Prima lettura del 4 gennaio 2022
Un germe divino rimane
1Gv 3, 7-10
"Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli [Gesù] è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello".
Uno dei temi più spinosi del Nuovo Testamento è il rapporto dei discepoli di Gesù con il peccato. Per chi è rinato a vita nuova nel Cristo che peso ha il peccato?
Siamo troppo abituati a pensare al peccato unicamente come un problema morale. Ma prima e più di questo è un problema di vita o di morte. Paolo ce lo ricorda:
"A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato" (Rm 5, 12).
Il peccato porta alla morte, innesta la morte in tutti i nostri giorni, nel più profondo di noi e ci domina anche dopo, con il rimorso e la paura.
Cosa ha fatto il Cristo offrendo la sua vita per noi per amore?
Nella meditazione di ieri ci siamo soffermati sulla priorità della missione del Messia: "Voi sapete che egli si manifestò per togliere i peccati" (1Gv 3, 5), quei peccati che nella pagina di oggi chiama "le opere del diavolo", dell'ingannatore, del tentatore. La sua venuta determina la distruzione di queste opere di male, la fine del dominio e del potere sull'umanità.
"Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato".
Il punto di partenza è una nuova nascita, l'essere generati dall'Alto, come scrive Giovanni nel dialogo tra Gesù e Nicodemo. L'essere nati dalla carne porta tutte le conseguenze che la carne ha: limite, peccato, morte.
Ma la nuova nascita battesimale, immersione nella morte e resurrezione del Figlio, dà alla nostra storia un nuovo punto di partenza.
Il peccato non è più il centro né la caratteristica più importante del nostro vivere. Siamo stati affrancati dal peccato e dalla sua conseguenza che è la morte, riscattati a caro prezzo (cfr. 1Cor 7, 23).
Ma come è stato possibile?
"Perché un germe divino rimane in lui".
Così risponde Giovanni: un nuovo seme, un nuovo germe, è stato piantato nel terreno della nostra esistenza!
È un germe divino, che spacca il cuore di pietra, che penetra nella nostra aridità mettendo radici profonde, che fa morire al peccato per far rinascere a vita nuova.
E' il seme di Cristo che sembrava aver perso, sopraffatto dal male, ma che è un chicco di grano, caduto in terra che muore per produrre molto frutto (cfr. Gv 12, 24).
Così, per grazia sua, per la sua morte, siamo concretamente passati dalla morte alla vita.
Il germe del peccato è sopraffatto, distrutto dalla riconciliazione, dal germe divino che rimane in noi.
"E non può peccare perché è stato generato da Dio".
Ecco la buona notizia: il peccato, come la morte, non ha più l'ultima parola, è stato depotenziato, come un virus è reso innocuo dal suo vaccino. Punge, fa male, ma ha perso il veleno che ci uccideva (cfr. 1Cor 15, 54-57).
Il divino del Figlio, che si è incarnato nella nostra vita, è passato dalla morte distruggendola. E' il primo varco, la prima falla da cui tutti possono passare per essere innalzati al Padre. Generati alla vita divina abbiamo il germoglio della vita eterna che ci abita già fin da ora e possiamo vivere fiduciosi, da salvati.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di 1Gv 3, 7-10
Commento del 04/01/2021
Salmo 98 (97)
Commento del 18/05/2019 e Commento del 09/05/2021
Vangelo di Gv 1, 35-42
Commento del 04/01/2020
"Un germe divino rimane in lui".
RispondiEliminaIl divino abita in me.
Seme prezioso
in una povera terra.
Dono divino all'umanità amata.
"Un germe divino rimane in lui".
È una Parola che mi apre gli occhi sul cuore.
Ora so, ora vedo:
Dio stesso rimane in me.
La vita di Dio
rende divina la mia vita.
"Un germe divino rimane in lui".
Fiducia.
Gioia.
Gratitudine.
<chiunque generato da DIO non commette peccato---
RispondiEliminaQuesta apartenenza voluta,desiderata,consacrata ..come fa a farti peccare?
La luce prevale sulle tenebre;tema che ricorre in questi giorni.
Amate non brontolate;fate opere di costruzione--
Lo dice soprattutto a me.
Amen
Rinunciare a seguire la via del bene, arrendersi alle difficoltà che impediscono all'amore di esprimersi, stravolge la nostra identità. Ci porta su una strada che ci inganna anche su cosa siamo noi, facendoci credere di non essere capaci d'amore, di essere persi irrimediabilmente.
RispondiEliminaRiconoscerci peccatori è il primo passo per renderci conto che non possiamo salvarci da soli e ci fa aprire a ricevere il perdono che ci cura e ci ridà la dignità dei figli.
RispondiElimina"Germoglio del Signore!"
RispondiEliminaQueste parole parlano al mio ❤ ...mi lascio attirare in un movimento di gratitudine che dissipa ogni dubbio:
sono amata 😊