Prima lettura di domenica 30 gennaio 2022
Prima di formarti
Ger 1, 4-5. 17-19
"Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi,
àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro,
altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.
Ed ecco, oggi io faccio di te
come una città fortificata,
una colonna di ferro
e un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti»".
La vocazione e la missione di un profeta coinvolge totalmente la sua esistenza.
Chi viene raggiunto dalla Parola, scelto e unto anche suo malgrado come Geremia, diventa, con la sua stessa vita, profezia.
I profeti riflettono profondamente sulla loro chiamata; l'incontro decisivo col Signore, epifania della predilezione, ha una storia che la precede, nascosta allo stesso profeta, che deve essere scoperta per fargli ritrovare la sua identità.
Se la vocazione della vita è "essere per Dio", in ciascuno di noi ha radici profonde e costitutive. Nel libro di Geremia si trova descritto in modo meraviglioso questo percorso di riconoscimento interiore.
"Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto".
Ecco la rivelazione inattesa: non è la nascita il momento in cui si è scelti, e neanche il concepimento!
C'è un "prima", un "In principio" (Gen 1, 1) che è già progetto, che dice tutto di noi stessi, che è già preparato, voluto, sognato dal Padre prima della nostra nascita.
Il Salmo poeticamente rivela:
"Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra" (Sal 139, 15).
Conoscere non è un discorso astratto, ma esperienza concreta, che lega a doppio filo chi conosce e chi è conosciuto. Gli occhi del Signore conoscono, assumono, penetrano nelle profondità. Il profeta così non si sente più scardinato dalla sua realtà per essere fiondato in un'altra dimensione che non ha scelto, ma ritrova la verità completa di quello che è e che cercava da sempre.
La chiamata è costitutiva e non un "accidente" in corso d'opera; precede la stessa vita e ne indirizza tutta la storia.
"Prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato".
Quando nessuno può incidere sul feto, quando la vita è un seme che riposa nella notte, pronta a germogliare, il Signore la consacra, la rende santa, la fa sua.
È una rivelazione che apre orizzonti da esplorare in ognuno di noi.
Il Signore non è un imprenditore che per fare andar bene la sua ditta vaglia con attenzione i curriculum e prende gli impiegati più rispondenti alle sue aspettative.
La scelta precede ogni nostro atto, ogni buona azione come ogni peccato.
Se la vocazione della vita è "essere per Dio", in ciascuno di noi ha radici profonde e costitutive. Nel libro di Geremia si trova descritto in modo meraviglioso questo percorso di riconoscimento interiore.
"Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto".
Ecco la rivelazione inattesa: non è la nascita il momento in cui si è scelti, e neanche il concepimento!
C'è un "prima", un "In principio" (Gen 1, 1) che è già progetto, che dice tutto di noi stessi, che è già preparato, voluto, sognato dal Padre prima della nostra nascita.
Il Salmo poeticamente rivela:
"Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra" (Sal 139, 15).
Conoscere non è un discorso astratto, ma esperienza concreta, che lega a doppio filo chi conosce e chi è conosciuto. Gli occhi del Signore conoscono, assumono, penetrano nelle profondità. Il profeta così non si sente più scardinato dalla sua realtà per essere fiondato in un'altra dimensione che non ha scelto, ma ritrova la verità completa di quello che è e che cercava da sempre.
La chiamata è costitutiva e non un "accidente" in corso d'opera; precede la stessa vita e ne indirizza tutta la storia.
"Prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato".
Quando nessuno può incidere sul feto, quando la vita è un seme che riposa nella notte, pronta a germogliare, il Signore la consacra, la rende santa, la fa sua.
È una rivelazione che apre orizzonti da esplorare in ognuno di noi.
Il Signore non è un imprenditore che per fare andar bene la sua ditta vaglia con attenzione i curriculum e prende gli impiegati più rispondenti alle sue aspettative.
La scelta precede ogni nostro atto, ogni buona azione come ogni peccato.
Prende l'iniziativa secondo la sua volontà di Padre e prepara un giardino ad accogliere i nostri passi.
"Ti ho stabilito profeta delle nazioni".
È una missione universale quella che stabilisce Geremia profeta per sempre. E' profeta anche per noi quando ci parla così di sé stesso, perché ci apre gli occhi su un progetto che riguarda il nostro presente.
Dal grembo materno fino agli estremi confini della terra: tutta intera la vita dell'umanità sorge da una volontà d'amore per tuffarsi nell'Amore per sempre.
Si potrebbe pensare che quella che sente profondamente per sé Geremia sia la condizione di pochi eletti che passano alla storia come uomini di Dio, annunciatori eccezionali, testimoni di fronte a tutte le nazioni di tutti i tempi.
Ma non sbaglio se sento che questa predilezione è per ogni uomo, ogni donna, ogni essere umano che, in quanto "carne", porta in sé l'immagine e la somiglianza col Figlio prediletto, che è sacerdote, re e profeta di fronte al Padre.
Il percorso che il profeta Geremia fa per sé è da percorrere personalmente, da meditare e pregarci su, intensamente come fa lui.
"Ti ho stabilito profeta delle nazioni".
È una missione universale quella che stabilisce Geremia profeta per sempre. E' profeta anche per noi quando ci parla così di sé stesso, perché ci apre gli occhi su un progetto che riguarda il nostro presente.
Dal grembo materno fino agli estremi confini della terra: tutta intera la vita dell'umanità sorge da una volontà d'amore per tuffarsi nell'Amore per sempre.
Si potrebbe pensare che quella che sente profondamente per sé Geremia sia la condizione di pochi eletti che passano alla storia come uomini di Dio, annunciatori eccezionali, testimoni di fronte a tutte le nazioni di tutti i tempi.
Ma non sbaglio se sento che questa predilezione è per ogni uomo, ogni donna, ogni essere umano che, in quanto "carne", porta in sé l'immagine e la somiglianza col Figlio prediletto, che è sacerdote, re e profeta di fronte al Padre.
Il percorso che il profeta Geremia fa per sé è da percorrere personalmente, da meditare e pregarci su, intensamente come fa lui.
Soffermiamoci senza spaventarci su questo varco che il profeta ci mostra: il nostro "prima" è la verità che ci mostra chi siamo, la nostra vocazione e a quale grande meta siamo chiamati.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Ger 1, 17-19
Commento del 29/08/2020
Salmo 71 (70)
Commento del 07/04/2020
Seconda lettura di 1Cor 12, 31-13,13
Commento del 16/09/2020
Vangelo di Lc 4, 21-30
Commento del 03/02/2019
"Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
RispondiEliminaprima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato".
Prima, alla sorgente, c'è Dio,
il suo amore.
Prima, c'è il dono, la grazia,
il suo amore.
Prima, c'è conoscenza, desiderio,
il suo amore.
"Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato".
Conosciuto
fin dal grembo materno.
Reso sacro
fin dal grembo materno.
Chiamato alla luce
fin dal grembo materno.
"Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato".
Questo è il mio Dio.
Questo sono io.
Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
RispondiEliminaperché io sono con te per salvarti»".
Tu che mi hai pensato prima di tutto e tutti,come potresti lasciarmi da solo?
Io devo fidarmi della TUA Parola di vicininza viscerale nella mia storia,dalle origini,appunto.
Ti sono prezioso-
Grazie o mio generatore e valorizzatore di persone come me!