine.
Né guerra, né peste avranno la meglio sul fedele che dorme sotto le ali materne del Dio vivente. Dalla natura e dagli uomini si è assediati e braccati: di entrambi il Signore è liberatore.
E alla certezza che viene trasmessa, il fedele ripete al suo cuore: "Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!".
Sono parole da ripetersi, tante volte finché il cuore si riposi e i nodi alla gola si sciolgano.

"La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza".
Ed ecco la perla di ogni fede: la sua fedeltà è garanzia sulla mia infedeltà e il mio peccato. Per amore del suo Nome, come è detto spesso nei salmi, e per la fedeltà alla Sua Parola, il Signore non viene meno al suo essere Padre per sempre.

"Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire".

Quanta fiducia in questa espressione paradossale! Chi si rifugia nel Signore non deve più temere la morte che è accanto, non un pericolo remoto, ma prossima, reale, terrorizzante!

"Basterà che tu apra gli occhi
e vedrai la ricompensa dei malvagi!".

Al risveglio, al mattino, dopo una notte di riposo eppure di lotta interiore, di abbandono eppure di paura per il giorno che verrà, questo vedrà i nemici sconfitti. Mentre lui dormiva il Signore combatteva e vinceva per lui.

"Tu hai fatto dell'Altissimo la tua dimora".
Espressione bellissima che richiama le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni.
Per dire chi è lui e chi il Padre, Gesù ha scelto proprio l'espressione "dimorare" e per rivelarci di quanto amore ci ha circondato dice: "Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore"! (Gv 15, 9)
Al sicuro in questa dimora, il Signore mette al servizio di chi si rifugia in lui i suoi angeli: "per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie".
Così accompagnato, non solo non inciamperà camminando sicuro, ma addirittura "calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi" senza nessun pericolo (cfr Mc 16,17-18).

"Lo libererò, perché a me si è legato".
L'immagine è affascinante perché ciò che lega al Signore è liberante!
Non sono catene di costrizione, ma legami d'amore che si scelgono, si desiderano, si attendono.
E' il Signore stesso a riconosce che il credente è legato a lui!
La fede e la fiducia ci legano a Dio, e la fedeltà di Dio rendono questo legame indissolubile.
L'espressione è altamente evocativa perché la legge di Dio doveva «essere legata alla mano come un segno e posta come pendaglio tra gli occhi» (Dt 6, 8).
Il Cantico dei Cantici comprende che qui sta l'essenza del rapporto con l'Amato: la donna chiede all'uomo di porsi sul suo capo e sul suo cuore, sostituendo alla legge lei stessa, legata per sempre in un vincolo sacro e indissolubile: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore" (Ct 8, 6).
Durante la messa spesso sentiamo queste parole: "Molte volte, o Dio, gli uomini hanno infranto la tua alleanza, e tu, invece di abbandonarli, hai stretto con loro un vincolo nuovo per mezzo di Gesù:…un vincolo così saldo che nulla potrà mai spezzare” (preghiera eucaristica della Riconciliazione).
E' questo il vincolo di cui si parla, non obbedienza ad una legge esteriore, ma legame profondo che parte dal di dentro e sceglie colui che completa e sazia.

"Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell'angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso".

Il Signore risponde sulla stessa onda: se è vicino nell'angoscia, il male è già dimezzato, la solitudine di viversi un problema da soli, è dissolta.
Alla fine questo è il miracolo che compie la fedeltà: stare, dimorare, condividere.
Non abbiamo bisogno di altro nelle nostre privazioni continue, nelle lotte estenuanti, nelle fatiche che sembrano schiacciarci, nelle paure per chi amiamo e che ci viviamo da soli. Abbiamo bisogno di sentire, di essere certi che non siamo soli, di sentire dal Signore : "Sarò con te!" (Is 43,2)

E infine, la promessa delle promesse:
"Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza".

Vita senza fine e gioia vista, toccata, perché la salvezza che si è manifestata, è il futuro per ogni uomo di cui Dio si è innamorato e a cui si è dato sino alla fine, senza riserve.

Mi rendo conto adesso che in questo salmo aleggia tra le righe la morte: ma chi potrà toglierci la Vita se passeremo la notte all'ombra dell'Onnipotente?!

Commenti

  1. È meraviglioso lasciarci rassicurare, avvolgere e proteggere dalla Parola del Signore. Il salmista evoca un’immagine che ci comunica con immediatezza l’amore materno, protettivo e rassicurante, che Dio ha per noi. Come la chioccia copre i suoi pulcini con le sue penne e li protegge sotto le sue ali, così il Signore ci raccoglie sotto la sua grazia per custodirci come figli e figlie da Lui amati. Il Signore è il nostro rifugio, il nostro riposo e la nostra consolazione. Presso di Lui possiamo ritrovare conforto, sostegno e calore. Egli ci nutre con la sua Parola e ci dona le forze per riprendere a volare, affrontando la vita con rinnovato coraggio.
    (Ruggero Lattanzio)

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  2. Mi sembra importante sottolineare come tutta questa preghiera ricordi che la vita è una guerra! La direzione e l’esito della vita di fede non é un cammino verso una tesi e un’ipotesi “pacifista”. La vita è sempre guerra. La fede è l’alleanza d’amore che Dio stabilisce con la sua creatura amata e che ne fa l’alleato decisivo e irrinunciabile per la grande lotta dell’esistenza. Il credente non è un vincitore. E’ un “salvato”! Tutto il Salmo sembra preoccupato di descrivere la vita con i termini severi della lotta, del pericolo e quindi dell’esperienza della salvezza come presenza e aiuto essenziale da parte di Dio nei confronti del suo eletto, sia egli una singola persona, o l’intero popolo di Dio.
    (Giovanni Nicolini)

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  3. A proposito di questo salmo, san Bernardo scriveva: "Tra tutti i salmi non ce n’è un altro maggiormente adatto a incoraggiare i timidi, ad ammonire i negligenti e istruire chiunque si trova ancora distante dal traguardo della perfezione... Sotto le ali di Dio quattro benefici ci sono assicurati: siamo là nascosti, siamo protetti contro i perversi, vi troviamo ristoro contro gli ardori della giustizia divina, siamo nutriti e riscaldati". E Bossuet: "Quest’anima appoggiata a Dio, che ha messo il suo rifugio nell’Altissimo..., getta poi i suoi occhi sul mondo che vede così lontano, ai suoi piedi. Esso le sembra piccolo dall’alto di questo rifugio incrollabile, esso è visto ormai in ben altra maniera di quanto lo veda la maggior parte degli uomini".
    (Shalomgaetano.blogspot)

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  4. Bello sentire un aiuto
    Qualcuno che mi cura

    CHIEDONO TUTTI A ME...
    Io non ho il SUO potere taumaturgico...
    Signore Donami capacità e più abnegazione per il bisognoso...
    Da solo sono limitato
    È grande è la mia gratitudine per il sentimento che nutri per me
    Grazie

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  5. Come è bello questo salmo.... Signore ti benedico per il tuo amore infinito.

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