Vangelo del 22 gennaio 2022

Uscirono per andare a prenderlo

Mc 3,20-21

"In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé»".

La vita di Gesù è intensa e interamente spesa a favore di ogni uomo e ogni donna che incontra sul suo cammino, segno della sollecitudine del Padre per l'umanità intera. Il Vangelo fotografa Gesù nel vivo del suo servizio, con le reazioni di chi gli sta intorno.
Chi lo ama pensa che sia "troppa" la sua dedizione, che "un sano egoismo", come spesso si sente dire sui social, sia necessario! Non per lui, che ha fatto della sua vita lo specchio dell'Amore che si dà tutto per l'amato.
È sconvolgente la passione e l'impegno che metteva nella sua missione. Il suo è un amore sino all'estremo, un donarsi senza limiti, che a noi sembrerà sempre roba da matti.

"In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla".
La presenza di Gesù attira ogni genere di umanità sofferente. Il passa parola porta tanta gente a radunarsi dove arriva questo nuovo Messia che non si allontana con ribrezzo da malati, lebbrosi, pubblicani e peccatori.
Tanta è la sofferenza che aspetta consolazione, tanta è la fame di vita e di amore che aspetta di essere saziata.

"Tanto che non potevano neppure mangiare".
Giornate intense e stressanti quelle di Gesù e degli apostoli! Capitava che non non avessero tempo per se stessi perché il bisogno di moltitudini li pressava; erano pecore senza pastore che andavano guidate, malati che volevano tornare a vivere, affamati di tutto ciò che è necessario che cercavano cibo e pienezza.
La fame degli altri era poca cosa rispetto al loro digiuno per il troppo slancio missionario.
Ma mentre questo era chiaro a Gesù e ai discepoli, non era così per i parenti che, preoccupati, ne seguivano le gesta da lontano.

"Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo".
Maria e altri familiari partono allora da Nazareth per andare a recuperare il loro congiunto. "Strano" lo era sempre stato, con il fervore di nutrirsi di Parola di Dio che gli faceva dimenticare anche la famiglia! (cfr. Lc 2,49).
Ma la cosa sembrava peggiorare di giorno in giorno: più cresceva la sua fama di guaritore e predicatore, più i suoi diventavano determinati a farlo ritornare a casa per farlo ragionare.
Non era facile intraprendere un viaggio, e poi con questa urgenza motivata dall'apprensione! La paura doveva essere tanta perché tanta era l'incomprensione.

"Dicevano infatti: «È fuori di sé»".
È questa la conclusione a cui erano arrivati sentendo quello che si diceva di Gesù, sembrava avesse perso il suo equilibrio.
Chi non pensa a sé, chi dona la sua vita, che ci perde per fare il bene, è sempre giudicato con sospetto.
i nostri criteri umani di sopravvivenza sono utili alla specie, ma imbrigliano, limitano, frenano gli slanci generosi dei cuori empatici e misericordiosi.
Pensiamo che bisogna proteggerli da sé stessi, riportarli entro i soliti limiti che dosano le attenzioni e il tempo donato agli altri.
E' una pagina preziosa di vita vissuta per noi che siamo chiamati da discepoli alla stessa missione del Figlio, a donare la vita, a non tenercela stretta per conservarla e vederla fallire irrimediabilmente.
E come educatori e genitori impariamo a fidarci dell'Amore, della generosità che i nostri figli e nipoti esprimono. Il mondo non sarà salvato da freddi calcolatori e da generosi razionali, ma da coloro che, come il chicco di grano, cadono in terra per non rimanere soli (cfr. Gv 12, 24), che perdono la vita per vederla crescere a dismisura nei fratelli.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 80 (79),1-4
Commento dell'11/12/2021